giovedì 27 agosto 2020

L'ESTATE STA FINENDO E UN ANNO SE NE VA...

 





L'estate sta finendo e un anno se ne va...

Evidentemente dopo i cinquant'anni l'orologio del tempo corre come un forsennato, figurarsi dopo i sessanta e così via. Non fai in tempo a goderti le ultime giornate ferragostane che senza accorgermene è già settembre, le giornate si accorciano così come si accorciano gli anni che rimangono. Eppure invecchiare è una fortuna perchè l'alternativa è una sola, morire. 

Ci sono però anche effetti positivi e questi derivano dal nostro passato, qualunque esso sia perchè noi tutti, abbiamo i nostri cassetti della memoria, alcuni ci riportano indietro e si chiamano ricordi, altri ci portano avanti e si chiamano sogni. Ambedue servono e battono dentro di noi come un secondo cuore. I ricordi del passato, se vissuto come fonte delle nostre scelte, comprese quelle sbagliate, sono sempre nostalgici e zeppi di occasioni mancate. Ma alcuni ricordi si fermano sempre, come un orologio, sulle ore in cui siamo stati felici e innamorati. Spesso nei ricordi ci sono dettagli e frammenti che uniti trovi il profumo di quella persona e ti rendi conto di quanto ti manca.  Ci sono poi altri ricordi fatti di compagnie, persone care, luoghi e viaggi, ma sono ricordi e malinconia e come tali vanno di pari passo.

Poi ci sono i sogni che, quasi mai si realizzano, ma sono il carburante della speranza e anche questi ci danno una mano nel progettare mentalmente il nostro futuro magari con la persona che ora è al nostro fianco, ma senza dimenticare che i sogni sono pagine di un libro scritte dal tuo cuore.

Morale..Come diceva il saggio, saper invecchiare significa saper trovare un accordo decente tra il tuo volto di vecchio e il tuo cuore e cervello di giovane.



domenica 12 luglio 2020

RITORNA NELLE LIBRERIE IL LIBRO "IT'S YOUR SONG" autore Rody Mirri




                                                                 


Ritorna nelle librerie da Settembre il libro "It's Your Song" scritto nel 2007 da Rody Mirri sulla storia di Gianni Versace e Antonio D'Amico.
Un percorso di vita la loro durato quindici anni, una relazione che abbraccia anche il lavoro. Antonio si nutre e si ciba della genialità di Gianni. Un quadro, una scultura o semplicemente un luogo, ispirano il "Genio" che tramuta queste emozioni in arte.
La scelta di questa nuova ristampa, resosi doverosa visto le  numerose richieste da parte dei lettori, è dovuta al fatto che oggi una  storia d'amore, tra due persone dello stesso sesso non è più vista con quella ambiguità e scetticismo di tredici anni fa. La strada è ancora lunga ma storie come quella scritta nel libro dall'autore, servono più di tanti talk-show dove le parole spesso sono macigni che otturano la mente.

V.Verri - Media Relations
















giovedì 20 febbraio 2020

DEBUTTA IN TEATRO LA STORIA DI CHICO FORTI



26 Marzo 2020 ore 21.00 c/o il Cinema Teatro Fellini di Rozzano (MI)
Un gruppo di giovani attori hanno scritto e sceneggiato "CHICO FORTI - LIBERTA' INCASTRATA" una pièce teatrale sulla storia di Chico. Con il patrocinio del Comune di Rozzano la presentano il 26 Marzo al teatro Fellini di Rozzano. L'ingresso a donazione libera sarà totalmente a favore di Chico.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!






lunedì 23 dicembre 2019

AUGURI DI BUONE FESTE.. UN IPOCRISIA EVIDENTE.

Riporto quanto ho scritto nel 2018..



Non ho particolarmente a cuore le feste comandate, anche se riconosco nel Natale una strana e mistica atmosfera che aleggia nell’aria , questo  probabilmente  centra poco o niente  con il vero significato che il Natale  rappresenta per un non credente.
Così anche quest’anno  arriva  puntualmente  il Natale e tutti festeggiano. Tutti sorridenti e felici, gentili e altruisti ma sotto sotto, quanti di quei sorrisi sono veri? Quanto sono veri gli auguri che riceviamo? Oppure è tutta una finzione, pura e stramaledetta finzione.   L’ipocrisia di chi non ti fila per tutto l’’anno nemmeno di striscio e poi a Natale, quando l’incontri, ti dice “Auguri e buon Natale” con un sorriso beffardo, più che un augurio sincero sembra una grande presa per il culo. Ovviamente ci sono persone che ci tengono realmente a te e sono tante  ma quelle le vedi e le senti vicine, sempre e comunque tutto l’anno, anche se vivono  chilometri distanti da te.  
Mi sa che  la nascita di Gesù è secondaria per molti e che invece contano di più i riti mondani  e le strumentalizzazioni commerciali che ci vogliono, come dicevo, tutti felici e contenti trasformando così  il Natale  in una grande trovata commerciale utilizzando il termine  “tradizione” solo per giustificarla.  L’ipocrisia  delle feste non è data da ciò che queste rappresentano, ma da come le persone o per lo meno la maggior parte di esse la vivono.
Trasformare il  Natale in un film dove tutti si fingono più buoni e sorridenti è semplicemente il teatro della vita.
Poi si passa ad un altro rito che da sempre detesto, il capodanno. Con questa festa arriveranno puntuali gli pseudo auguri copia/incolla, quasi tutti di persone che non senti e non frequenti quasi mai.
Ma personalmente il capodanno non lo amo principalmente  per alcuni motivi;  il primo di questi è che dovresti divertirti per forza e io, che da sempre mi diverto indipendentemente dal capodanno, trovo questa usanza comune, poco comune alle mie abitudini. Secondo motivo; rispondere alla domanda detestabile “Che fai a capodanno?” Non si capisce mai se è un invito o una curiosità,  se poi è detta da persone che non frequenti abitualmente diventa fastidiosa, quasi fossi costretto a giustificare la mia opzione. Terzo motivo; non amo i cenoni ne tanto meno mangiare in ristoranti strapieni di gente dove spendi normalmente il doppio, non mangi quasi mai bene e l’attesa tra un piatto e l’altro diventa una gara a tappe.  Quarto motivo; Non sopporto i buoni propositi che inevitabilmente tutti hanno per l’anno nuovo e che, guarda caso, non si mantengono quasi mai. Quinto motivo;  Alla mia età che motivo ho di festeggiare visto che seppur, per grazia ricevuta, ho un anno in più...






venerdì 22 novembre 2019

CHICO FORTI - QUANDO LA GIUSTIZIA FA PAURA




Chico Forti

Pensavo di conoscere la storia di Chico Forti, pensavo ma, dopo aver visto il servizio trasmesso dalle"Iene"(Italia Uno del 19-11-2020) sono rimasto basito e penso che questo valga anche per chiunque l'abbia visto. Senza entrare nel merito di quello che evidentemente non quadra, e sono parecchie le cose e i fatti che non quadrano, penso che se invertendo gli avvenimenti ad un cittadino americano fosse successo quello che negli Usa ha portato all'ergastolo Chico Forti,  probabilmente il finale  non sarebbe propriamente così. E mi pongo delle domande.

Queste cose succedono nella  America democratica che ci ha riempito la testa di telefilm alla Perry Mason dove si esalta la democrazia. In una nazione che utilizza come simbolo "La statua della libertà" dove regna sovrana la giustizia che non solo è imparziale ma infallibile, anche se  probabilmente nella maggioranza dei casi è proprio così, sfortuna vuole e ammesso che sia solo sfortuna, Chico Forti non rientra in questa maggioranza. Se è vero come lo è che nei tribunali americani vale una regola su tutte, ovvero la "Brady motion"dove si annulla un processo se l'accusa nasconde le prove a favore della difesa. Allora perchè non vale questa ferrea regola per Chico Forti? E questo è un dato di fatto accertato perche le prove a favore di Chico sono state completamente ignorate, manipolate, fatte sparire o modificate.
Ricordo l'incidente della funivia Cermis nel febbraio del 1998 quando un aereo statunitense volando ad una quota inferiore a quanto concesso e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia del Cermis provocando la morte di venti persone. I piloti furono sottoposti a processo, non in Italia, ma negli Stati Uniti e conseguentemente assolti dalle accuse di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo.
Quando Amanda Nox venne condannata in Italia per l'omicidio a Perugia di Meredith Kercher intervenne Hillary Clinton in prima persona dichiarando che presto per questo fatto si sarebbe incontrata con la senatrice democratica Maria Cantwell, la quale dichiarò che nella condanna a Perugia contro Amanda Nox c'era "una evidente mancanza di prove" e la sentenza a suo avviso rifletteva un diffuso"antiamericanismo". Poi sappiamo tutti come è andata. 

In questo momento ci sono due cittadini americani che, dopo aver ammesso le loro responsabilità si trovano nel carcere romano di Regina Coeli per l'uccisione di un carabiniere di 35 anni, Mario Cerciello Rega. Fatto avvenuto a Roma il 26 Luglio scorso. Sono curioso di vedere cosa succederà in seguito, quando e nel caso fossero giudicati colpevoli, se trascorreranno nelle nostre patrie galere tutta la pena, così come dovrebbe essere, oppure se il governo americano con i suoi legali ancora una volta ci metterà lo zampino.
Il governo americano difende ad oltranza i propri cittadini, il governo Italiano non sempre. Anche nel caso allucinante di Chico Forti  ad oggi solo un forte silenzio, peccato.  Evidentemente non essendo un caso politico non interessa, eppure in qualunque caso quando la posta in palio può diventare fonte di voti, ecco che ci si mobilita immediatamente e lo si fa diventare un caso nazionale.
In questa storia Chico Forti sostiene di essere stato "incastrato"e che tutto, secondo lui, è successo dopo l'uscita del suo documentario sulla morte di Gianni Versace "Il sorriso della Medusa". Non ci è dato sapere se questo corrisponde alla realtà ma sembra che questa ipotesi è sostenuta da più persone e il mistero si infittisce.
Una cosa è certa, in questa storia troppe anomalie, troppi e evidenti depistaggi, troppo di tutto. Intanto un italiano di nome Chico Forti da vent'anni è in una cella della Florida in attesa di giustizia. 


martedì 24 settembre 2019

IL MEGLIO DELLA VITA DEVE ANCORA AVVENIRE..




Viaggiando e incontrando parecchie persone non sfugge alla mia curiosità un fenomeno che sembra inarrestabile. Nei volti delle  persone, nelle loro parole e atteggiamenti  noto una malcelata vena di infelicità e questo, a dispetto di quanto si possa pensare, ha poco a che vedere con le condizioni di vita. 
Sono e rimango fermamente convinto che il pessimismo sia l’anticamera della infelicità che per sua natura, è nocivo alla pari del fumo passivo e contagia a chi ci sta attorno. Quando una persona è infelice è molto difficile starle accanto, chi vive nell’infelicità è inevitabilmente un  pessimista convinto e vive nella convinzione che se la vita ha riservato loro e ingiustamente delle brutte sorprese lo farà anche con gli altri. In tanti  sottovalutano di come sia letale il pessimismo.
Quando uno ce l’ha con tutto e tutti e assume un atteggiamento vittimistico  ingigantendo i problemi, oppure quando spreca il suo tempo per criticare qualcuno, quando le colpe derivano perche si è troppo buoni, ecco i segnali evidenti che il pessimismo e l’infelicità regnano nell’animo di queste persone.
Quando vi impegnate per raggiungere un obbiettivo ambizioso,  questo genere di persone ovvero, i pessimisti e gli infelici, saranno sempre pronti a dirvi di lasciare perdere “Non ti conviene” ma chi te lo fa fare?”. Proprio perche queste persone sono le prime a non avere nessun obbiettivo, anzi, sono talmente frustrate che il solo pensiero che ti possa andar bene crea a loro una frustrazione che nel tempo diventa fobia, perche il successo degli altri diventa il termometro del loro fallimento. Ecco perché una persona pessimista e infelice diventa negativa da non frequentare perche nel tempo  potrà impedirci di prendere il volo.
Pensare positivo invece produce  un toccasana che impedirà all’pessimista imbecille di colpirci alle spalle fermando i nostri sogni, spegnendo i nostri sorrisi facendoci sentire sbagliati. Riflettete.. chi è ottimista ha sempre nuove idee, progetti e non dispera mai, il pessimista ha sempre una scusa pronta per dare la colpa a se stesso o a qualcuno.
Personalmente  mi piace pensare che  il meglio della vita deve ancora arrivare...

venerdì 5 aprile 2019

CESARE CADEO UN GENTILUOMO...

CESARE CADEO



La giornata di oggi è iniziata con una pessima notizia, la morte di Cesare Cadeo. Una telefonata di un amica  mi informa della triste dipartita proseguita poi con aneddoti e ricordi di tempi lontani trascorsi con Cesare.
Era un estate di tanto tempo fa quando le nostre strade si incrociarono grazie alla tournè “Estate insieme” che ci portò in giro per l’Italia per diversi mesi, un amicizia che nel tempo divenne anche una costante collaborazione professionale. Tanti gli eventi e i ricordi  che mi legano a Cesare, uno su tutti, quando nel lontano 1987 mi comunicò che al Teatro S.Babila in occasione dell’ Ambrogino d’oro  mi sarebbe stata consegnata una medaglia del Comune di Milano da parte dell’assessore Gaetano Morazzoni  per una serie di eventi che avevo prodotto al Palatrussardi. Fu grazie a lui che ricevetti questo riconoscimento a dimostrazione di quanto fosse una persona riconoscente e gentiluomo.


Teatro S. Babila - Milano

mercoledì 26 dicembre 2018

IL MITICO PUB "DA GIORGIO" IN VAL RENDENA



"PUB da GIORGIO" Iavrè

Per i giovani della Val Rendena negli anni 70 il tempo dedicato al divertimento seguiva dei riti consolidati.
A Pinzolo, Il cinema “Dolomiti”  l’unico della valle, ( l’alternativa era quello di Tione) si riempiva il sabato sera, mentre nel giorno di martedì le proiezioni erano solo per chi aveva compiuto i 18anni così si potevano vedere  le prime immagini di donne nude, quelle per intenderci che oggi si vedono in tv.  I minorenni invece frequentavano la sala cinematografica della parrocchia il “Laurentianum” alla domenica pomeriggio. Crescendo, rigorosamente al sabato sera  in pizzeria al “Mildas” ma sul tardi solo dopo aver trascorso la serata al “Ciclamino”  dove si cercava di emulare “La febbre del sabato sera” oppure al “Rio” di Caderzone  o al “Nutsy”  di Vigo Rendena, ma molte di queste discoteche aprivano anche la domenica  pomeriggio. Chi aveva la fortuna di possedere un motorino ( la miscela costava 150 lire al litro) o una mitica “500” Fiat, poteva frequentare la taverna dell’hotel “Milano” a Tione o  in alternativa una minuscola discoteca a Bolbeno.
Le amicizie all’epoca non erano fittizie ma tutte reali. Apparivano i primi jeans a zampa di elefante una moda apprezzata dai giovani e non potevano mancare i veri Ray-ban.  Era un periodo poverissimo di gadgets tecnologici, ma ricco di contatti umani visto che non esistevano ancora quelli virtuali. Nessuno veniva scaricato via sms o whatsapp e il bullismo lo affrontavi con i pugni. Si viveva  di pallone, bicicletta o motorino e ci si arrampicava ancora sugli alberi,  a seguire qualche disco in vinile dei nostri cantanti preferiti . Non si andava al mare con tutta la famiglia, visti i tempi era quasi impossibile, qualcuno al mare ci andava si ma, in colonia. Bisognava andare alla messa tassativamente, pena le sgridate pazzesche dei genitori. Per comunicare al posto dei cellulari le cabine del telefono con i mitici gettoni, poi le lettere e tante cartoline.


Interno Pub da Giorgio
E proprio in quegli anni un giovane ragazzo, dopo aver frequentato la scuola alberghiera di Stresa e lavorato come barman  in alcuni famosi locali in giro per l’Italia, apriva un bar a Iavrè. Divenne immediatamente un ritrovo anomalo per come era concepito un bar in Val Rendena, e Giorgio Valentini, estroso ma lungimirante barman, portò in quel locale una ventata di novità che lasciò inorriditi i benpensanti. Fu così che piano piano trasformò quel luogo in un esclusivo pub con annessa sala di ristorazione e qualche camera per ospiti, non solo, raccogliendo cimeli di antiche e locali professioni, reperti  della prima prima guerra mondiale e altre bizzarrie varie divenne un piccolo e apprezzato museo. Ma l’eccentricità di Giorgio non fu solo quella, abituò la propria clientela ad un altro e diverso approccio con il bere. Lui, abile barman insegnò il piacere di sorseggiare i primi cocktail quando, in tanti manco sapevano cosa erano, oppure provocatore nato, utilizzava per il “caffè alla vodostana” delle grolle in terracotta con un particolare, il cliente o meglio le clienti, per poter bere quella prelibatezza dovevano  necessariamente deglutire tramite una protuberanza  posta sul lato della grolla. Tutto nella norma se non fosse che  quella protuberanza era  una forma fallica. La toilette del locale era una sala lettura, nel senso che trovavi appesi alle pareti diciture trasgressive e ironiche. Ma il carattere di Giorgio  mal sopportava la maleducazione e l’incapacità da parte di alcuni clienti  di accettare un altro modo di stare in un locale pubblico, così dotò i suoi clienti della chiave del suo pub, gli altri, dovevano suonare  un campanello posto all’ingresso del locale. Quando apriva la porta a Giorgio bastava uno sguardo per capire chi far entrare. Nacque così il primo pub privè dalla valle dove oltre la professionalità il tutto si accompagnava con il gusto della sana trasgressione,  la ricerca dell’ironia e il piacere della compagnia e dell’avventura,  si perché di avventure in quel locale ne sono capitate tante ma alcune impossibili da raccontare. Ora dopo parecchi anni quel locale famoso, ritrovo di tantissime persone, è chiuso da tempo e Giorgio trascorre la meritata pensione in famiglia. Ogni tanto ci si sente al telefono  e quando torno nella verde valle mi fermo da lui per un saluto. Lo trovo quasi sempre nel giardino di casa sua che sta  dando  da mangiare a tanti uccellini che si adagiano sulla sua mano. Insieme ricordiamo  gli amici di un tempo e le tante avventure vissute in quel periodo senza per questo rimanere intrappolati nel passato e senza dimenticare che il tutto è stato condito con il profumo inebriante della gioventù. Ma  di una cosa sono certo ed è quella che Giorgio  l’avventura più bella la vissuta e la vive ora, con la sua famiglia, una moglie e un figlio di cui andarne fieri, lo capisco dalla dolcezza infinita con cui guarda loro, lo capisco perché lo conosco da una vita…
RODY MIRRI _ GIORGIO VALENTINI - LIGNANO SABBIADORO 1977

domenica 23 dicembre 2018

L'IPOCRISIA INVADENTE DELLE FESTE NATALIZIE,CAPODANNO COMPRESO.



Non ho particolarmente a cuore le feste comandate, anche se riconosco nel Natale una strana e mistica atmosfera che alleggia nell’aria , questo  probabilmente  centra poco o niente  con il vero significato che il Natale  rappresenta per un non credente.
Così anche quest’anno  arriva  puntualmente  il Natale e tutti festeggiano. Tutti sorridenti e felici, gentili e altruisti ma sotto sotto, quanti di quei sorrisi sono veri? Quanto sono veri gli auguri che riceviamo? Oppure è tutta una finzione, pura e stramaledetta finzione.   L’ipocrisia di chi non ti fila per tutto l’anno nemmeno di striscio e poi a Natale, quando l’incontri, ti dice “Buon Natale” con un sorriso beffardo che più che un augurio sincero sembra una grande presa per il culo. Ovviamente ci sono persone che ci tengono realmente a te e sono tante  ma quelle le vedi e le senti vicine sempre e comunque tutto l’anno anche se vivono  chilometri distanti da te.  
Mi sa che  la nascita di Gesù è secondaria per molti e che invece contano di più i riti mondani  e le strumentalizzazioni commerciali che ci vogliono come dicevo tutti felici e contenti trasformando così  il Natale  in una grande trovata commerciale utilizzando il termine  “tradizione” solo per giustificarla.  L’ipocrisia  delle feste non è data da ciò che queste rappresentano, ma da come le persone o per lo meno la maggior parte di esse la vivono.
Trasformare il  Natale in un film dove tutti si fingono più buoni e sorridenti è semplicemente il teatro della vita.
Poi si passa ad un altro rito che da sempre detesto, il capodanno. Con questa festa arriveranno puntuali gli pseudo auguri copia/incolla, quasi tutti di persone che non senti e non frequenti quasi mai.
 Ma personalmente il capodanno lo detesto principalmente  per alcuni motivi;  il primo di questi è quello che ti devi divertire per forza e io, che da sempre mi diverto indipendentemente dal capodanno, trovo questa usanza comune, poco comune alle mie abitudini. Secondo motivo; rispondere alla domanda detestabile “Che fai a capodanno?” Non capisci mai se è un invito o una curiosità e se poi è detta da persone che non frequenti abitualmente diventa fastidiosa, quasi fossi costretto a giustificare la mia opzione. Terzo motivo; non amo i cenoni ne tantomeno mangiare in ristoranti strapieni di gente dove spendi normalmente il doppio, non mangi quasi mai bene e l’attesa tra un piatto e l’altro diventa una gara a tappe.  Quarto motivo; Non sopporto i buoni propositi che inevitabilmente tutti hanno per l’anno nuovo e che, guarda caso, non si mantengono quasi mai. Quinto motivo;  Alla mia età che motivo ho di festeggiare visto che seppur, per grazia ricevuta, ho un anno in più...






lunedì 3 dicembre 2018

UN GIORNO QUALSIASI...

LA CANTINA DELLA MUSICA


A volte e casualmente ti accorgi che c’è ancora gente che si sa divertire con le proprie passioni…
Giorni fa,durante un week end trascorso sul lago di Garda, mi sono ritrovato  con delle amiche per un aperitivo a Salò, in P.zza Cavour al Winebar  “Camillo”.
La serata trascorreva piacevolmente tra calici di buon vino e stuzzichini invitanti quando Valeria, amica di vecchia data propose di seguirla in una cantina poco distante, “Sarà una sorpresa..” disse con una malcelata ironia.  Fu così che ci trovammo, dopo una breve camminata, davanti ad un portone senza insegne in un vicolo appena illuminato e senza sbocchi. Tutto tranne che un locale pubblico ed io, che pregustavo altri calici di vino, mi ritrovai con Valeria e Alessia in una vera cantina tutta in mattoni con una antica  volta a botte mentre le pareti erano tappezzate con  plateau in cartone, quelli per capirci, utilizzati per le uova e in questo caso utili   per  l’insonorizzazione della stanza. Al centro microfoni e chitarre,batteria e tastiere sui lati, davanti a questo palchetto alcune sedie che precedevano un tavolino dove si trovava posizionato un piccolo mixer per le luci psichedeliche.
Mi spiegano che questo luogo suggestivo da anni ospita un gruppo di vecchi amici appassionati di musica che ogni sabato si ritrovano per divertirsi e per far divertire i loro amici. La band è composta da quattro persone, tra loro alle tastiere anche una donna. Sono più o meno sessantenni dai capelli un po’ ingrigiti e dagli sguardi ancora curiosi, penso che  forse sono vecchi membri di un gruppo rock ormai adulti e, senza dubbio, nostalgici. Valeria mi informa che gli amici  spettatori  arrivano, portando a loro discrezione qualcosa da bere o da mangiare tutto usufruibile durante la pausa musicale  tra battute e vecchi ricordi e non solo, perché poi  ci sarà pure, mi dicono,  un breve intrattenimento con un amico che si esibirà  con dei  giochi di magia.  Dopo i convenevoli della presentazione ci fanno accomodare su alcune sedie utilizzate nei vecchi cinema  e parte la musica.
Da Vasco a Joe Kocker  da Ruggeri ai New Trolls , prevalentemente musica pop anni 70 dove la signora alle tastiere si trasforma  in una rock star con una stupenda voce graffiante, mentre dalla stanza dei ricordi che tutti noi custodiamo gelosamente nella nostra testa si apre l’uscio per fare uscire pian piano  le nostalgie dei tempi andati perche se  le storie sono fatte di immagini, di luci, di colori ,di  dettagli, e non solo della storia in sé,  tutto è  poca cosa se manca la musica, un ingrediente  che rende tutto indelebile. E così quasi per magia questo luogo mi  trascina mentalmente in un film  dove mi  ritrovo protagonista, perche ogni canzone eseguita da questa band mi porta lontano nel tempo quando certe canzoni erano e rimangono la colonna sonora dei ricordi passati e contribuisce a questo anche l’età rivendicando le sue esigenze. Questo gruppo di amici musicisti forse messi insieme dal caso, riescono con diritto a ringiovanire il passato togliendoci, almeno per un po’ dallo stress quotidiano e perché no, anche dalla dipendenza dell’ iPhone e dai social .
Questa band  di sessantenni che si portano dietro, non solo il loro strumento, ma un bagaglio pieno di gongolanti emozioni  compiono, magari senza saperlo, un risultato insperato  perché quando la musica è finita mentre saluti e te ne vai ti accorgi che, in una serata di dicembre  di un giorno qualsiasi sorridi e sei stramaledettamente felice…