mercoledì 26 dicembre 2018

IL MITICO PUB "DA GIORGIO" IN VAL RENDENA



"PUB da GIORGIO" Iavrè

Per i giovani della Val Rendena negli anni 70 il tempo dedicato al divertimento seguiva dei riti consolidati.
A Pinzolo, Il cinema “Dolomiti”  l’unico della valle, ( l’alternativa era quello di Tione) si riempiva il sabato sera, mentre nel giorno di martedì le proiezioni erano solo per chi aveva compiuto i 18anni così si potevano vedere  le prime immagini di donne nude, quelle per intenderci che oggi si vedono in tv.  I minorenni invece frequentavano la sala cinematografica della parrocchia il “Laurentianum” alla domenica pomeriggio. Crescendo, rigorosamente al sabato sera  in pizzeria al “Mildas” ma sul tardi solo dopo aver trascorso la serata al “Ciclamino”  dove si cercava di emulare “La febbre del sabato sera” oppure al “Rio” di Caderzone  o al “Nutsy”  di Vigo Rendena, ma molte di queste discoteche aprivano anche la domenica  pomeriggio. Chi aveva la fortuna di possedere un motorino ( la miscela costava 150 lire al litro) o una mitica “500” Fiat, poteva frequentare la taverna dell’hotel “Milano” a Tione o  in alternativa una minuscola discoteca a Bolbeno.
Le amicizie all’epoca non erano fittizie ma tutte reali. Apparivano i primi jeans a zampa di elefante una moda apprezzata dai giovani e non potevano mancare i veri Ray-ban.  Era un periodo poverissimo di gadgets tecnologici, ma ricco di contatti umani visto che non esistevano ancora quelli virtuali. Nessuno veniva scaricato via sms o whatsapp e il bullismo lo affrontavi con i pugni. Si viveva  di pallone, bicicletta o motorino e ci si arrampicava ancora sugli alberi,  a seguire qualche disco in vinile dei nostri cantanti preferiti . Non si andava al mare con tutta la famiglia, visti i tempi era quasi impossibile, qualcuno al mare ci andava si ma, in colonia. Bisognava andare alla messa tassativamente, pena le sgridate pazzesche dei genitori. Per comunicare al posto dei cellulari le cabine del telefono con i mitici gettoni, poi le lettere e tante cartoline.


Interno Pub da Giorgio
E proprio in quegli anni un giovane ragazzo, dopo aver frequentato la scuola alberghiera di Stresa e lavorato come barman  in alcuni famosi locali in giro per l’Italia, apriva un bar a Iavrè. Divenne immediatamente un ritrovo anomalo per come era concepito un bar in Val Rendena, e Giorgio Valentini, estroso ma lungimirante barman, portò in quel locale una ventata di novità che lasciò inorriditi i benpensanti. Fu così che piano piano trasformò quel luogo in un esclusivo pub con annessa sala di ristorazione e qualche camera per ospiti, non solo, raccogliendo cimeli di antiche e locali professioni, reperti  della prima prima guerra mondiale e altre bizzarrie varie divenne un piccolo e apprezzato museo. Ma l’eccentricità di Giorgio non fu solo quella, abituò la propria clientela ad un altro e diverso approccio con il bere. Lui, abile barman insegnò il piacere di sorseggiare i primi cocktail quando, in tanti manco sapevano cosa erano, oppure provocatore nato, utilizzava per il “caffè alla vodostana” delle grolle in terracotta con un particolare, il cliente o meglio le clienti, per poter bere quella prelibatezza dovevano  necessariamente deglutire tramite una protuberanza  posta sul lato della grolla. Tutto nella norma se non fosse che  quella protuberanza era  una forma fallica. La toilette del locale era una sala lettura, nel senso che trovavi appesi alle pareti diciture trasgressive e ironiche. Ma il carattere di Giorgio  mal sopportava la maleducazione e l’incapacità da parte di alcuni clienti  di accettare un altro modo di stare in un locale pubblico, così dotò i suoi clienti della chiave del suo pub, gli altri, dovevano suonare  un campanello posto all’ingresso del locale. Quando apriva la porta a Giorgio bastava uno sguardo per capire chi far entrare. Nacque così il primo pub privè dalla valle dove oltre la professionalità il tutto si accompagnava con il gusto della sana trasgressione,  la ricerca dell’ironia e il piacere della compagnia e dell’avventura,  si perché di avventure in quel locale ne sono capitate tante ma alcune impossibili da raccontare. Ora dopo parecchi anni quel locale famoso, ritrovo di tantissime persone, è chiuso da tempo e Giorgio trascorre la meritata pensione in famiglia. Ogni tanto ci si sente al telefono  e quando torno nella verde valle mi fermo da lui per un saluto. Lo trovo quasi sempre nel giardino di casa sua che sta  dando  da mangiare a tanti uccellini che si adagiano sulla sua mano. Insieme ricordiamo  gli amici di un tempo e le tante avventure vissute in quel periodo senza per questo rimanere intrappolati nel passato e senza dimenticare che il tutto è stato condito con il profumo inebriante della gioventù. Ma  di una cosa sono certo ed è quella che Giorgio  l’avventura più bella la vissuta e la vive ora, con la sua famiglia, una moglie e un figlio di cui andarne fieri, lo capisco dalla dolcezza infinita con cui guarda loro, lo capisco perché lo conosco da una vita…
RODY MIRRI _ GIORGIO VALENTINI - LIGNANO SABBIADORO 1977

9 commenti:

  1. Un racconto bellissimo, una storia d'altri tempi che commuove e fa rimpiangere un passato fatto di cose semplici. Grande Rody e grande Giorgio... Franca F.

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  2. Ricordo una sera proprio da Giorgio quando eri seduto alla sala ristorante con il gruppo dei Nomadi. Fa piacere che ci siano ancora persone che amano ricordare gli amici di vecchia data. Bravo Rody!
    Battista Ghezzi

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  3. In poche righe una storia che fa riflettere sull'amicizia e sul passato...Non conosco Giorgio ma sicuramente un uomo con le palle visto come aveva impostato negli anni 70 il suo locale. Simona Cavalleri (MI)

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  4. Altri tempi e altre abitudini, ora gli amici sono quelli di Facebook, in pratica ci si parla con i like e poi magari quando li vedi manco ti salutano. Ecco dove sta la differenza e scusate se è poco. 10-100.1000 pub come quelli di Giorgio. Carmen Bonazzoli (BS)

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  5. Bene. Ce ne fossero come lei caro signor Mirri. Io a quel tempo 1968-1972 lavoravo come insegnante istruttore nell'Autoscuola di Tione e il Giorgio era un punto di riferimento. Mi sarebbe piaciuto che avesse parlato della bellissima ragazza tedesca scappata di casa per convivere con lui alla quale io insegnai a guidare. Complimenti e buona vita.Visiti, se vuole, la pagina del gruppo Amici delle Giudicarie.

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    1. Ho promesso a Giorgio che scriverò il mio prossimo libro proprio sulla vita zeppa di avventure vissute in quel periodo e tra le tante avventure ci sarà anche quella della ragazza di cui parli. Grazie Ennio e sereno 2019. Rody

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  6. Ciao Rody auguri di un 2019 scoppiettante!

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  7. Grazie Vittorio, anche per te un 2019 ricco di soddisfazioni..

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  8. Ciao Giorgio.. Nn so se ti ricordi ancora di me.. Io sempre. Sei stato un fratello, un padre, un amico nel periodo in cui gentilmente mi hai anche ospitato nella tua casetta adiacente la tua pensione.. Ti ricordo sempre con affetto. Riccardo Massimo Strollo..

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