lunedì 28 novembre 2016

L'INDIFFERENZA







Rody Mirri


La vita è piena di momenti e situazioni in cui optare per essere indifferenti rimane  la scelta migliore. Si tratta di una risorsa che ci fa scegliere se percepire gli stimoli oppure se allontanarli da noi.
Si dice saggiamente che “l’indifferenza è la risposta più dura, anche quando non ci si aspetta molto”. È dimostrato che, quando ostentiamo la nostra indifferenza verso un’altra persona, questo atteggiamento è uno dei più aggressivi e dolorosi che si possano assumere. Mostrare indifferenza verso qualcuno implica che stiamo ritirando tutti i nostri sentimenti e che l’altro, per noi, non esiste nemmeno.

 E non sempre l’indifferenza è negativa, è anche un meccanismo di difesa al quale ci afferriamo per non soffrire costanti delusioni di fronte alle vicissitudini della vita. Mantenerci in disparte e non aspettarsi nulla da niente e nessuno sono dei tentativi di auto-proteggerci. Se non fossimo capaci di diventare neutrali e dovessimo dare una risposta negativa o affermativa ogni volta che riceviamo uno stimolo, finiremmo esausti.
Pertanto l'indifferenza rimane forse l'unica arma efficace verso quelli che in modo subdolo predicano bene e razzolano male, in sostanza si racconta che le persone infelici sono le più arrabbiate con il mondo e mostrare indifferenza nei loro confronti è la forma più consona e sadica per fargli perdere il lume della ragione.

domenica 16 ottobre 2016

PRINCIPE DI RAGADA - Una giacca inconfondibile




MESSAGGIO PROMOZIONALE



Principe di Ragada
Indossare una giacca Principe di Ragada è semplicemente un modo d’essere,  una scelta azzardata, un distinguo inevitabile.  Una rottura con  schemi predefiniti,  un messaggio chiaro e lungimirante.
Tessuto originale “Loden” accuratamente selezionato, profili in pelle, particolari e peculiarità rigorosamente “Made in Italy” come la creatività e l’artigianato sviluppato nella produzione.
Le giacche Principe di Ragada sono uniche, personalizzate e inconfondibili.





https://www.principediragada.com/

giovedì 6 ottobre 2016

MICHELLE HUNZIKER UNA VITTORIA DI PIRRO.

Rody Mirri e Michelle Hunziker


Sorridente Michelle....Vedo che la sentenza di assoluzione nel processo che ti vedeva imputata per diffamazione aggravata nei miei confronti ti ha reso felice al punto di dimenticare alcuni fatti. Questa assoluzione riguarda il primo grado del processo e come dichiarato alla stampa dal tuo avvocato (Bongiorno) quando il pubblico ministero aveva  chiesto nei tuoi confronti sei mesi di reclusione   ci sono tre gradi di giudizio, ovviamente ci sarà l’appello poi, un terzo grado, quello della cassazione sicuro che per niente al mondo accetterai la prescrizione, sarebbe il colmo per una fondatrice di una associazione in difesa della donna e a quanto pare,  portatrice della verità assoluta. Rifiutando la prescrizione  potrai far valere le tue ragioni tali da non permettere a nessuno  di dubitare sulla tua irreprensibile onestà. Penso pure  che le notizie debbano essere sempre complete e oneste e non tralasciare particolari e precisazioni che possano alterare o modificare la giusta interpretazione dei fatti.  Non si può tralasciare di dire che un imputata che aveva chiesto il rito abbreviato nello stesso processo, stesso reato,ma con un altro giudice, è stata, sempre in primo grado, condannata ivi compreso  un risarcimento monetario nei miei confronti. Non si può tralasciare di dire che due tuoi testimoni per aver reso false dichiarazioni  in sede processuale sono stati denunciati. Giusto rammentare che qualcuno, dopo le accuse di organizzare produzioni fantasma, trasmesse da “Striscia” nel 2010  pensò di denunciarmi. Ebbene anche in questo caso sono stato prosciolto “perché il fatto non sussiste” smentendo di fatto le accuse che mi furono vergognosamente rivolte. Mi piace ricordare che non è stato Rody Mirri che ha chiesto per te, Laudadio e altri, pene che vanno dai  sei mesi  a un anno e quattro mesi di reclusione, ma sono stati richiesti dalla Procura di Rimini, dopo il dibattimento processuale.  Sorrido quando leggo che la tua denuncia pubblica nei miei confronti è stata fatta per tutelare giovani aspiranti  soubrette, forse ti sta sfuggendo dalle mani e dalla testa la realtà della tua vita, di chi eri, di quello che sei, ma soprattutto dimentichi il percorso da te fatto e proseguito per arrivare dove sei. Ambedue conosciamo benissimo questa storia e non ti permetterò più di sputare menzogne a discapito del sottoscritto e non basta un assoluzione in primo grado, che io rispetto ma che trovo aberrante, per salire sul piedistallo della giustizia.
Sappiamo ambedue che se il sottoscritto avesse accettato determinate  proposte finanziarie  (carta canta) non saremmo mai arrivati al processo,  ma se avessi colto questa opportunità per un pugno di soldi, anche se corposo, avrei rinnegato la mia dignità e calpestato quello che probabilmente tu ignori esista,  ovvero la decenza. Riconosco che la tua forza sta nei tanti interessi che gravitano attorno al tuo personaggio, riconosco che la tua tenacia nel sostenere un ruolo che non ti appartiene sia per certi versi ammirevole ma tutto questo non basterà quando qualcuno di veramente coraggioso e obbiettivamente onesto deciderà di scandagliare il tuo passato, di confrontare delle verità nascoste, e allora tutta questa messa in scena cadrà e forse, dico forse, capirai che la vita prima o poi presenta il conto. Forse, (toccandomi) quando questo succederà io avrò già giocato i tempi supplementari della vita, ma di una cosa  sono certo, non baratterei un minuto della mia vita in cambio della tua. Sono da sempre testardo e ostinato e credimi non lascerò nulla di intentato per far valere le mie ragioni e i miei diritti. Ti lascio prigioniera di te stessa, supponente e presuntuosa  tanto da pensare di essere onnipotente, ma ti ricordo che a volte la sconfitta è il blasone delle anime nobili e comunque sia soddisfa più una sconfitta pulita dove hai dato tutto, piuttosto che una vittoria ottenuta barando. Ricordalo quando, senza abbassare gli occhi, ti guarderai allo specchio.

martedì 6 settembre 2016

FLAMINIA ROMEO


 Ho conosciuto, frequentato, lavorato con una moltitudine di persone che “sgomitavano” per arrivare alla  tanto agognata tappa finale  della popolarità, si popolarità, perché il successo era  un'altra cosa, eppure in mezzo a questa marea di persone poche, anzi, pochissime di loro avevano priorità diverse che non avrebbero mai barattato per nessuna ragione al mondo.  Pur amando il loro lavoro avevano piedi per terra e tanto sale in zucca, sapendo che la strada che porta al successo non è come tanti, forse troppi  raccontano. Quando si arriva ad un bivio c’è sempre la possibilità di scegliere e indipendentemente dalle promesse o dalle prospettive, ognuno dovrà fare i conti con la propria eticità morale, senza se e senza ma.
Tra queste rare persone che custodisco affettuosamente nella stanza della memoria ricordo una dolcissima giovane donna, altruista, riflessiva e con un incrollabile senso della famiglia che guardava lontano con la consapevolezza che il suo traguardo era fatto di cose semplici e genuine. E così è stato, dimostrando che si  può arrivare ad esaudire le proprie aspirazioni professionali senza barattare sogni e speranze. Oggi Flaminia Romeo è sposa e mamma felice sapendo che nella vita le cose che contano sono le persone che ami, i ricordi che lasci e quelli che ti porti dietro. 

giovedì 1 settembre 2016

SE LA RICONOSCENZA DIVENTA UN OPTIONAL



La riconoscenza per qualcuno è un "optional" da utilizzare solo quando conviene, e se il favore ricevuto è talmente grande e difficile da ricambiare si può persino provare rabbia o invidia nei confronti di chi ci ha teso una mano e allora, piuttosto che provare un sentimento positivo si preferisce capovolgere i fatti. 
In generale le attenzioni degli altri fanno piacere, così come sentirsi  dire "grazie" quando siamo noi ad impegnarci per il nostro prossimo. Se questo non succede capita spesso che le persone restino ferite da una mancata riconoscenza esplicita e che per questo comincino a provare del risentimento sentendosi delusi e umiliati.
Ma un semplice "grazie" fa la differenza nella vita, infatti ci fa sentire apprezzati, amati e benvoluti e  questo non può che aumentare la stima che abbiamo di noi. Peccato che siano in pochi a riconoscerlo.
Come dicevo capita sovente che chi riceve attenzioni e gentilezze scambi tutto per un atto dovuto, quasi fosse una riverenza concessagli come essere superiore dimenticandosi che quasi sempre è l'esatto contrario. La riconoscenza  è una responsabilità che alcuni individui non sanno reggere e che presto trasformeranno in rancore, talvolta in furore.


mercoledì 27 luglio 2016

QUANDO LE STRATEGIE NASCONDONO IL PROBLEMA



Succede spesso che alcune persone per uscire da una situazione imbarazzante e complicata, dove la posta in palio è la base della loro credibilità,  si affidano spesso a  delle strategie studiate da esperti mirate alla riabilitazione del soggetto e al tentativo di ripristinare quella “verità”  più conveniente.  La strategia più comune rimane quella della provocazione pubblica  con  un attacco frontale, metodo utilizzato per spostare e prevenire le critiche attirando completamente l’attenzione sull’altro, magari con rivelazioni  sbalorditive e scandalistiche.  Ma non sempre il risultato è quello sperato.

Personalmente penso che non rispondere alle provocazioni, anche quelle più subdole e diffamatorie  è semplicemente non fare quello che il provocatore auspica. Ovviamente  la provocazione soprattutto se mendace e diffamatoria  ha una sua logica, quella di destabilizzare l’avversario e mettersi al centro. Quando ti senti provocato, colpito duro sulla tua dignità  è la grande opportunità per cambiare. Bisogna trattenersi nel reagire, riflettere senza sentirsi in dovere di dare spiegazioni con la consapevolezza che la calma e la pacatezza sono le virtù dei forti. Non cedere alle provocazioni diffamanti non è per niente facile ma serve per spezzare l’automatismo. Consapevole che  tre cose non possono restare nascoste a lungo: Il sole, la luna e la verità. Me lo auguro con tutto il cuore...

sabato 25 giugno 2016

IL TRIANGOLO DEL POTERE NEL 2017

Riccione "Prince" 1994

“IL TRIANGOLO DEL POTERE “ è il titolo di un mio libro pubblicato nel 2002 edito dalla Thelma Editrice. Tra breve è in arrivo il “TRIANGOLO DEL POTERE NEL 2017” un proseguimento aggiornato  di quello che nel frattempo è successo nel mondo dello spettacolo, sopra tutto cosa nascondono dietro le loro facce da persone perbene alcuni personaggi televisivi e quale è stato il percorso per arrivare al successo, cosa hanno dovuto o voluto fare per arrivarci e fino a che punto si può arrivare per nascondere un passato torbido. Mi auguro che questi racconti possano servire per riflettere e per far sapere, documentandolo con documenti, filmati e fotografie esclusive mai pubblicate prima, che la strada che porta al successo e quello che raccontano in alcuni programmi televisivi, non sempre è come quella che in tanti forse troppi, continuano a farci credere. 

( alcuni scatti pubblicati nel "Triangolo del potere nel 2017"








 Madonna di Campiglio 2014



Riccione 1994

sabato 11 giugno 2016

CRITICA E PETTEGOLEZZO

Rody Mirri 2015 Cascate Nardis Val Genova


Spesso si criticano le persone senza conoscerle o conoscendole poco, il loro modo di parlare, di vestire, i loro atteggiamenti sono quasi sempre determinanti per trarre giudizi il più delle volte sbagliati per due motivi: il primo è che l'apparenza compreso il look e le amicizie strane possono influire sul giudizio delle persone; il secondo è che spesso e sovente si parla per sentito dire e per una spiccata antipatia condita con l'invidia verso l'altro.
Parlare male degli altri significa allontanarsi da se stessi, dalle proprie passioni, come se la stima per la propria persona fosse addirittura insignificante e questo nasconde una scarsa fiducia nelle proprie capacità occultando delle frustrazioni interne con una mancanza di autostima.
Parlare male o criticare qualcuno per tanti diventa un abitudine, quasi fosse un passatempo per favorire la complicità tra due o più persone e creare una forma di gioco per così dire e visto da questo punto di vista, paradossalmente il "parlare male" potrebbe favorire l'integrazione sociale, contribuendo alla formazione di legami di amicizia. Ma sotto sotto, come è stato detto prima, c'è qualcosa che non va e i pettegolezzi per quanto sporchi siano, passano di bocca in bocca.
Prima di "parlare male" bisogna fermarsi a riflettere sul perchè si sta desiderando, come complice, una terza persona scelta per essere raccoglitrice delle nostre debolezze. Resta il fatto che se tutte le persone sapessero cosa gli altri dicono di loro, non ci sarebbero quattro amici al mondo.



lunedì 23 maggio 2016

TROUPE DI RAISPORT ALL'HOTEL OLYMPIC PALACE PER UN SERVIZIO CON ANDREA PORCEDDU

Fonte: Ginevra De Santis -Campane di Pinzolo- (letto 1721 volte)


Riprese interno Holympic Palace (Foto Tiziana Collini)


Il regista Andrea Riscassi e una troupe di Raisport hanno realizzato un servizio riguardante Andrea Porceddu, giovane cantautore trentino. Le riprese con intervista di Andrea e l’esecuzione della canzone “Non è niente” dedicata a Valeria Solesin eseguita dal vivo al pianoforte presso l’hotel Olympic Palace con l’inserimento di alcune immagini del centro di Pinzolo è dovuto al fatto che per ricordare la giovane volontaria di Emergency uccisa a Parigi durante l’azione terroristica dell’Isis, mentre assisteva con il fidanzato Andrea originario di Dro il concerto degli Eagles of Death Metal, si terrà un amichevole tra le nazionali di calcio Under 21 di Italia e Francia. L’incontro si disputerà il prossimo 2 giugno allo stadio Penzo di Venezia, città natale della Solesin preceduto dalle immagini registrate oggi a Pinzolo. Il tutto trasmesso il 2 giugno in prima serata su Raidue. Dopo la partecipazione nella squadra della cantante Noemi al talent di Raidue "The Voice", Andrea Porceddu da alcuni mesi si avvale della collaborazione di Rody Mirri e il nuovo sodalizio sta dando i suoi primi frutti.

Andrea Porceddu e il regista Andea Riscassi e Rody Mirri (Foto Tiziana Collini)

lunedì 18 aprile 2016

MICHELLE HUNZIKER NEI GUAI...CHIESTI SEI MESI DI RECLUSIONE...


Guai,grossi guai per Michelle Hunziker.Ieri la Procura di Rimini ha chiesto la condanna a sei mesi di carcere per diffamazione aggravata nei confronti del suo ex manager e pigmalione Rody Mirri. 
Rody Mirri e Michelle Hunziker


I fatti riguardano le dichiarazioni fatte da Michelle Hunziker sui banchi di “Striscia” nel Marzo 2010 con la complicità di Max Laudadio dove dichiarò che il suo manager le chiese sesso in cambio di lavoro. La notizia fece scalpore con ampio risalto della stampa, nessuno si preoccupò di verificare se tutto quello che la Hunziker disse corrispondesse al vero e la signora Hunziker ex Ramazzotti, ora signora Trussardi, cavalcò quelle dichiarazioni con vigore”rifiutai quelle proposte e non andai nel letto di Mirri.
Il fatto strano in questa brutta storia fu il silenzio tombale che la stampa gossipara italiana,(famosa per pubblicare anche uno starnuto dei vip) glissò su alcuni fatti emersi dopo le dichiarazioni della soubrette svizzera. Uno su tutti, la Hunziker, non solo rimase con Rody Mirri per ben due anni, ma con lui fece la sua prima pubblicità televisiva di “Roberta” debuttando in una sua produzione televisiva nel programma “La canzone del cuore” 15 puntate per TMC. Con lui trascorse vacanze e shopping girovagando per località turistiche famose apparendo come sua compagna sui vari settimanali di cronaca rosa e dalle foto che si trovano in rete sembrerebbe che tra i due vi fosse una forte intesa sentimentale. Basterebbe visitare il blog http://leveritanascoste-roberto-simioli.blogspot.it/di Roberto Simioli ex patrigno di Michelle per leggere fatti inauditi che p
roverebbero con documenti e foto varie che il flirt tra il Mirri e la Hunziker non fosse una favola. Il Simioli confermerebbe anche che il fidanzamento sfociato poi nel matrimonio tra Eros Ramazzotti e Michelle fu pianificato dal Mirri in accordo con la madre.“Per rendere credibili le accuse della Hunziker, “Striscia” mi accusò di creare eventi fantasmi servendosi di testimonianze assurde e manipolate e per questi fatti le indagini faranno il loro corso”. Dichiarazioni del Mirri subito dopo i fatti. Ieri la Procura di Rimini ha chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione per Michelle Hunziker, 1 anno e 4 mesi di reclusione per Max Laudadio, Pica Michela 1 anno di reclusione, Matucci Laura e Magnani Loredana 9 mesi di reclusione. Nel frattempo Penelope Landini, imputata nello stesso processo, che aveva richiesto il rito abbreviato è stata condannata in primo grado di giudizio. La parte civile ha chiesto 1 milione e 500 mila euro di risarcimento.

giovedì 7 aprile 2016

- NON è NIENTE - Andrea Porceddu - Inedito (Tributo a Valeria Solesin)





Il 13 novembre del 2015 a Parigi ci fu un attacco terroristico terribile con 120 morti… tra di loro una dolcissima ragazza italiana. Era al Bataclan con Andrea il suo ragazzo…ascoltavano musica. Non sono mai riuscito a cancellare dalla mia mente questo fatto e come sempre le mie emozioni le trasformo in musica. Questo pezzo l’ho scritto in ricordo di Valeria Solesin.


Andrea Porceddu è nato in un piccolo paesino vicino a Roma il 14/06/1993, fin da piccolo ha sempre amato la Musica ed è sempre stata parte della sua vita. Ha iniziato all’età di 8 anni a suonare il violino, strumento che suona tutt’ora e che inserisce in tutti i suoi nuovi brani, all’età di 13/14 anni inizia a studiare chitarra elettrica sulle basi del blues e del rock classico esercitandosi anche sulle canzoni del suo gruppo preferito, i GreenDay,  poi si è spostato sulla chitarra acustica iniziando a comporre i suoi  primi brani e a studiare un nuovo importantissimo strumento, la sua voce. Ha iniziato così a fare concorsi, prima a livello regionale piazzandosi in molte finali e vincendo il “Trento inCanta 2014” poi a livello nazionale dove è riuscito a vincere il “Phenomenon Music Contest”, concorso nazionale con la partecipazione di Federica Panicucci ideatrice del sito partner “Find My Talent” e il “Verona Pop Festival 2015”, uno dei suoi ultimi traguardi raggiunti è quello di aver partecipato a “TheVoice of Italy 3” (2015) in onda su Rai 2. Continua a scrivere i suoi pezzi e a regalare emozioni

giovedì 17 marzo 2016

NIENTE SUCCEDE PER CASO......

Nella vita niente succede per caso, lo sostengo da sempre e a tal proposito pubblico tre pagine tratte da un mio libro “Il triangolo del potere” scritto e pubblicato nel 2002.  Le mie profezie di allora si sono avverate, infatti, niente succede per caso.... 

















sabato 27 febbraio 2016

FACEBOOK E LA VOGLIA DI APPARIRE

FB è quello che noi siamo o meglio ancora, quello che noi vorremmo essere, oppure quello che noi vorremmo che gli altri pensassero che noi siamo.


Forse più semplicemente è un modo diverso di apparire, ma non solo, FB permette di indossare una maschera virtuale a nostro piacimento. Un modo di guardare e farsi guardare correndo il rischio che diventi una contemplazione narcisista e di voyeurismo. Certamente un mezzo incapace di costruire rapporti umani e sinceri tali da farci gustare la vita nelle sue cose più semplici e genuine. Va da sé che se voglio interagire con una persona non ho certamente bisogno di FB, esistono altri mezzi,  il più semplice è il telefono, ma se voglio che gli altri sappiano che con quell’amico/a ho una relazione, seppur unicamente di amicizia, ecco che allora FB mi permette questo. In sostanza, tutto quello che si pubblica non è nient’altro che un modo di far sapere pubblicamente quello che stiamo facendo. Ma come sempre dividere con amici ( una parola grossa se riferita a FB) certi istanti o emozioni della nostra vita, comporta automaticamente la perdita di spessore e di significato, perchè sarà dal numero di “like” e di commenti che valuteremo l’importanza di quel momento e non dalla nostra emozione e dal nostro giudizio personale. Se una nostra immagine o commento passa inosservato ecco che scatta l’insicurezza e il dubbio del perché. Analizzando le pubblicazioni di una persona si possono capire molte cose, ma tutte comunque falsate proprio perchè le rendiamo pubbliche e pubblicamente ognuno desidera apparire come vorrebbe che gli altri ci vedano. 
Riportare frasi pseudo intelligenti di altre persone non ci rende intelligenti. Oramai si pubblica di tutto, e tutto con lo scopo di far sapere...il luogo dove sei, cosa mangi o bevi, chi frequenti, che abiti o scarpe indossi e via di questo passo. Cosa non si fa per un minuto di notorietà, non sapendo che la fama e la gloria non passano da quello che noi vorremmo essere, ma da quello che abbiamo fatto o ciò che noi facciamo nella vita quotidiana, da come ci sbattiamo per realizzare il nostro domani. Ho letto che nella condizione umana tutti mentono. La sola variabile è su cosa mentono, figuriamoci su FB.  Davanti una tastiera siamo tutti coraggiosi ad indossare i panni dell'occorrenza, moralisti e intransigenti o permissivi e tolleranti, dipende. 
Ovviamente non si può negare che FB può essere anche un mezzo utile per far conoscere e propagandare le nostre attività, le nostre iniziative, oppure per un artista o uno sportivo far conoscere le proprie gesta.
Penso che la stragrande maggioranza di giovani sia fatta di ragazzi semplici e curiosi che potrebbero dare il meglio di sè confrontandosi e guardandosi negli occhi, magari seduti al tavolo di un bar, piuttosto che commentare dal proprio cellulare o tramite FB. “Questo è il progresso” direbbe qualcuno, ma francamente  quando uno si ritrova da solo a bere una birra, pur avendo mille amici su Fb, qualcosa non torna e rimane sullo sfondo la sensazione di solitudine e di vuoto. 

sabato 23 gennaio 2016

FRANCA LEOSINI "LEZIONI DI GIORNALISMO"






Da tempo nei vari programmi televisivi, per far lievitare gli ascolti,vengono dedicati ampi spazi alla cronaca nera, associandosi di fatto a quelli già esistenti, che della cronaca nera ne hanno fatto un "format".
Parlare di cronaca nera e utilizzare un linguaggio consono per il pubblico televisivo non deve essere tanto facile anche per esperti e navigati conduttori. Figurarsi se questi argomenti vengono trattati da conduttrici o conduttori televisivi (qualcuno novello giornalista) che per adeguarsi ad un linguaggio attuale e coerente con i tempi, farciscono i loro commenti con astrusità e termini inopportuni. Il pubblico televisivo è ampio e variegato, non è detto che un linguaggio adatto ad una fascia di spettatori giovani valga anche per un pubblico adulto. Soprattutto quando le argomentazioni, che la cronaca nera impone, entrano in dettagli macabri o delicati dove basta esprimersi con un termine crudo e volgare per far sì che un fatto di cronaca diventi immediatamente sudicio e pruriginoso.

Giovedì sera 21 Gennaio 2016 a “Storie maledette” Rai Tre, Franca Leosini si occupava del giallo di Perugia. L’intervista a Rudy Guede colpevole in concorso con ignoti, dell’omicidio della studentessa Meredith Kercker è stata una lezione di giornalismo e di rara educazione narrativa. Franca Leosini come sempre, riesce dove altri sbordano, dove altri enfatizzano, dove altri accentuano. Rispettosa della sentenza ma pari rispetto verso il condannato, Franca Leosini conduce con abilità e conoscenza certosina del caso l’imputato Rudy Guede, verso le “sue” verità senza forzargli la mano permettendogli di dire la sua comunque la si pensi e quando i fatti entrano in particolari scabrosi, ma necessari per la completezza delle argomentazioni la giornalista usa per la descrizione dei fatti, termini  garbati utilizzando gentili metafore. Severa e autorevole ma anche compassionevole e discreta Franca Leosini con le sue interviste naviga in una direzione che il giornalismo attuale dista miglia e miglia di lontananza. 

martedì 19 gennaio 2016

NERAIDA BEGA, UNA FAVOLA CHE PARTE DA LONTANO

NERAIDA BEGA

Era il 2008 quando ho conosciuto Neraida Bega a Riccione. All’epoca frequentava la facoltà di Farmacia all’università di Rimini. Nata a Durazzo in Albania con mamma albanese e un padre di origini greco/turche, una sorella di tre anni più grande che da sempre è stato il suo punto di riferimento.
Aveva circa 12 anni quando con la sua famiglia si trasferì dall’Albania a Frosinone dove frequentò il conservatorio e l’istituto tecnico di odontoiatria. Tre anni dopo arrivò a Riccione.
La conobbi al Blue Bar Cafè dove  lavorava come cassiera per pagarsi l'università, attirando ovviamente, gli sguardi estasiati dei clienti; contemporaneamente posava come modella  per qualche pubblicità. Neraida bellissima nella sua semplicità aveva una intelligenza vivace e  seppur ventenne  un carattere forgiato e indipendente con uno sguardo verso un futuro già scritto.
Avevo intuito che nella vita di Neraida Bega niente o quasi niente era ed è stato lasciato al caso, la sua determinazione condita con la perseveranza  è stata di fatto, non solo l’arma vincente ma la sua principale peculiarità.  Dieci anni di studio al pianoforte con la musica nell’anima per diventare anche concertista. Interpreta come soprano Dulcinea in “Don Chisciotte della Mancia” con il coro del Maestro Pio Di Mego del Conservatorio di Roma  in un tour che gira l’Italia. Se nell’anima di Neraida regna la musica la sua passione rimane l’odontoiatria che completa dopo quattro anni di studio e con le lingue non se la cava male…  Albanese, Inglese, Italiano e Spagnolo rientrano nel suo linguaggio universale.
Ma tutto questo evidentemente non bastava…
Dopo aver vinto alcuni Concorsi  (Miss Cinema – Miss Top Girl – Miss Muretto) e posato per importanti fotografi, Neraida spicca il volo e non solo metaforicamente. Oggi vive e lavora a Hollywood dove appare in tv su “Comedy Central Bang Bang”. Attrice per un lungometraggio con una produzione americana indipendente la “Bred” dove interpreta un ruolo importante a fianco del protagonista Michael Lerner un candidato all’Oscar.  Dopo una serie di casting effettuati in vari continenti per individuare l’interprete  femminile nel video musicale del DJ Michael Woods “In Your Arms” la scelta cade su Neraida Bega  accanto ad un talentuoso Lauren Dyson. 
Sono particolarmente felice che le nostre strade professionali si siano incrociate e sono altrettanto sicuro che Neraida non finirà di stupirci. Del resto stupire non gli dispiace affatto.

venerdì 15 gennaio 2016

ANTONIO BANDERAS IN UN FILM SU GIANNI VERSACE




Gianni Versace rivivrà sul grande schermo grazie ad Antonio Banderas. L’attore spagnolo interpreterà lo stilista italiano scomparso a soli 51 anni nella sua villa di Miami Beach.  Bille August regista del film dichiara in un intervista che vuole raccontare la parte più intima di Versace e i suoi lati meno conosciuti.
Vedremo…
Personalmente credo che la parte più intima di Gianni Versace sia già stata raccontata e scritta in un libro “It’s your song” Vannini Editrice. 
A tal proposito lascio che siano altri a parlare di questo libro pubblicando una recensione di Cristian Porcino e pubblicata su “Il filosofo impertinente".

RODY MIRRI E ANTONIO D'AMICO IN UN INTERVISTA A STEFANIA FALANGA

“It’s your song” di Rody Mirri per Vannini Editrice racconta la storia d’amore tra Gianni Versace e Antonio D’Amico. Il 15 luglio 1997 Gianni Versace veniva barbaramente assassinato davanti alla sua villa di Miami. Le indagini troppe frettolose e approssimative dissero che ad uccidere il noto stilista era stato un giovane prostituto di nome Andrew Phililip Cunanam trovato subito dopo morto perché, a quanto pare, si tolse la vita. “It’s your song” non ricostruisce le ore che precedettero la vita di Gianni ma racconta l’appassionata quanto travolgente love story fra due uomini che per ben quindici anni seppero costruire giorno dopo giorno una realtà che non sempre veniva ben vista e tollerata dalla gente. Rody Mirri attraverso un registro narrativo molto coinvolgente riesce a mettere per iscritto i pensieri di Antonio D’Amico; il quale si confessa a cuore aperto all’autore del libro. Attraverso la sua lettura riusciamo a comprendere la genialità di un artista della moda come Gianni Versace che riusciva a trasporre nella sua attività tutta la sua curiosità riguardo la cultura classica e il mondo delle arti figurative. Antonio D’Amico non fu solo il compagno di Gianni ma lavorò a stretto contatto con lui arricchendolo di nuovi e significativi imput. In questi anni di vita insieme Antonio e Gianni avevano costruito una fitta rete di amicizie con personalità del jet set quali: Phil Collins, Lady Diana, Elisabeth Taylor, Elton John, ecc. Un tocco di amarezza pervade il lettore quando si apprende che dopo la morte di Versace la famiglia dello stilista ha cercato in ogni modo di sconoscere il grande sentimento che Antonio e  Gianni avevano condiviso. Ignorato e ostracizzato D’Amico si sentì tagliato fuori dal mondo; le conoscenze vip si erano diradate dopo la morte di Gianni. A restargli accanto solo e soltanto un vero amico come Elton John. Elton non poteva accettare che Antonio diventasse preda della depressione. Difatti il titolo del libro è un chiaro omaggio ad una delle più belle canzoni di Elton “Your song”. D’Amico ha sempre dimostrato al mondo il proprio attaccamento a Gianni e non al suo impero economico. Eppure durante il funerale nel duomo di Milano assieme a Elton John, Sting e i fratelli; il sacerdote non nominò mai il nome di Antonio affranto nel suo dolore. Tutti erano distrutti e meritavano le parole di conforto di santa madre chiesa meno che D’Amico. Questa è di norma la carità professata dalla chiesa. Gianni era stato uno dei primi personaggi pubblici ad ufficializzare la sua omosessualità vivendo alla luce del sole la sua storia con Antonio. Secondo il pensiero ottuso degli alti prelati, ad un omosessuale non deve essere concesso l’affetto e la stima che invece la chiesa cattolica elargisce in abbondanza a mafiosi, dittatori, e alle categorie più abbiette di persone. Fortunatamente adesso Antonio D’Amico ha trovato la sua strada nel mondo della pittura e gli auguro sentitamente che possa ritornare a vivere una vita intensa; perché se la merita tutta.
“It’s your song” è un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino