domenica 28 ottobre 2012

INSEGUIRE LA FELICITA'




Rody Mirri-Venezia

Le persone da sempre sono alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che fanno star bene e che le appaghino, in una parola sono alla ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamata felicità.
Percorso controverso e difficile, troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità conduca infine alla felicità.
Da millenni scienziati e filosofi e grandi uomini di religione si sono interrogati su cosa e come fare per stare bene e questa domanda è insita in tutti gli uomini e quasi sempre il parametro che si utilizza è la conformazione ai canoni della vita quotidiana; avere una vita gratificante, dei figli, un lavoro piacevole con guadagno adeguato, un conto in banca, una casa. Raramente però la normalità della vita coincide con il benessere psicologico.
Viviamo nell'epoca dell'apparenza e su questa parola in tanti si giocano il proprio destino. In ogni situazione ciascuno assume un contegno e un atteggiamento esterno per sembrare come vuole che lo si creda, ecco perche non diventa eresia sostenere che viviamo in un paese di maschere. Oggi per tanti apparire è più importante che essere mascherando e truccando così la nostra vera identità, ma al di la di questo ci si nega l'opportunità di essere quello che realmente siamo e che quasi sempre coincide con l'essere una persona migliore.
La felicità è anche essere quello che si è accettando di convivere con la nostra vera personalità senza per questo sentirsi migliori o peggiori.
Credo e penso che se una persona è in pace con il proprio passato, se non vive di rimorsi e rimpianti, se comunque sia, apprezza il presente senza temere il futuro ha sicuramente imboccato la strada più giusta per star bene con se stesso e senza dubbio anche con altri. Per la felicità... la strada è ancora lunga. 


martedì 23 ottobre 2012

QUASI MAI QUELLO CHE SEMBRA CORRISPONDE ALLA REALTA'.

Lele Gabriele Mora



Era l'estate del 1986 quando conobbi Lele Mora durante la tournè "Incontri d'estate"con Umberto Tozzi, Celeste Johnson,Cesare Cadeo e altri. Mi fu presentato da Saverio Ariemma all'epoca manager dei ballerini Braian e Garrison e oggi coreografo di Striscia la notizia.

Qualche anno dopo fui ospite con Vittoria Belvedere e Bruno Oliviero di Fabio Testi nella sua casa ad Affi sul lago di Garda e fu in quella occasione che rividi Lele a Verona nei pressi dell'Arena dove gestiva con un socio un salone di parrucchiere, un ciao veloce e via, ricordo mi dissero che era nei guai perche coinvolto in un giro di droga.
Rimasi stupito quando nel 1991 in qualità di Direttore Artistico a Riccione per il programma di Canale 5 "Bellezze al Bagno" lo ritrovai manager di importanti artisti, stupito perche in poco tempo aveva realizzato un suo desiderio confidatomi tempo prima.
In pochi anni Lele Mora nel campo dello spettacolo divenne una potenza, poche le occasioni per ricontrarci, a Riccione con Brigitte Nielsen e Grace Jones e a Milano durante la presentazione di un mio libro "La donna del lago" e quello di Candida Morvillo "La Repubblica delle veline".
Michelle Hunziker


Nel 94 mentre sono con amici in un ristorante di Riccione si presentava al mio tavolo una giovane ragazza svizzera,voleva conoscermi, desiderava lavorare nello spettacolo, si chiamava Michelle Hunziker.
Tutto il resto è cronaca recente, ora Lele Mora dopo circa quattrocento giorni ha lasciato il carcere, andrà nella comunità di Don Mazzi, intervistato,  dichiara di essere un altra persona. Michelle ha ottenuto quello che desiderava, notorietà fama e ricchezza.
Ambedue parlando del loro passato tralasciano fatti e avvenimenti determinanti per la loro carriera. Ma Lele al contrario di Michelle.........

Questo è solo l'anteprima di alcuni racconti tratti dal mio prossimo libro dove cercherò di spiegare che non sempre quello che la cronaca racconta corrisponde alla realtà ma spesso è frutto di falsità e manipolazioni, spiegherò come la provocazione pseudo giornalistica diventa un marchio di fabbrica e come si possono partorire strane congiure pur di "eliminare" professionalmente  il proprio nemico. Dimostrerò con un video (allegato al libro) come si possa manipolare una intervista (magari carpita di nascosto) e dare così una falsa immagine dell'intervistato. Per realizzare questo libro mi sono avvalso di esperti interlocutori e giornalisti coraggiosi.Il libro conterrà documenti, foto e filmati inediti a dimostrazione che non sempre quello che ci propinano corrisponde alla verità e che il massimo della stupidità si raggiunge non tanto ingannando gli altri, ma se stessi, sapendolo. Si può ingannare tutti una volta, qualcuno qualche volta, mai tutti per sempre.






  

domenica 14 ottobre 2012

RIFLESSIONI IN LIBERTA'

Rodolfo Rody Mirri

In ogni discorso,in ogni ragionamento, in ogni discussione la frase usata più comunemente è"non esistono più i valori di una volta".
Il fatto strano è che per ogni individuo la scala dei valori non solo è diversa ma la si personalizza in base alle proprie esigenze, alle proprie priorità, ai propri interessi  esperienze comprese. Tutto questo partorisce un "modus vivendi" e un preciso interesse personale che tocca ogni tasca, quella piena e quella vuota, azzerando minore attenzione verso le regole, il senso civico, e l'azione morale che sta a responsabilità di ognuno.
In una società come la nostra risulta difficile mantenere un comportamento moralmente giusto, anche perche bisognerebbe in primis stabilire cosa intendiamo e come percepiamo il moralmente giusto. Il termine morale deriva dal latino moràvia ed ha significato quasi coincidente ad etica, in questo caso la morale rappresenta la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale l'uomo agisce. E qui iniziano i veri problemi, ognuno di noi come dicevo interpreta e personalizza le norme che regolano l'etica e di conseguenza la morale. Esiste una morale laica e una religiosa, esiste una morale adattata hai tempi moderni come esiste una morale convenzionale.
La morale, le regole, le norme svaniscono quando si vive in un paese dove tutto questo è disatteso, oppure quando le interpretazioni diventano diverse e le facciamo proprie, quasi come le leggi dove per i nemici vengono "applicate" e per gli amici vengono "interpretate". Oggi chi sono quelli che moralmente possono dare lezioni di moralità? La politica deve aver sbagliato qualche cosa se questi sono i risultati, le istituzioni no di certo visto che sono una protesi della politica, la Chiesa è in affanno e gli esempi scarseggiano.
Questo purtroppo è diventato il periodo degli "adattamenti", ognuno si adatta e la stragrande maggioranza della gente si muove solo dove conviene. "Adattamento e convenienza" ecco la morale moderna che cancella norme e regole permettendo la sopravvivenza.  
Ma la sopravvivenza dipende da mille fattori, il primo di tutti è la volontà ma la solo volontà non basta, abbiamo un disperato bisogno di esempi e gli esempi contano più delle parole. Ma tra le pieghe della cronaca, (quella cronaca che non sempre è nei talk show o sulle prime pagine dei quotidiani,)si leggono esempi di gente comune che semina in silenzio e guarda caso, sono persone che con l'esempio sostituiscono fiumi di parole....comprese le mie.

giovedì 4 ottobre 2012

KATHARINA MIROSLAWA "CREDO ANCORA NELLA GIUSTIZIA"

Claudia Dyran- Rody Mirri- Katharina Miroslawa

Febbraio 1986  il delitto Mazza riempie le cronache giornalistiche e televisive riportando notizie e misteri sulla morte dell'imprenditore play boy assassinato a Parma nei pressi di casa sua in una gelida domenica di fine carnevale.
Un industriale che ama la bella vita,una spregiudicata ballerina polacca e un assicurazione da un miliardo diventano i protagonisti di uno dei più torbidi thriller italiani fatto di soldi,sesso e sangue.
Il 15 Maggio 1987 Katharina viene assolta ma la prima sezione penale della Cassazione presieduta da Corrado Carnevale anulla la sentenza e rinvia le carte in Corte d'assise d'appello.
Si deve ricominciare da capo.
La sentenza del 30 Giugno 1992 condanna Katharina a 21 anni di carcere ma lei ha gia preso il volo. Il 24 Febbraio 1993 la Cassazione chiude il caso dopo tre processi e sette gradi di giudizio.Katharina viene condannata a 21 anni e sei mesi.
Viene arrestata il 3 Febbraio del 2000 a Vienna e lei pronuncia la stessa frase che ripete dal Febbraio del 1986 "sono innocente".
Ma l'ennesimo colpo di scena lo scrive Witold l'ex marito di Katherina in un memoriale: "Ho fatto tutto da solo per gelosia. A premere il grilletto è stato Dimosthenes Dimopoulos un amico greco.
I fatti sembrano dare ragione alla bella Katharina Miroslawa che si è sempre professata innocente.
Un salvataggio tardivo giunto dopo la condanna definitiva della Cassazione e comunque insufficiente per la giustizia italiana a riaprire il processo. Ora Katharina dopo 12 anni lascia il carcere.
Conobbi Katharina Miroslawa alcune settimane dopo l'omicidio di Carlo Mazza, all'incontro erano presenti anche il suo avvocato Mario Ugolini e il fotoreporter Josè Luis Ledesma. "Bella e intrigante" fu il mio primo pensiero e da quell'incontro scaturirono i presupposti per lavorare insieme. Diventai  suo  manager. Il delitto "Mazza"era agli onori della cronaca e Katharina divenne suo malgrado un "personaggio, i vari programmi televisivi se la contendevano e le proposte lavorative riempivano la mia scrivania. Fu ospite da Enzo Biagi e Maurizio Costanzo,fece alcuni servizi fotografici con Bruno Oliviero e Josè Ledesma e rilasciò alcune interviste esclusive ma questo non servì a togliergli la fama di donna fatale e machiavellica. 
Machiavellica...esattamente l'opposto di quello che io pensavo,Katharina in certe sue affermazioni e atteggiamenti era di un ingenuità disarmante entrata in un tritacarne mediatico più grande di lei. Confusa e disorientata riempiva la sua mente con domande cui spesso era difficile trovare risposte lasciandosi cosi trascinare dagli eventi.  
 I successivi guai giudiziari di allora interuppero la nostra collaborazione, mi mandò dei saluti dal carcere con la richiesta di un mio libro tramite il giornalista del settimanale"Oggi"  Gavino Sulas.
Quest'estate una email di saluti speditami da Katharina  mi dava l'occasione di incontrarla. Successe a Venezia, la rividi dopo ventiquattro anni.
Katharina Miroslawa oggi non ha più paura del domani e sa esattamente quello che vuole, il libro che scriverò su di lei e con lei sarà il primo passo di un lungo percorso compresa la richiesta per la riapertura del caso per riprendersi quello che indipendentemente da tutto gli è stato tolto.
Katharina Miroslawa

Katharina Miroslawa

Katharina Miroslawa