lunedì 28 novembre 2016

L'INDIFFERENZA







Rody Mirri


La vita è piena di momenti e situazioni in cui optare per essere indifferenti rimane  la scelta migliore. Si tratta di una risorsa che ci fa scegliere se percepire gli stimoli oppure se allontanarli da noi.
Si dice saggiamente che “l’indifferenza è la risposta più dura, anche quando non ci si aspetta molto”. È dimostrato che, quando ostentiamo la nostra indifferenza verso un’altra persona, questo atteggiamento è uno dei più aggressivi e dolorosi che si possano assumere. Mostrare indifferenza verso qualcuno implica che stiamo ritirando tutti i nostri sentimenti e che l’altro, per noi, non esiste nemmeno.

 E non sempre l’indifferenza è negativa, è anche un meccanismo di difesa al quale ci afferriamo per non soffrire costanti delusioni di fronte alle vicissitudini della vita. Mantenerci in disparte e non aspettarsi nulla da niente e nessuno sono dei tentativi di auto-proteggerci. Se non fossimo capaci di diventare neutrali e dovessimo dare una risposta negativa o affermativa ogni volta che riceviamo uno stimolo, finiremmo esausti.
Pertanto l'indifferenza rimane forse l'unica arma efficace verso quelli che in modo subdolo predicano bene e razzolano male, in sostanza si racconta che le persone infelici sono le più arrabbiate con il mondo e mostrare indifferenza nei loro confronti è la forma più consona e sadica per fargli perdere il lume della ragione.

domenica 16 ottobre 2016

PRINCIPE DI RAGADA - Una giacca inconfondibile




MESSAGGIO PROMOZIONALE



Principe di Ragada
Indossare una giacca Principe di Ragada è semplicemente un modo d’essere,  una scelta azzardata, un distinguo inevitabile.  Una rottura con  schemi predefiniti,  un messaggio chiaro e lungimirante.
Tessuto originale “Loden” accuratamente selezionato, profili in pelle, particolari e peculiarità rigorosamente “Made in Italy” come la creatività e l’artigianato sviluppato nella produzione.
Le giacche Principe di Ragada sono uniche, personalizzate e inconfondibili.





https://www.principediragada.com/

giovedì 6 ottobre 2016

MICHELLE HUNZIKER UNA VITTORIA DI PIRRO.

Rody Mirri e Michelle Hunziker


Sorridente Michelle....Vedo che la sentenza di assoluzione nel processo che ti vedeva imputata per diffamazione aggravata nei miei confronti ti ha reso felice al punto di dimenticare alcuni fatti. Questa assoluzione riguarda il primo grado del processo e come dichiarato alla stampa dal tuo avvocato (Bongiorno) quando il pubblico ministero aveva  chiesto nei tuoi confronti sei mesi di reclusione   ci sono tre gradi di giudizio, ovviamente ci sarà l’appello poi, un terzo grado, quello della cassazione sicuro che per niente al mondo accetterai la prescrizione, sarebbe il colmo per una fondatrice di una associazione in difesa della donna e a quanto pare,  portatrice della verità assoluta. Rifiutando la prescrizione  potrai far valere le tue ragioni tali da non permettere a nessuno  di dubitare sulla tua irreprensibile onestà. Penso pure  che le notizie debbano essere sempre complete e oneste e non tralasciare particolari e precisazioni che possano alterare o modificare la giusta interpretazione dei fatti.  Non si può tralasciare di dire che un imputata che aveva chiesto il rito abbreviato nello stesso processo, stesso reato,ma con un altro giudice, è stata, sempre in primo grado, condannata ivi compreso  un risarcimento monetario nei miei confronti. Non si può tralasciare di dire che due tuoi testimoni per aver reso false dichiarazioni  in sede processuale sono stati denunciati. Giusto rammentare che qualcuno, dopo le accuse di organizzare produzioni fantasma, trasmesse da “Striscia” nel 2010  pensò di denunciarmi. Ebbene anche in questo caso sono stato prosciolto “perché il fatto non sussiste” smentendo di fatto le accuse che mi furono vergognosamente rivolte. Mi piace ricordare che non è stato Rody Mirri che ha chiesto per te, Laudadio e altri, pene che vanno dai  sei mesi  a un anno e quattro mesi di reclusione, ma sono stati richiesti dalla Procura di Rimini, dopo il dibattimento processuale.  Sorrido quando leggo che la tua denuncia pubblica nei miei confronti è stata fatta per tutelare giovani aspiranti  soubrette, forse ti sta sfuggendo dalle mani e dalla testa la realtà della tua vita, di chi eri, di quello che sei, ma soprattutto dimentichi il percorso da te fatto e proseguito per arrivare dove sei. Ambedue conosciamo benissimo questa storia e non ti permetterò più di sputare menzogne a discapito del sottoscritto e non basta un assoluzione in primo grado, che io rispetto ma che trovo aberrante, per salire sul piedistallo della giustizia.
Sappiamo ambedue che se il sottoscritto avesse accettato determinate  proposte finanziarie  (carta canta) non saremmo mai arrivati al processo,  ma se avessi colto questa opportunità per un pugno di soldi, anche se corposo, avrei rinnegato la mia dignità e calpestato quello che probabilmente tu ignori esista,  ovvero la decenza. Riconosco che la tua forza sta nei tanti interessi che gravitano attorno al tuo personaggio, riconosco che la tua tenacia nel sostenere un ruolo che non ti appartiene sia per certi versi ammirevole ma tutto questo non basterà quando qualcuno di veramente coraggioso e obbiettivamente onesto deciderà di scandagliare il tuo passato, di confrontare delle verità nascoste, e allora tutta questa messa in scena cadrà e forse, dico forse, capirai che la vita prima o poi presenta il conto. Forse, (toccandomi) quando questo succederà io avrò già giocato i tempi supplementari della vita, ma di una cosa  sono certo, non baratterei un minuto della mia vita in cambio della tua. Sono da sempre testardo e ostinato e credimi non lascerò nulla di intentato per far valere le mie ragioni e i miei diritti. Ti lascio prigioniera di te stessa, supponente e presuntuosa  tanto da pensare di essere onnipotente, ma ti ricordo che a volte la sconfitta è il blasone delle anime nobili e comunque sia soddisfa più una sconfitta pulita dove hai dato tutto, piuttosto che una vittoria ottenuta barando. Ricordalo quando, senza abbassare gli occhi, ti guarderai allo specchio.

martedì 6 settembre 2016

FLAMINIA ROMEO


 Ho conosciuto, frequentato, lavorato con una moltitudine di persone che “sgomitavano” per arrivare alla  tanto agognata tappa finale  della popolarità, si popolarità, perché il successo era  un'altra cosa, eppure in mezzo a questa marea di persone poche, anzi, pochissime di loro avevano priorità diverse che non avrebbero mai barattato per nessuna ragione al mondo.  Pur amando il loro lavoro avevano piedi per terra e tanto sale in zucca, sapendo che la strada che porta al successo non è come tanti, forse troppi  raccontano. Quando si arriva ad un bivio c’è sempre la possibilità di scegliere e indipendentemente dalle promesse o dalle prospettive, ognuno dovrà fare i conti con la propria eticità morale, senza se e senza ma.
Tra queste rare persone che custodisco affettuosamente nella stanza della memoria ricordo una dolcissima giovane donna, altruista, riflessiva e con un incrollabile senso della famiglia che guardava lontano con la consapevolezza che il suo traguardo era fatto di cose semplici e genuine. E così è stato, dimostrando che si  può arrivare ad esaudire le proprie aspirazioni professionali senza barattare sogni e speranze. Oggi Flaminia Romeo è sposa e mamma felice sapendo che nella vita le cose che contano sono le persone che ami, i ricordi che lasci e quelli che ti porti dietro.