venerdì 30 marzo 2012

IL BALCONE DI ROSE ROSSE.......

Credo che l'età contribuisca molto.....molto, ma non completamente; mi riferisco al fatto che molti uomini arrivati alla soglia dei 50 anni o poco più, ritornano spesso con il pensiero ai ricordi della loro gioventù. 
 Tal volta  mi capita di trovarmi con amici per una cena o un aperitivo e gira e rigira i discorsi finiscono sempre li, "ti ricordi quando anni fa.." oppure "ai nostri tempi..." e via discorrendo vengono alla luce racconti di vecchi amori, storie mai dimenticate, storie che probabilmente  nessuno vuole cancellare e mentre qualcuno  le racconta  stringendo i pugni per nascondere un emozione,mi chiedo cosa rende in questi casi gli uomini cosi drammaticamente sinceri, è solo il ricordo di un amore del passato, o il rimpianto dei tempi che furono?






Introdusse il tutto parlandomi della sua Reggio Calabria emozionandosi, non credo sia stato soltanto un effetto della nostalgia;quegli anni per lui erano davvero speciali, densi di cose, di eventi, di novità.
Reggio Calabria, anni 70, le radio private (Macondo e Everybody) e i juke box invadevano con la loro musica i bar e le piazze, la cinquecento con i primi ribaltabili, le lambrette, i mini assegni e i gettoni telefonici. Il ritrovo alla moda  è il "Roof Garden" ubicato sul lungomare cittadino ma per tanti giovani ragazzi il luogo ideale per cuccare fuori porta era Taormina e Marco, (nome di fantasia) in estate tutte le settimane con un suo amico e la cinquecento partiva in cerca d'avventure, ovviamente con costume da bagno, jeans e camicia per la sera fingendosi turisti in vacanza alloggiati in lussuosi hotel. Durante la giornata in spiaggia broccolavano giovani turiste straniere per poi alla sera invitarle in qualche locale e finire il più delle volte con la tradizionale avventura sessuale.
Marco raccontava dei tempi che furono, della sua giovinezza e delle tante avventure ma non riusci a mascherare quel suo stato d'animo quando gli chiesi di raccontarmi del suo primo fidanzamento importante.

"Era la ragazza più bella di Reggio..me ne innamorai dalla prima volta che la vidi." Mentre parlava i suoi occhi rivivevano quei momenti e fu talmente categorica questa affermazione che rimasi spiazzato e ansioso di sapere il resto del racconto.
"Rimasi con lei per circa tre anni, mia madre l'adorava, lei proveniva da una famiglia borghese, suo padre ingegnere, sua madre insegnante, una sorella e un fratello e io impazzivo per lei, ma la stupidità di un giovane voglioso di vivere la vita a pieni giri  fece naufragare la storia più importante della mia vita."
"Ricordo che per il giorno del suo compleanno, la sera prima, mi recai da un amico titolare di un negozio di fiori e acquistai  cento rose rosse, le caricammo nel suo pulmino e ci demmo appuntamento alle due di notte. Mi presentai puntuale dal fiorista con un altro amico e tutti tre partimmo verso casa di lei, parcheggiammo il pulmino sotto il suo balcone e salendo sul tetto del mezzo senza fare il minimo rumore iniziammo la realizzazione coreografica del mio regalo di compleanno.
Per ogni ripartitore che sosteneva lo scorrimano  legammo con un filo di ferro sottilissimo una rosa, trasformando cosi un balcone in un apoteosi di rose rosse."
"Fu mia madre alla mattina che mi svegliò avvisandomi che lei era nel soggiorno di casa mia. Quando mi vide ci fu uno scambio di sguardi, un lungo abbraccio si trasformò in un' esplosione
di gioia. Ricordo che lei disse a mia madre di essere una ragazza fortunata. Sorrideva ed era bella da morire... mia madre che fu spettatrice indiretta  di quella scena si commosse mi chiamò in disparte e mi diede cinquantamila lire pregandomi di acquistare per lei un regalo da parte sua e di mio padre."
Marco proseguì  ma mi resi conto che oramai parlava solo con se stesso.
"Il ricordo di lei mi lascia in bocca il sale ed arriva dritto al cuore...e non c'è una ragione quando cerco quel che resta."
Chiesi a Marco se gli era capitato di rivederla pur sapendo che erano trascorsi trentacinque anni e che lui sposato e separato con un figlio vive a Riccione.
"Un anno fa sono tornato a Reggio e ho fatto in modo di rivederla con la complicità di un amico, doveva sembrare un incontro casuale ma lei aveva capito...è sposata, due figli. 
Ci siamo salutati come due vecchi amici, le solite frasi che si dicono cercando di nascondere un imbarazzo evidente, un saluto e via". 
Marco termina il suo racconto ma capisco chiaramente che lei è ancora nella sua testa, nel suo cuore e nella sua anima come una farfalla di piombo.
Ma prima di perdersi nella notte tra turisti e le boutique del centro girandosi di scatto e fissandomi negli occhi aggiunse "Quella donna mi ha scassato l'anima..ma per me non è finita e forse neanche per lei."








venerdì 23 marzo 2012

PINZOLO- VOLONTARIATO E SOLIDARIETA' SONO REALTA'.

Pinzolo in provincia di Trento è il paese dove sono nato, dove ho trascorso la mia gioventù e dove ogni anno ritorno per le vacanze.
Ovviamente tante cose sono cambiate dal giorno che lasciai  fisicamente questo luogo ma altre sono rimaste immutevoli. Lì in montagna i cambiamenti sono stati graduali dalla paesaggistica alle strutture alberghiere, le funivie e il collegamento a Madonna di Campiglio (frazione di Pinzolo e non viceversa come pensano in tanti) lo Stadio del Ghiaccio, il Paladolomiti, il Centro sportivo Pineta location ufficiale del ritiro precampionato dell'Inter e in passato della Juventus, Fiorentina e altre blasonate squadre.Quello che non è cambiato è il "modus vivendi"dei miei paesani, il loro modo di ragionare e di esprimersi è esattamente come allora,cosi come le chiacchere nei bar e le discussioni in piazza.
Questo concentrato di vita rappresenta però la vera forza e il valore aggiunto di una comunità. Per un mio paesano è normale trovarsi la mattina presto al solito bar, leggere il quotidiano locale ed iniziare le proprie disquisizioni  sulla notizia del giorno, rito che proseguirà verso l'ora di pranzo e alla sera prima di cena.Ogni bar ha una sua affezionata clientela e sai perfettamente dove rintracciare chi cerchi e nonostante esista il cellulare li  si va direttamente alla fonte.L'invito di bere un "bicer" è una sarcastica affermazione, tutti sanno che "uno" equivale a due,tre,quattro.... Nel paese ci sono personaggi che sono dei veri punti di riferimento,uno per ogni argomento, dal gossip casereccio alla politica locale e in base al numero dei "bicer"deglutiti le notizie svelano retroscena inediti.
Ma è anche normale per un mio paesano correre immediatamente come un fulmine se la chiamata proviene da una delle tante associazioni di volontariato che sono il vero patrimonio della comunità. Associazioni come i Vigili del Fuoco, i Volontari del Trasporto e Soccorso Infermi, il Soccorso alpino e altre ancora sono composte tutte da uomini e donne  che gratuitamente prestano la loro opera e niente cementifica il rapporto umano come la solidarietà.Non è un caso che proprio a Pinzolo è nato il Premio Internazionale Solidarietà Alpina.  Le varie coalizioni politiche che negli anni sono succedute alla gestione del comune pur fra dispute spesso dure e spigolose non hanno mai interrotto questa sana e onorevole abitutine che è la solidarietà,dove tutti tralasciano vecchie ruggini e malumori per correre in aiuto del bisognoso.
Una tradizione cementificata da esempi quotidiani e mai sbandierati. Non voglio descrivere Pinzolo come un oasi perfetta anche perche non lo è, i pettegolezzi e le invidie sono semi che hanno trovato un terreno fertile ma è  di sicuro e comunque un paese e  una valle che vive una realtà e una dimensione umana quasi d'altri tempi. Posso affermare questo con cognizione di causa proprio grazie al mio lavoro che mi ha permesso di viaggiare e sostare in svariate località dove ho potuto confrontare la differenza oggettiva che esiste tra una località  e un altra.
I segnali per capire la civiltà di un paese sono molteplici, dalle strade pulite agli spazi dedicati per lo smaltimento dei rifiuti, le case ordinate e abbellite da fiori e giardini curatissimi, i parchi giochi, la Biblioteca Comunale e il volontariato che tocca vari settori, dal teatro dialettale alla Pro Loco, dalla Banda Comunale al Coro Presanella, ecco perche chi soggiorna a Pinzolo non può non notare queste peculiarità che rendono il paese in sintonia con la bellezza del luogo.
Ma tutto non nasce dal niente, i propulsori di queste realtà sono persone oramai scomparse ma che hanno lasciato un segno indelebile e che tuttora sono parte integrante nella memoria di chi prosegue questo cammino. Pietro Maturi, Carmelo Binelli, Adolfo Salvaterra, Clemente Ferrari e altri e altri ancora.....
Per capire come il tempo scorre veloce senza guardare in faccia a nessuno basta recarsi al cimitero, per me una tappa obbligata,li sono sepolti mio padre e mio fratello e ogni anno nuove lapidi con foto e diciture mi rivelano chi è partito per sempre facendomi fare un viaggio a ritroso nel tempo,si perche in paese ci conosciamo tutti e la perdita di un nostro concittadino è uno spicchio della nostra vita che vola via.   
Anche mio padre amava questo paese,ci arrivò verso la fine degli anni quaranta e si fermò per sempre e se i suoi figli, io per primo, avessimo seguito il suo esempio saremmo  sicuramente migliori,ma per fortuna c'è ancora mamma Ernesta che indipendentemente da tutto e da tutti conserva ancora la capacità e la forza di mantenere unita una famiglia. 
Quando ritorno al paese mi sembra sempre che il tempo si sia fermato,tutto come tanti anni fa. Le campane che scandiscono le ore, il suono della sirena alla domenica, i soliti coetanei al bar, l'Italo da Figaro, Sergio"Fritaia" che brontola sempre,Egidio"Ezi" che si diverte nel fare incazzare Luciano suo confinante di maso.....tutto come allora,tutto come sempre. 
Pinzolo è oramai un rinomato centro turistico ma il benessere non è riuscito a scardinare quei valori insiti nella comunità, magari alcuni non al passo con i tempi,magari arcaici, ma che inconsapevolmente permettono a chi ci vive di godersi una vita quotidiana fatta di cose semplici e le cose semplici sono le migliori.Anche per questo e per altre mille ragioni amo il mio paese. 





mercoledì 14 marzo 2012

NON SOLO MARCHETTARE.....

Rody Mirri racconta il divano del produttore.Party & sesso per la moglie del calciatore che faceva marchette nel week-end; la soubrette che a pianificato tutto: la scopata,il fidanzamento e le nozze; la cantante dei filmini hard.....
                                                                             Roberto D'Agostino da "DAGOSPIA" 2002
                                      



Capitolo tratto dal libro "IL TRIANGOLO DEL POTERE" scritto e pubblicato nel 2002. 

Non solo marchettare...

Ho avuto modo di conoscere ragazze carine,di buona famiglia,istruite,che usavano come copertura la professione di fotomodella.
In realtà vivevano d'altro,serate o week-end con persone disposte a pagare milioni pur di avere ragazze del genere,marchettare insomma. Quando cercavo di capire le motivazioni delle loro scelte quasi per tutte valeva il solito discorso....denaro e bella vita.
A questo tipo di ragazze poco importava la corsa verso il successo televisivo,alcune erano testimonial di campagne pubblicitarie importanti,altre avevano partecipato come vallette in diversi programmi televisivi,c'era addirittura chi aveva avuto ruoli importanti in fiction e questo curriculum serviva solo a far lievitare il loro cachet.
Determinatissime,sapevano che in un paio d'anni con i soldi guadagnati,ed erano molti, si sarebbero sistemate alla grande per loro il passpartout  della vita era solo un solido conto in banca.Non fui stupito quando una sera,al ristorante,un nostro amico ci presentò la sua fidanzata,lui se la tirava, lei era la protagonista di un famoso spot pubblicitario,non sapendo che gli spot migliori li girava durante la notte in cambio di qualche milione.
In tanti ricordano la valletta di un programma famosissimo,famosissimo come il conduttore.Si era "specializzata", aveva un giro di clienti che praticavano lo scambio di coppia,se dovessi citare i nomi che mi sono stati fatti tremerebbe il mondo dell'imprenditoria italiana,aziende famosissime dalla Brianza all'Emilia,dalla Toscana al Veneto portano i loro nomi....
La "specialista"riusciva in un week-end ad organizzare quattro o cinque incontri incassando fior di milioni. Non rinunciava a questi appuntamenti neanche nei giorni del ciclo mestruale, raccontava che bastava infilarsi nella vagina una piccola spugnetta.
Ho conosciuto donne non più giovanissime con un passato televisivo a volte modesto che non disdegnavano una vacanza o un week-end in cambio di qualche regalo.Non penso lo facessero solo per denaro,a volte tutto questo serviva loro semplicemente per ritornare a frequentare località mondane,per rivedere amici di vecchia data...per non essere dimenticate.
Dimenticate da uomini di spettacolo,campioni dello sport,manager che in passato probabilmente impazzivano per loro.