giovedì 16 dicembre 2021

L' ANTIPATICA SELVAGGIA LUCARELLI

Casualmente venerdì 10 Dicembre 2021 ho incrociato a Roma Selvaggia Lucarelli negli studi televisivi del programma "Oggi è un altro giorno" Raiuno.Gli ho ricordato di aver scritto su un "Blog" che lei era antipatica. Lei beffarda come sempre, mi ha risposto "Strano è una novità, non sapevo di essere antipatica.." L'articolo in questione lo ripropongo di seguito.
Selvaggia Lucarelli sa essere antipatica come pochi. Selvaggia Lucarelli sa essere anche “stronza” come tanti. Ma è innegabile la sua determinazione nel dire sempre (o quasi sempre) quello che gli passa per la mente. Personalmente (mi piace un casino) la trovo intelligente e scaltra, capace di analizzare in un battito di ciglia quello che altri non riescono a recepire. Tutto questo fa parte del suo carattere e della sua indole rabbiosa verso quelle persone che pubblicamente mentono sapendo di mentire. Vero è anche che la Lucarelli conosce fatti e misfatti che non potrà mai raccontare e questo, visto le "lobby"gli costa fatica, pena la perdita di ruoli televisivi e non, che tutto sommato gli rendono notorietà, fama e soldi. Naturalmente e astutamente lei ci marcia con queste sue credenziali ma rimane un fatto che nulla fa per risultare simpatica ed è proprio per questo che piace. Può sembrare un controsenso ma in un mondo di pennivendoli lei è una che va controcorrente e sa sempre fermarsi un attimo prima, sia quando appare in qualche programma televisivo, così come quando scrive. Immagino che il suo più grande desiderio sia quello di raccontare quelle verità che si nascondono dietro la falsa moralità dei vari e noti personaggi della variegata tribù dello spettacolo, sport e politica. Mi auguro di non essere lontano dalla realtà scrivendo queste mie convinzioni su quella "antipatica" di Selvaggia.

lunedì 22 novembre 2021

PENSIERI AL BUIO - IL NUOVO LIBRO DI RODY MIRRI - edizioni Insubria

Rody è come il primo giorno d'autunno. In lui non c'è ancora la tristezza delle giornate grigie e piovose, ma c'è quella malinconia profonda che la fine dell'estate porta inevitabilmente con sè. In lui c'è la forza e la volontà di correre nel luogo in cui l'estate non è ancora finita: non importa quanto lontano sia. Rody ha tenacia e determinazione, coraggio e pazienza, ma sopratutto non ha intenzione di arrendersi. A cosa? Alla "commedia della vita" come la definisce lui:a questa giostra che a volte ci fa stare maledettamente male, ma di cui non si stufa mai di chiedere un altro giro. Leggere questo libro sarà come leggere la sua mente, perchè se Rody pensa qualcosa, senza alcun dubbio, prima o poi, la scrive... Mariana Guazzi

martedì 16 novembre 2021

PECCATO - IL LIBRO SCRITTO DA RODY MIRRI SULLA STORIA DI KATHARINA MIROSLAWA

Peccato, il libro di Katharina Miroslawa e Rody Mirri su Carlo Mazza Katharina ha anche scritto un libro, insieme a Rody Mirri. Il volume, intitolato Peccato, uscì nel 2013, poco dopo il suo ritorno in libertà. Argomento del libro, la storia di Carlo Mazza. Questo è un giallo, un giallo vero. Prima ancora è una relazione clandestina, a cui si arriva con amore e tradimento, passione e vergogna. Prima di tutto è una storia vera, che parla di sangue versato e verità taciute. Carlo Mazza vive al di sopra delle sue possibilità: centinaia di carte da mille ogni sera spese nei night di mezza Italia. Conosce anche Katharina in un night, a Modena: bella, troppo forse. Si vocifera nell’ambiente di un marito geloso Witold, che la segue sempre nelle esibizioni. Ma lei è la donna più ambita, Katharina, che danza vestita solo di gioielli fino a tarda notte. Sensuale ed ammaliante. Carlo deve averla, ma il gioco della conquista si tramuta presto in un sentimento inaspettato: si innamora di lei e lei di lui. Le intesta due polizze assicurative, una da un miliardo, l’altra del valore di mezzo miliardo di lire. La mattina del 9 febbraio 1986, all’interno della sua Renault, viene trovato il cadavere di Carlo Mazza: due fori alla testa, di una pistola calibro 6,35. Un omicidio: la storia assume i contorni fumosi di un giallo. E lei? Ha trascorso anni in carcere. Tornata in libertà a giugno di quest’anno, dopo otto anni di latitanza e dodici di detenzione, scontati al carcere della Giudecca di Venezia, ha scritto questo libro insieme al suo agente per raccontare la sua verità.

martedì 16 marzo 2021

MILANO TEATRO S.BABILA 1986

Ricordi... Ripeto spesso che basta una foto trovata per caso in una vecchia agenda per far partire i ricordi. Ogni volta è un viaggio nel tempo che ti fa tornare in mente anche cose che facevano parte della tua vita e il cui ricordo era rimasto assopito per anni in qualche cassetto polveroso della memoria. Eppure rivedendole è come una reazione a catena, altri ricordi, persone, luoghi che probabilmente nel tempo sono cambiati, ma che esisteranno ancora finche tu potrai ricordarli. Come in questo caso.
Milano Teatro S. Babila 1986. In occasione della premiazione dell'Ambrogino D'oro mi venne consegnata dall'assessore Gaetano Morazzoni la medaglia di civica benemerenza del Comune di Milano,oggi sostituita da un attestato. L'evento condotto, come sempre magistralmente, dall'indimenticabile Cesare Cadeo. In palcosenico tra numerosi ospiti Fred Bongusto e Enrico Beruschi.

mercoledì 13 gennaio 2021

RICCIONE - IL GIOCO DELLE COPPIE TRA AMICI...

Quando ci capita di rovvistare tra le tante scatole ingiallite dal tempo e lasciate sulla vecchia credenza posta in cantina, spesso la mente, causa vecchie fotografie che si materializzano tra le mani, ci catapulta nel passato. Fotografie datate che raccontano più delle parole, quando non esistevano gli smartphone ma le macchine fotografiche, quando se avvertiti, ci si metteva in posa e partiva lo scatto. Ecco che allora scattano i ricordi, periodo e luogo sono i primi pensieri poi, per un attimo e al rallentatore, scorrono nella nostra stanza della memoria le immagini di quella giornata... Queste fotografie che ho tra le mani parlano di tanti anni fa.
Riccione 1992 la spiaggia di fronte all'Hotel Mediterraneo. Location del programma “Il gioco delle coppie” per Rete 4 condotto da Giorgio Mastrota. All'epoca ero responsabile location per conto di Publitalia '80 (Fininvest) e avevo scelto Riccione come location per mille e più motivi, non ultimo il rapporto personale che mi legava a Romeo Corazza. Quel giorno registrammo una puntata spassosa e ricca di gag, dove illarità e divertimento dominavano la scena. Oltre al sottoscritto l'indimenticabile Romeo Corazza e Gianni Nistico proprietario del mitico Peter Pan di Riccione, tutti diretti da un divertente Giorgio Mastrota con la regia di Celeste Laudisio.

giovedì 10 dicembre 2020

MILANO 1979 - INAUGURAZIONE "STUDIO 54" - CHE TEMPI QUEI TEMPI

Che tempi, quei tempi...Era il mese di marzo del 1979 a Milano. L'inaugurazione dello "Studio 54" doveva essere un evento straordinario e per questo niente venne lasciato al caso. Alla consolle Il DJ americano Tony Carrasco, una squadra di baseball americano come buttafuori e la troupe televisiva del programma "L'altra domenica" condotta da Renzo Arbore per Raidue con l'inviata Silvia Annichiarico, ospiti VIP a iosa. Per supportare questo evento vennero chiusi per una settimana sia il Covo di Nord-Est a S.Margherita Ligure, Il Brera Bridge Club di Milano e il Greeen Club di Madonna di Campiglio in modo di avere tutti i dipendenti a disposizione. Tutto sembrava andasse per il meglio quando un gruppo di avventori staccandosi dalla pista da ballo gremita all'inverosimile si divisero in due; uno diretto alla consolle sita sul palco, gli altri verso il bancone bar che si trovava nel piano rialzato in cima alla sala (ex galleria del cinema Ambrosiano) Dalla consolle strapparono il microfono a Carrasco e iniziarono gli slogan contro l'apertura del locale considerato troppo borghese "Mentre gli operai muoiono a Marghera, voi spendete ventimila lire solo per entrare in questo locale di merda" era il leimotiv di quel gruppo. Tutto questo mentre l'altro gruppo in galleria, infilati dietro il bancone del bar, lanciavano giù verso la pista, gremita di persone, bottiglie e bicchieri sulla testa dei malcapitati. Ci fu il caos completo e solo verso le quattro del mattino si riuscì ad allontanare gli ultimi irriducibili ribelli.Ma non tutto terminò senza una nota ironica. Quando verso le 4 del mattino pubblico e contestatori si defilarono, in fondo alla pista da ballo sostava un gruppo formato da 5 irriducibili sovversivi. Facce da duri che non avendo nessuna intenzione di andarsene urlavano e sghizazzavano nei nostri confronti, in sostanza ci stavano prendendo per il culo. Dall'altra parte Lello Liguori con il sottoscritto e altre persone aspettavamo che questi facinorosi se ne andassero. Visto che questi non avevano intenzione di farlo, Lello mi disse con timbro deciso “Dai Rody vai te a dirgli di non rompere i coglioni e di andarsene subito.” Rimasi per un istante sbigottito, ma non volendo fare la figura con Lello e gli altri presenti di essere un cagasotto, raggiunsi con piglio e decisione il gruppo di queste teste di cazzo che mi attendevano (la distanza tra noi e loro era di circa 50 metri) e davanti alle loro facce poco raccomandabili dissi “ Scusate che ore sono?”. Ovviamente tra sberleffi risate e provocazioni mi mandarono a fanculo. Raggiunsi Lello e gli altri con calma apparente e non senza soddisfazione dissi “Tranquillo Lello tra 10 minuti se ne vanno”. E stranamente e per fortuna così fecero. La parte ironica di questo fatto fu che il giorno dopo tutti, saputo la storia, si chiesero che cosa io avessi detto per far in modo che questi cazzuti se ne andassero e Lello rispondeva, "semplice Rody è uno con le palle". Quando mesi dopo raccontai come veramente andò. Liguori rise per un mese intero. Ovviamente la serata dell'inaugurazione finì con grande clamore sui giornali e tv. Lello Liguori in accordo con i leader della protesta, per non avere altre sorprese di questo genere, dovette aprire un locale/discoteca apposta per loro, il "Punto Rosso". Lello Liguori, patron dello "Studio 54" mi volle al suo fianco in questa avventura che mi permise di avere i miei primi contatti con il mondo dello spettacolo. Ricordo che allo "Studio 54" tempo dopo durante le prove pomeridiane per il debutto della star dell'epoca, Dee D Jackson, mentre me ne stavo seduto in platea per seguire le prove, si sedette al mio fianco un giovane con un paio di occhiali bianchi. In modo gentile e scusandosi per il disturbo mi chiese se era possibile far avere una musicassetta a Dee D Jackson. Il suo nome era Enrico Ruggeri. Che tempi, quei tempi..

venerdì 13 novembre 2020

SARANNO COINCIDENZE MA......

Domenica 1 novembre parto per Riva del Garda, da settimane mi riproponevo di farlo e finalmente, vista la bella giornata autunnale, salgo in auto e parto. Rilassato, senza fretta. Lungo la strada che costeggia il lago rivedevo luoghi a me conosciuti in un passato lontano e con essi i ricordi che tornavano a bussare nella stanza della memoria. Amicizie, amori e lavoro si mescolavano in quel lungo tragitto e senza accorgermene mi ritrovai a Riva del Garda. Imboccai una strada che già conoscevo per arrivare in fretta in un parcheggio del centro. Nella salita, sulla destra diedi un occhiata veloce verso un albergo gestito da un mio vecchio amico che non vedevo da oltre 30 anni. Amo da sempre le sorprese e pensai veramente di fermarmi per un saluto, ma il tutto durò pochi secondi che già ero arrivato al parcheggio. Solito giro per i vicoli del centro, un aperitivo nella piazza principale sul lungolago e un ottimo pranzo al "Leon D'Oro". Nel tardo pomeriggio proseguii verso Malcesine per godermi tutta la costa gardesana fino alla sponda veronese. Ieri 11 novembre causa il lokdown imposto e Milano poca sicura, segregato in casa, decido dopo anni di aprire un baule dove custodisco gelosamente centinaia e centinaia di fotografie. Una sigaretta, un caffè e album dopo album mi passano sotto i miei occhi un sacco di foto, ovviamente su alcune mi soffermo, le osservo per bene e automaticamente scorrono i ricordi. Tra queste tante foto mi capita tra le mani quelle fatte con Paolo un mio vecchio amico, lo stesso che volevo salutare quando transitai davanti al suo albergo a Riva del Garda alcuni giorni fa. D'istinto con il cellulare ho fotografato alcune foto ingiallite dal tempo che ritraevano me e Paolo 40 anni fa in atteggiamenti scherzosi, scatti fatti in montagna a Pinzolo e precisamente al bar "Genzianella". Mi ripromisi che alla prima occasione, tornando a Riva del Garda l'avrei rivisto e con lui avremmo riso su quelle foto. Poche ore fa, 12 novembre ore 23.30 rispondendo ad un messaggio scorgo sulla pagina di Facebook un articolo del quotidiano "L'Adige". "Paolo Marchi Vidi, il noto albergatore e navigatore stroncato dal Covid a 61 anni. Paolo una vulcanica fucina di mille idee, è salpato per il viaggio più lungo della sua vita nel pomeriggio di ieri." Un pugno allo stomaco rimanendo inebetito. Riaccendo la mia maledetta sigaretta e fisso il soffitto di casa. Saranno coincidenze ma...

martedì 20 ottobre 2020

LORELLA CUCCARINI - QUANDO CONTANO I FATTI....

In questi mesi le cronache hanno riportato con ampio spazio la diatriba tra il giornalista Alberto Matano e Lorella Cuccarini. Personalmente non conosco Matano e tanto basta per non esprimermi nei suoi confronti, in compenso posso raccontare chi è Lorella Cuccarini. Lo posso fare perchè con lei ho avuto modo di lavorare e di conoscerla. Per conoscere bene una persona devi frequentarla non nei salotti televisivi o al tavolo di qualche ristorante ma sul posto di lavoro magari per qualche mese se impegnati in una produzione televisiva. Era il 1990 e Lorella era la conduttrice insieme a Marco Columbro del programma "Bellezze sulla Neve" trasmessa da Canale 5. Lo studio era una tensostruttura issata sopra il laghetto ghiacciato di Madonna di Campiglio. La scaletta del programma prevedeva la presenza di Lorella sia sul palco che sulla pista di ghiaccio. Lorella mi confidò di non aver dimestichezza con i pattini e che avrebbe desiderato prendere delle lezioni onde evitare di trovarsi in difficolta nei suoi spostamenti sulla pista, magari con cadute che potessero causare anche qualche brutto incidente. Detto fatto, per non condizionare gli orari di scaletta delle prove e di conseguenza creare qualche disagio all’ intero cast, Lorella chiese se era possibile farla accompagnare tutte le mattine allo stadio del Ghiaccio di Pinzolo distante 13 KM. L'orario concordato con il maestro di pattinaggio era dalle sette alle nove del mattino. Fu il primo segnale che mi fece capire il piglio e la serietà con cui Lorella recepiva il lavoro, dove niente era lasciato al caso o alla improvvisazione. Fu così che tutti i giorni, alle sei del mattino, Lorella era pronta per farsi accompagnare insieme al fratello Roberto allo stadio di Pinzolo. Al pomeriggio le prove di ballo con il coreografo Marco Garofalo. Poi la riunione con la redazione capitanata dal regista Beppe Recchia e poi ancora in sartoria per la prova vestiti. Mai un lamento, mai una rimostranza. Ma quello che mi colpiva era il rispetto che Lorella aveva nei confronti di tutto la produzione, sempre disponibile e rispettosa dai vertici alle maestranze, nessuno escluso. Mi veniva facile fare il confronto con altre soubrette per capire che non basta salire su un palcoscenico per considerarsi un artista, essere artisti vuol dire sensibilità e attenzione, passione e forza di volontà, un “modus vivendi” che Lorella incarnava alla perfezione. Potrei dilungarmi su altri episodi che rafforzerebbero benevolmente l’artista Cuccarini ma termino con un episodio a cui non servono tanti fronzoli. La tensostruttura che copriva il laghetto, nei giorni che precedettero la registrazione della prima puntata, dopo una copiosa nevicata non seppe reggere al peso della neve e crollò. In una settimana dovemmo spostare tutto lo studio, coreografia compresa al Palazzo del ghiaccio di Pinzolo e fu un impresa davvero complicata, ma tutto andò per il verso giusto e riuscimmo ad arrivare puntuali all'ultima puntata, mancavano tre giorni a Natale. Il presidente della Azienda di Soggiorno con altri amministratori per ringraziare la produzione prima della partenza invitò il cast artistico ad una cena. L'unica che non partecipò alla cena fu Lorella Cuccarini. Lei scelse di andare in un altro ristorante con tutta la troupe e le maestranze per un ringraziamento ed un saluto il tutto accompagnato da una maestosa torta. Un gesto di rispetto che Lorella volle condividere con chi troppo spesso viene relegato a semplice comparsa. Questa era ed è Lorella Cuccarini...

martedì 22 settembre 2020

LE "RADICI" DI ENEA BASTIANINI

Il suo viso ha l’espressione uguale da quando era un ragazzino, stesso sorriso e stessa maestria. Ieri guardando in tv la gara di Moto 2 mi sono entusiasmato, incazzato e poi ancora esultato. Enea Bastianini ha vinto la gara proprio nella terra di Romagna, casa sua. Nel 2009 in una mattina di domenica , mentre percorrevo la statale che portava a Rimini per un aperitivo, appena fuori Riccione, notavo un assembramento di persone nei pressi di un Kartdromo. Incuriosito decisi di fermarmi, parcheggiai l’auto e mi misi al bordo della pista dove si stava svolgendo una prova per il Campionato Italiano di “Minimoto”. In testa ad un gruppo di questi “mini piloti” notai un ragazzino che con una grinta sportiva non da poco, dimostrava di non aver nessuna intenzione di farsi superare dai due inseguitori che lo tallonavano. Il fatto mi entusiasmò e non poco, al punto che tifai per lui durante tutta la gara che con merito vinse. Chiesi ad uno spettatore posto al mio fianco che stava ancora esultando per quella vittoria, informazioni sul giovane pilota. Guarda caso era un parente del giovane Enea Bastianini il vincitore che poco dopo mi trascinò verso lo stand dove feci la conoscenza dei genitori e del piccolo giovane vincitore. Dopo una settimana nel mio ufficio ci fu un incontro con il papà del giovane pilota dove si gettarono le basi per una reciproca collaborazione. Fu così che conobbi e frequentai per un periodo di tempo Enea a la famiglia Bastianini. Enea era un ragazzino non solo bello ma mi stupì la sua silenziosa determinazione, parlava poco ma capiva molto e si intuiva che aveva già chiaro in testa quale era la strada del suo futuro. Papà Emilio con mamma Antonella seguivano e rispettavano le sue scelte, anche quando lo iscrissero ad un corso di nuoto dove Enea si dimostrò un valente sportivo. Era dal 1997 che Enea faceva parte del progetto giovani azzurri e nelle sue categorie saliva sempre sul podio diventando il primo della Polisportiva riccionese a salire sul podio tricolore arrivando secondo. La sua allenatrice era Alicia Carretero ex nazionale di tuffi spagnola che ebbi il piacere di conoscere. Pur portando avanti in parallelo due sport Enea fu lasciato libero di scegliere e ovviamente Enea optò per proseguire il suo sogno, quello di correre con le moto. In due anni Enea vinse con le minimoto il Campionato Europeo, Nazionale e Regionale. Per festeggiare questi titoli organizzai un evento al “Blubar” di Riccione in Viale Ceccarini ma commisi un errore seppur veniale, coinvolgendo in quell’evento anche Mattia Pasini e il suo team che allora correva nel Moto GP classe 2. In quel contesto le maggiori attenzioni della stampa e delle tv furono per Mattia, dimenticandosi che il festeggiato era invece Enea e le sue vittorie. Questo lasciò l’amaro in bocca al giovanissimo Enea che con ragione si sentì trascurato. Le minimoto all’epoca erano seguite pochissimo dalla stampa nazionale mentre il GP con Valentino Rossi era all’apice e dopo due settimane si correva il Gran Premio di Moto GP a Misano dove gareggiava Mattia Pasini che salì sul podio al primo posto. Vinse la gara con una moto color rosa in onore della “Notte Rosa” che si svolge tutt’ora ogni anno sul littorale romagnolo. Qualche tempo dopo ad Enea, nonostante la giovane età, gli venne proposto la guida di una moto Honda HIRP 100cc che presentammo in anteprima a Riccione in noto locale in Via dei Mille. Scelsi per condurre l’evento una giovane Neraida Bega, oggi attrice affermata che vive in California a Hollywood. Oltre alla moto un nuovo contratto che gli avrebbe aperto le porte verso il meritato successo. Conservo e custodisco gelosamente le foto con altro materiale che servirono per il suo primo sito in rete, ma soprattutto conservo il ricordo di un ragazzo eccezionale che aveva nel suo DNA la grinta e quel pizzico di follia che solo chi ha solide radici possono permettersi, ma questo è anche merito di Emilio e Antonella i suoi genitori.