sabato 4 ottobre 2014

MICHELLE HUNZIKER, RESO PUBBLICO IL RINVIO A GIUDIZIO.


Per fortuna esistono giornalisti che scrivono i fatti come sono realmente accaduti


Libertà di stampa in Italia."Supponiamo di prendere una classifica relativa al 2014, vedremo dopo che cosa misura, e supponiamo che l’Italia si trovi al posto numero 49, ma che l’anno prima fosse in posizione 57. Che l’Italia si trovi  dietro a paesi che dall’alto della nostra spocchia guardiamo con altezzosa superiorità come Estonia, Giamaica, Costa Rica, Namibia, Capo Verde, Ghana e altri ancora."  Tratto dal "Fatto quotidiano".
Ecco spiegato lo schifo e la delusione che provo verso la stampa italiana, leggendo le notizie di oggi riguardo il fatto che Michelle Hunziker sia stata "denunciata" invece che  "rinviata a giudizio" per "Diffamazione aggravata". 
Era Marzo del 2010 quando"Striscia la notizia" mi dedicò numerosi servizi accusandomi nelle prime puntate di essere un produttore di eventi fantasmi e di altri indicibili fatti. Ovviamente tutto pianificato per screditarmi  e dare di me un immagine pessima.
Poi dopo alcuni giorni, ecco la vera notizia bomba. Michelle Hunziker, mi accusava, dopo ben ben 17 anni, di averle chiesto quando ero suo manager, favori sessuali in cambio di lavori nel mondo dello spettacolo e che lei, pur davanti a proposte che la ingolosivano, disse di no. Peccato non abbia detto che la sua prima partecipazione televisiva la deve al sottoscritto, fui io infatti a farle condurre lo spazio "Roberta" all'interno del programma che mi vedeva produttore "La voce del cuore"  allora  in onda su TMC per 15 puntate. Peccato non abbia detto che la pubblicità "Surprise" (Roberta) che fece enorme scalpore, tanto da far intervenire "L'Osservatore Romano",  era stata pianificata dal sottoscritto.  Peccato non abbia detto che grazie a Rody Mirri partecipò al "Maurizio Costanzo Show" e "Quelli che il calcio".  Peccato non abbia detto che le sue prime apparizioni sui settimanali vari furono pianificati sempre dal sottoscritto. Peccato non abbia detto che...ma questo lo dirò in Tribunale.
Pertanto non solo accettò lavori dal sottoscritto, ma rimase per ben due anni al mio fianco, tranne una pausa di qualche mese che passò in compagnia di Marco Predolin per poi ritornare a lavorare nuovamente con me. 
Ma la notizia fece scalpore, quotidiani, settimanali, programmi televisivi, Blog, tutti ripresero la notizia senza mai consultarmi. Nessuno scrisse la parola "Presunto" dando per certa la notizia infamante nei miei confronti.
Io allora feci quello che ritenevo la cosa più giusta. Querelai i protagonisti di questa farsa chiedendo di aprire un indagine e di sequestrare il materiale registrato nel mio studio a mia insaputa. Nel Aprile 2013 arrivò da parte della Procura di Rimini, l'avviso della "Conclusione delle indagini preliminari" che vedeva Michelle Hunziker  indagata per diffamazione, naturalmente insieme a Max Laudadio e altre persone.

I miei legali si opposero a questa conclusione, presentando un istanza. Infatti la Hunziker non disse dai banchi di "Striscia" che mi dovevo vergognare" ma ben altre cose e ben più gravi come tutti sapranno.
Nell' Luglio 2013 arrivò un altro avviso della"Conclusione delle indagini preliminari" che annullò e sostituiva la precedente. In questo caso la Hunziker veniva indagata per "Delitto previsto e punito dagli articoli 110 e 595 comma  I  II e III codice penale, per avere e previo concerto tra loro, offeso l'onore di Rodolfo Rody Mirri, pronunciando, nel corso di un 'intervista di Laudadio a Hunziker,poi trasmessa durante la trasmissione televisiva "Striscia la notizia" le seguenti affermazioni (riportate nella loro integrità). Con le aggravanti di aver attribuito un fatto determinato e di aver usato un mezzo di pubblicità (trasmissione televisiva).

DI QUESTO FATTO NESSUN QUOTIDIANO,SETTIMANALE ETC...PUBBLICO' LA NOTIZIA.....Prima ti sputannano poi, quando vengono indagati, silenzio assoluto.

Ora arriva il rinvio a giudizio e con mia sconcertante e disarmante incredulità leggo dai vari servizi che la Hunziker è stata rinviata a giudizio per avermi detto che "mi dovevo vergognare". L'ANSA di Rimini e Milano che hanno ricevuto il testo integrale del rinvio a giudizio, ad oggi, silenzio completo, mentre quando usci la notizia nel Marzo 2010 non usarono mai, come tanti altri servizi pubblicati all'epoca, la parola "presunto" e scrissero quello che la Hunziker dichiarò, senza mai chiedere al sottoscritto delucidazioni, oppure scrivendo il falso, come la notizia  che io venni ripreso mentre chiedevo favori sessuali.Scrivere articoli senza documentarsi, senza approfondire e magari avere dei dubbi, ma sopratutto senza leggere gli atti della Procura lo trovo vergognoso e immorale per chiunque giornalista.
Per questo, visto che sono ancora in tempo,darò mandato ai miei legali di tutelarmi nelle sedi opportune. Comunque sia, la signora Hunziker Michelle è stata rinviata a giudizio per,ripeto, "Delitto previsto e punito dagli articoli 110 e 595 comma  I  II e III codice penale, per avere e previo concerto tra loro, offeso l'onore di Rodolfo Rody Mirri, pronunciando, nel corso di un 'intervista di Laudadio a Hunziker, poi trasmessa durante la trasmissione televisiva "Striscia la notizia" le seguenti affermazioni (riportate nella loro integrità). Con le aggravanti di aver attribuito un fatto determinato e di aver usato un mezzo di pubblicità (trasmissione televisiva). Naturalmente altre sei persone sono state rinviate a giudizio con accuse pesanti. Per gli altri protagonisti del fatto è in corso una causa civile.
Sino ad oggi non ho mai replicato, in silenzio ho atteso con pazienza questo rinvio a giudizio, ricordo a tutti che ora sul banco degli imputati ci sarà la signora Hunziker e company e finalmente dirò la mia, augurandomi che siano presenti le telecamere così tutti sapranno  fatti che nessun quotidiano potrà oscurare.
Ecco perche pubblico la Citazione a Giudizio, così nessuno potrà avere dubbi sulle motivazioni che di certo non sono quelle pubblicate dalla stragrande maggioranza dell'informazione.








venerdì 19 settembre 2014

FABRIZIO CORONA E' GIUSTO CHE PAGHI MA.....

   


La valutazione di efficienza sociale in un paese non è poi così complicata. Non bisogna necessariamente essere grandi esperti in materia, ne menti sublime, basta guardarsi attorno, avere solo un po' di buon senso e una predisposizione alla obbiettività per capire le cose che non funzionano.

Ovviamente gli esempi che avvengono ogni giorno sotto gli occhi di tutti sono innumerevoli e tutti degni di attenzione come il caso “Fabrizio Corona”. Chi sbaglia paga, dovrebbe valere per tutti, invece non è così. In un paese di ladri Fabrizio Corona è l'unico che paga a caro prezzo i conti con la giustizia.

    Maledettamente sfacciato, vanitoso, arrogante, presuntuoso e furbescamente "Tamarro", probabilmente  vista la sua vita “border line”  era prevedibile che prima o poi arrivasse la resa dei conti con la giustizia , come poi è successo. Ma Corona  non era solo questo, era anche un uomo con il fiuto degli  affari  che aveva capito, anticipando tutti, come rendere business  il gossip, utilizzando un “sistema” adottato da molti e in uso da tempo, ovvero la  trattativa privata  tra il soggetto immortalato e direttori di varie testate. Le somme che giravano erano importanti e se il malcapitato non voleva trovarsi sulle copertine di gossip pagava e il più delle volte ringraziava Corona per questa opportunità, altre volte erano i direttori che pagavano a Corona somme da capogiro per avere foto esclusive, aumentando le vendite dei loro settimanali come non mai. Succedeva pure che visionando i servizi era il direttore stesso che chiamava il soggetto informandolo e assicurando che non avrebbe mai acquistato quelle foto, ottenendo così in modo subdolo oltre i ringraziamenti anche delle interviste esclusive, si sa che ogni favore deve essere restituito. Corona però fiutava il business e probabilmente era, in alcuni servizi fotografici, anche il regista. Pur di apparire su settimanali di gossip fronde di show girl erano ben liete di rivelare i luoghi di incontro con il personaggio di turno. Questo sistema (e lo sanno in molti) della compravendite delle foto esisteva anche prima di Fabrizio Corona, lui lo ha trasformato in un corposo business.  Ora senza entrare nel merito delle sentenze, credo che Corona sia stato punito in modo atroce, non tanto per i reati commessi, ma semplicemente per quello che rappresentava, un modello, metaforicamente parlando, da eliminare. Ricco e strafottente, dannatamente bello e accattivante, spregiudicato. Troppo per i poteri forti e benpensanti (efficienti nei giudizi e pessimi negli esempi) Fabrizio Corona è giusto che paghi il suo debito con la giustizia, alcuni reati commessi tra cui la frode fiscale e spaccio di banconote false sono reati gravi, ma l’accanimento no, quello è gratuito e non degno di un paese che si crede civile. 

   Ho conosciuto personalmente Vittorio Corona, il padre di Fabrizio, quando dirigeva il mensile “MODA”, un uomo per bene e sono convinto che Fabrizio  troverà la forza di non arrendersi scovando nel solco di suo padre  dei semi che danno solo e sempre  dei buoni frutti. 

mercoledì 3 settembre 2014

SABRINA GANDOLFI, TUTTO SCRITTO NEL SUO DNA.....

RODY MIRRI CON SABRINA GANDOLFI E LA COMPAGNIA "NONSOLODONNE"----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Sabrina Gandolfi, brava e professionale conduce su Raidue la nuova edizione della "Domenica sportiva" 2014/15. Ha esordito in televisione nel 1989 affiancando Mike Bongiorno nel quiz televisivo del giovedì sera TeleMike per tutta la stagione 1989/1990.[1] Negli anni novanta ha lavorato in alcune televisioni locali partecipando e conducendo alcuni programmi calcistici, mentre nel 1999 diventa giornalista professionista e passa al circuito nazionale Italia 7 Gold, visibile su tutto il territorio nazionale, dove è una dei responsabili del programma storico sportivo dell'emittente Diretta stadio... ed è subito goal!, e conduce il notiziario sportivo della rete Tg Settesport.
A partire dal 2003 fa parte della redazione di Raisport, e diventa una delle principali croniste del programma Domenica Sprint di Fabrizio Maffei. Negli anni seguenti sarà presente in quasi tutti i programmi sportivi RAI, come Dribbling e La domenica sportiva.
Nel 2007 torna alla conduzione in RAI con la versione estiva di La domenica sportiva, che condurrà anche nell'estate 2008 e 2009. Dal 2008 conduce con Paolo Paganini Sabato Sprint con gli ospiti fissi Sandro Mazzola e Pietro Vierchowod.
Nel 2010, partecipando a Mondiale Rai Sprint e Mondiale Rai Sera, trasmissioni condotte da Marco Mazzocchi, si occupava, addetta allo schermo tattile, delle notizie scovate in Rete riguardanti le varie nazionali partecipanti al mondiale. Nel 2012 da Cracovia conduce Casa Azzurri per gli Europei. Nel 2012-2013 e 2013-2014 è sola alla conduzione di Sabato Sprint. Nell'agosto 2014 passa alla conduzione de La Domenica Sportiva[2]. Da novembre 2012 è membro della Commissione Pari Opportunità dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti RAI.
Notizie tratte da Wikipedia ,a me piace ricordarla quando appena diciottenne si presentò in ufficio per un casting. Eravamo nel 1988. Stavo organizzando una tournèe nelle discoteche italiane con un gruppo di ragazze, composto da ballerine, comiche e cantanti. "NONSOLODONNE" era il nome che avevamo deciso di utilizzare. Non fu difficile capire dopo un breve colloquio che per la conduzione di questa compagnia, Sabrina giovane studentessa,era la persona giusta. Bella simpatica e coinvolgente, furono queste le prime sensazioni che lei trasmise. Esordi con "Ne sei sicuro? non ho mai preso in mano un microfono". Debuttammo in una discoteca di Lignano (Mediterranèe) e successivamente in un altro locale a Borgosesia. In quel periodo nelle disco proporre uno spettacolo così variegato non funzionò, le platee giuste per quel genere erano i teatri ma trovare spazi diventò un problema e tutto fini così con un nulla di fatto.  Oggi ricordo con soddisfazione quel mio intuito e la conduzione della "Domenica sportiva" è il giusto riconoscimento ad una seria e brava professionista.

martedì 2 settembre 2014

domenica 3 agosto 2014

GOLDIGGER D'UN TEMPO CHE FU - CARLA LIOTTO e RODY MIRRI







Articolo pubblicato da "LE VIPERE.COM"

Goldigger d’un tempo che fu: Carla Liotto


carla liotto 1994
Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dal Vipers nel lontano 1993. Alla radio suonava il blues degli Stones (883), Barbara D’Urso era stata assunta dal padre di Corona, il compianto Vittorio, come intervistatrice per la rivista King (un mese arrivò ad intervistare se stessa) e in tv, alMaurizio Costanzo Show, imperversava una smandrappata proto Fico, ma più scaltra, che sarebbe passata alla storia delle poracce col pedigree. Lei era Carla Liotto, ventenne di umili origini creata da Rody Mirri (ex agente di Hunzy, Vittoria Belvedere ed altre showgirl dal corpo generoso che tanti momenti indimenticabili regalarono a federiche mani amiche dei giovinetti anni Novanta) e la sua missione dichiarata trovare un uomo ricco! Ebbene, Carla ci riuscì in tempo record mettendosi e figliando con un calciatore, Marco Simone, centrocampista del Milan, e il resto della storia lo trovate nelle cronache gossippare del Principato di Monaco.
Il Vipers vuole oggi ricordare la storia edificante di Carla che, dopo qualche anno di concorsi di bellezza, servizi fotografici pornosoft, finti fidanzamenti con Jovanotti (come Valeria Marini) e cattive compagnie, ha trovato l’amore con la a maiuscola diventando madre e moglie devota di un milionarioE buona camicia a tutti! Ma soprattutto grazie a viperaTorquemada per gli screenshot (in fundo, insieme al topless incestuoso di Barbara D’Urso) e per averla riportata nelle nostre vite ora che Claudia Galanti tornerà a vendere zagare alla stazione.

                                                 Carla Liotto-Rody Mirri


domenica 13 luglio 2014

KEVIN LIBERATORE...UN INGUARIBILE ISTRIONE.


E' Domenica 13 Luglio sono le 9.15 e  questa giornata inizia nel modo peggiore, la morte causa un incidente stradale di Kevin Liberatore..una notizia che arriva come un una frustata in pieno volto.
Una sigaretta maledetta in bocca, subito, cercando di placare la sconfortante sensazione di incredulità che mi coglie ogni qualvolta la mente convive con una triste realtà.
Era il 26 Giugno, esattamente 18 giorni fa dalla ultima telefonata che Kevin mi ha fatto. Un invito per presenziare in qualità di giurato per il concorso "Miss Europe Continental" al "Le Cap" di Lugano. L'ultima serata trascorsa insieme fu a Milano, in occasione della presentazione del mio ultimo libro al "11Clubroom". 
Kevin era un tornado di allegria e simpatia che oscurava una vena malinconica, tipica di un essere intelligente e fiero. Correva Kevin, sempre, in tutto quello che faceva. Organizzava serate e avvenimenti con un entusiasmo smisurato e ci metteva l'anima.
Voglio però ricordarlo con una frase di Charles Aznavour che rispecchia Kevin come lui sicuramente avrebbe voluto "Io sono un istrione e la teatralità scorre dentro di me".
Ciao Kevin, non ci vedremo a Lugano ma il tuo numero dal telefonino non lo cancello.....





domenica 15 giugno 2014

SE CAMBI SEI SOLO, SE VINCI ARRIVANO TUTTI.

Ci sono dei momenti nella vita in cui noi imbocchiamo una strada nuova.
Succede quando una delusione affettiva ci lascia senza speranze, quando un licenziamento inaspettato ci obbliga a modificare radicalmente il nostro futuro, oppure quando abbiamo per mille o più ragioni una disperata voglia di lasciarci tutto alle spalle.
In tutti questi casi siamo costretti ad abbandonare il nostro mondo e siamo scaraventati in un territorio pieno di insidie dove navighiamo a vista senza sapere quale sarà il nostro destino. Ovviamente più è importante la posta in gioco, più rischiosa ed incerta diventa l'impresa. Guai un attimo di distrazione e spesso proprio quando ci avviciniamo alla meta le difficoltà aumentano. E come sempre la cosa più impressionante è che mentre metà delle difficoltà proverranno  dal mondo esterno, l'altra metà ci verrà dall'incomprensione di coloro che dovrebbero stare dalla nostra parte, al nostro fianco.
Anche le persone vicine, la famiglia, gli amici più intimi resteranno allibiti, sconcertati, si tireranno in disparte stanno a guardare. Sopra tutto quelli che consideravamo gli amici più cari  diventeranno diffidenti, sospettosi, criticando senza difenderci dagli attacchi che noi subiremo.
Per gli amici, la nostra nuova strada, indipendentemente dalle motivazioni che determinerà questo cambiamento e che ci porterà inevitabilmente a nuove scelte di vita, scompaginerà il mosaico del quadro che avevano di noi, disturbando l'immagine che hanno di se stessi, turbando la loro pseudo serenità. Se il cambiamento è sentimentale si percepirà dai loro sguardi la critica e la diffidenza. Alcuni ci sconsiglieranno di farlo, altri ci interrogheranno per vedere se siamo sani di mente. Di un uomo diranno che ha perso la testa, di una donna che è una poco di buono.


RODY RODOLFO MIRRI

Così dovremmo arrampicarci in solitudine e le persone che dovrebbero esserci più vicine ostentatamente non si accorgeranno del nostro sostanziale mutamento e sarà più facile che l'aiuto arrivi da uno sconosciuto, da un soccorritore esterno.
Se il tentativo di cambiamento da noi voluto testardamente finirà male, i critici esulteranno perchè avevano ragione. Però di solito chi non risica non rosica e allora, dopo la nostra soddisfazione per le scelte fatte, gli amici ritorneranno festanti. Arriveranno tutti e tutti diranno di averci sempre capito."Ti ricordi? Ti ricordi?"ci mormoreranno reinventando il passato. E noi che in solitudine ci siamo arrabbiati e sofferto per i loro pregiudizi, ci consoleremo con questa menzogna collettiva.



mercoledì 4 giugno 2014

IL MONDO NON SI FERMA

Pinzolo - Correva l'anno 1971

Il mondo non si ferma e forse è giusto così, ma per ogni innovazione qualcosa si perde. Oggi tutto dura poco e le mode si adeguano  penalizzando però, quelle sane e semplici abitudini, che per ogni nostra azione erano accompagnate da un consapevole desiderio rubato al tempo.

Chi si ricorda più delle "cartoline" che in ogni nostro viaggio sancivano un pensiero verso chi soggiornava nelle nostre menti e nei nostri cuori; non era un semplice e veloce mms inviato con il telefonino, allora  impiegavamo tempo per trovare tra tante immagini quella  più indicata,  anche la stesura dei saluti era quasi sempre lenta, riflessiva e ponderata. Poi  francobollo, e la ricerca della cassetta dove imbucavamo i nostri pensieri.
Quando si riceveva una lettera scritta a mano dalla fidanzata/o o da qualche amica/o creava sempre un turbamento, la si leggeva da soli, attentamente, soffermandosi su alcune frasi che fatalmente contribuivano ad una emozione immediata e ben diversa da quella che può dare un messaggio su un freddo materiale plastificato.
Allora ci si parlava guardandosi negli occhi e per ogni appuntamento il dilemma di cosa mettersi per piacere e piacersi e quei maledetti capelli che non stavano mai al loro posto.
Oggi esiste Facebook, Twitter ed altri social dove ognuno appare e comunica come desidera o come si pensa che altri desiderano. Le immagini si scelgono con cura scartando altre meno belle, magari utilizzando il photoshop falsificando la realtà e con la volontà di farle circolare il più possibile aggiungendo frasi quasi sempre rubate e scritte da altri  non sapendo che la visibilità la desidera sopratutto chi è ignorato dai più.
Che fine hanno fatto le grandi compagnie di giovani che si ritrovavano sempre nello stesso posto, quasi sempre un bar o una piazza, dove nascevano e partivano nuovi amori condite con relazioni speranzose, quando ancora si credeva che "Uno per tutti e tutti per uno" non era un semplice slogan ma un sano principio e c'era sempre un jukebox che con cento lire potevi ascoltare tre delle tue canzoni preferite.
Chissà se esistono ancora le cene di classe dei diciottoenni  quando si festeggiava il passaporto per la vita.  Oggi, quelle rare volte che ci si ritrova per rinvigorire il passato ti accorgi fissando i tuoi coetanei che il tempo è volato via irrimediabilmente. 
Ma come dicevo il mondo non si ferma e forse è giusto così. Probabilmente le mie sono riflessioni di chi ha superato gli "anta", i tempi supplementari, e si intravedono i "rigori".  Di una cosa sono però convinto... davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle e anche se il futuro ci spaventa e il passato ci trattiene è il presente che maledettamente ci sfugge.
L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.




  

sabato 5 aprile 2014

CUORE E SOGNI...





I percorsi della vita sono tanti e non sai mai dove ti porteranno. Non lo puoi sapere e non puoi immaginare cosa ti aspetta dietro l'angolo.
Si vive intimiditi dalle nostre emozioni quotidiane: rabbia, testardaggine, gelosia, gioia..e sempre più spesso si resta attaccati a delle stupide convinzioni solo perche la paura di affrontare la vita ci blocca, rendendo tutto abitudinario trasformando in un altalena ripetitiva le nostre speranze e i nostri sogni dimenticandoci che i sentimenti quali la delusione, la rabbia, il risentimento e la paura ci mostrano con chiarezza ciò da cui non siamo ancora  capaci di distaccarci senza renderci conto che è proprio questo strano modo di rapportarci alle emozioni che ci fa vedere la vita in maniera diversa e solo quando concepiremo la paura in modo diverso potremmo ritornare a sognare.
Ci sono persone che lottano disperatamente con tutte le forze per realizzare i propri sogni, altri che preferiscono tenerli chiusi in un cassetto  sperando un giorno di aprirlo e vederli realizzati. Tutti noi viviamo  di sogni, e se ci pensi, noi stessi siamo un sogno in prestito alla vita.
Viaggiamo sul sentiero dei desideri sforzandoci di raggiungere il nostro mondo segreto. Nel frattempo la vita scorre e quando ti fermi per riflettere vedi sul tuo volto i segni del tempo. Solo allora potremmo onestamente trarre un bilancio e capire i nostri limiti.
A tanti non  mancherà quello che non hanno avuto o conosciuto ma solo quello che hanno toccato per mano, altri invece saranno soddisfatti di aver vissuto una vita piena senza rimorsi o pentimenti.
La vita è un viaggio zeppo di incontri con persone speciali che porteremo nel cuore come doni preziosi, altre ci avranno deluso. Altre ancora avranno condiviso con noi avventure indimenticabili.
Poi i ricordi dell'amore, quello vero corrisposto o no, vissuto o condiviso, oppure travagliato e destabilizzante ma forse, proprio per questo indelebile, scoprendo che la vita è mutevole e piena di cambiamenti esattamente come le stagioni.
Fidarsi del proprio cuore diventa indispensabile e spesso la voce del cuore fa a cazzotti con la voce degli uomini, perche lui ti parla adoperando la tua voce, gli altri si esprimono servendosi delle loro visioni. 
Se ci si accorge di aver sbagliato non bisogna temere, c'è sempre tempo per recuperare, sbagliare è umano, correggersi è naturale. Si racconta che il nostro cuore può diventare forte laddove si è infranto.
La commedia della vita rimane affascinante e ci rende felici con poco anche quando la fantasia ci prende il sopravvento.


sabato 8 febbraio 2014

CECILIA MAFFEI A SOCHI 2014...QUANDO I SOGNI DIVENTANO REALTA'


Giochi olimpici invernali, Sochi 2014. 
Non esiste uno sportivo professionista che non sogni le Olimpiadi e perchè no, magari anche un podio.
Cecilia Maffei


Chissà se Cecilia sin da giovane accarezzava con la mente questo sogno mentre si allenava al Palazzetto del Ghiaccio di Pinzolo sotto lo sguardo di papà Fernando, pensando prima o poi di gareggiare sotto i Cinque Cerchi Olimpici. Chissà se sarà stato questo sogno a mantenere alto il livello di motivazione e a fargli compiere le scelte e i sacrifici che necessariamente la vita da atleta comporta.
Ma se i sogni muoiono all'alba, la realtà, zeppa di tenacia e convinzione, lubrifica la mente. Se in principio il sogno creativo che poco alla volta scuote ogni cellula del corpo e dell'animo ne è la benzina che ti porta a rivolgere ogni parte di te stesso verso l'obiettivo e che ti fa ripartire ogni volta e trasformare ogni delusione in slancio, allora il sogno può trasformarsi in realtà. 
Solo in provincia si coltivano grandi malinconie, compreso il silenzio e la solitudine che diventano indispensabili per riuscire nello sport. Cecilia Maffei è nata a Pinzolo in Trentino e lì in provincia dove ha coltivato e temprato questo sogno è nata la sua tenacia e caparbietà che l'ha portata per la seconda volta alle Olimpiadi Invernali. 
Cecilia da dieci anni è fra le migliori pattinatrici del mondo con alle spalle un palmares invidiabile, dopo le Olimpiadi di Torino ora fa parte della squadra azzurra femminile di Short track presente a Sochi.
Una lunga carriera sportiva zeppa di risultati positivi è come scalare le cime più alte del Brenta e raggiungere la vetta. Da lassù si ha una vista impareggiabile......
Cecilia realizzando tutto questo, senza saperlo, è diventata portatrice sana di esempio lungimirante, ricordandoci che ognuno sogna i sogni che si merita.
Grazie Cecilia e ....in bocca al lupo.





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martedì 24 dicembre 2013

BRINDO.......

NATALE 2014

Stanotte, vigilia di Natale, con "Buddy" che mi fa compagnia, brindo....
A chi mi manca tanto e non c'è più
A chi c'è ancora ma non è più vicino a me...
A chi sa ridere di tutto
A chi c’è sempre quando ne ho bisogno
A chi non c’è mai
A chi amo
A chi odio
A chi sopporto a malapena
A chi mi ha fatto arrabbiare
A chi seppur famosa con le falsità sue e dei suoi amici, si è fatta male da sola.
Brindo
A chi aspetto...
A chi mi ha tradito
A chi mi ha amato
A chi ha creduto in me
A chi ho ignorato
A  chi mi ha ignorato...
Brindo a te amica che non ci sei più, al tuo viso eternamente giovane, al tuo sorriso su vecchie foto conservate gelosamente, ai ricordi indimenticabili che fanno sempre così male.
Brindo a te figlia ribelle, dal carattere duro che non perdona, ma che nasconde una dolcezza sprecata nella quale continuo a credere.
Brindo a mio nipote, chiedendogli scusa per aver buttato al vento tanto tempo lontano da lui. 
Brindo ad una coppia di amici che mi hanno fatto comprendere che i fatti, non le parole, valgono oro.
Brindo alla mia tristezza nascosta, che mi porto addosso come un vestito scomodo e che vorrei togliermi ed eliminare senza che mi venga concesso.
E brindo a te "Acia" dolcissima ed insicura che hai scelto un altra vita, ma che rimarrai sempre la mia "donna del lago".
Brindo al mio ottimismo, ammaccato dalla vita e dagli eventi e tuttavia instancabile, eterno, indistruttibile.
Brindo a te luna, bianca, eterna ed indifferente e a questa notte magica che mi toglie il respiro.
Brindo ai miei 61 anni, arrivati in punta di piedi, silenziosi come la neve, inesorabili come il tempo.
Infine brindo a me, alla mia vita vissuta intensamente che non cambierei con nessun altra e che continuo ad amare malgrado gli schiaffi ricevuti, malgrado tutto.
Viaggiare con la speranza nel cuore è più importante che arrivare.... 

martedì 3 dicembre 2013

DEDICATA A TUTTI I GALGOS (LEVRIERI IMPICCATI) DEL MONDO

                                              DEDICATA A TUTTI I GALGOS DEL MONDO

La Spagna è il paese dei levrieri impiccati. La Spagna è il paese che non apprezza la tenerezza inconcepibile di un animale che si intreccia con l'aria, disegnando acrobazie impossibili.
La Spagna è il paese degli alberi con i rami assassini, dove una corda infame spezza una vita leggera come schiuma. La Spagna è una terra sterile che seppellisce la poesia nel suo grembo morto.
I levrieri sono poeti in agguato nel vento, levigano gli spigoli in silenzio, scivolando via come un filo d'acqua dal fondo di un fosso.
I levrieri sono poeti che si stagliano alla luna, componendo sagome senza eguali.
I levrieri accavallano le parole, ci saltano sopra, evitano gli accenti, così arroganti e inflessibili. L'accento è un signore ridicolo che si infila nelle parole come una spina.
I levrieri turbano la sua routine, gettandola al vento, giocandoci finché si stufano, lasciandolo su un tetto, dove viene scambiato per un ramoscello. A volte, in un nido. Così riceve lezioni di umiltà e accetta la sua dolorosa insignificanza.
Le impronte dei levrieri non lasciano traccia. Sono veloci, alati, quasi eterei. Non influenzati dalla gravità nè dalla durezza della pietra. I levrieri accelerano la rotazione della terra, quando la follia si impadronisce di loro. Lo sguardo riesce a malapena a seguire il loro galoppo vertiginoso, ma grazie alle loro corse sentiamo la musica celeste.
I levrieri prendono in giro l'ortografia tendendo o piegando le orecchie. Le orecchie di un levriero possono trasformarsi in una X, Y o LL. Sforzandosi un poco sono in grado di delineare la Ñ o il numero Phi, il numero aureo in cui è nascosto Dio, giocando con una serie infinita che lascia con un palmo di naso gli insegnanti. Gli insegnanti della scuola non capiscono Dio, nè i levrieri. Dio è un bambino che utilizza i puntini di sospensione per attraversare i fiumi. Li genera uno ad uno e salta in avanti. Quelli che avanzano, se li tiene in tasca.
I levrieri non sono mai separati da Dio, perché sanno bene che hanno bisogno di non perdersi sulla strada, dove si nasconde l'uomo con il forcone in mano. Ci è stato detto che Dio è un vecchio con la barba bianca e la pelle rugosa, ma Dio è un bambino malato che calma il suo dolore accarezzando la testa ossuta di un levriero. I levrieri vigilano sul mondo, mentre Dio riposa. Ogni volta che viene commessa una malvagità, lanciano un grido e Dio si sveglia, ma Dio non può fare nulla, perché nessuno presta attenzione ad un bambino che in punta di piedi non raggiunge lo spioncino della porta.
Gli uomini che impiccano i galgos hanno perso la loro anima molto tempo fa. In realtà, la loro anima è fuggita inorridita quando ha scoperto le loro mani insanguinate. Gli uomini che impiccano i levrieri nascondono gli occhi dietro gli occhiali scuri, perché gli occhi li tradiscono. Basta guardarli per capire che dietro non c'è nulla. Garcia Lorca. Non gli è importato sradicare dal nostro suolo un poeta che dormiva tra camelie bianche e piangeva lacrime d'acqua. Non gli è importato seppellirlo in una tomba senza nome, con gli occhi aperti e uno sguardo di orrore sul viso. Gli uomini che impiccano i levrieri parlano a malapena. Non amano le parole. A loro non piace giustificare le proprie azioni ed esprimere le proprie emozioni. Lasciano una scia di dolore e paura. Ridono dei poeti che passano notti insonni cercando di trovare un verso alla fine di un sonetto. Ridono degli sciocchi che vogliono un futuro senza bombe o rovine nere. Ridono delle promesse fatte ai bambini, delle rassicurazioni sull'eternità che placa la morte e ci impedisce di cadere nell'oblio gli uomini che impiccano i levrieri sono gli stessi che fucilarono García.
Ogni volta che muore un levriero, un bambino rimane orfano. I levrieri prestano la luce dei propri occhi ai bambini malati. Li accompagnano nelle notti di febbre piene di incubi. Li svegliano dolcemente, parlandogli all'orecchio del giorno che arriva, con la sua freschezza e la luce rosata dell'alba. Gli parlano della primavera e dello sbocciare dei fiori. Parlano delle mattinate torride d'estate, quando il mare è calmo e il sole sembra una pietra gialla che non smetterà mai di brillare. Gli dicono che l'inverno si è nascosto dietro un cespuglio e si è addormentato. I bambini malati sono i bambini che il giovane Rabì scelse per mostrare al mondo la bellezza nella sua forma più pura. Il giovane Rabì si presentò di fronte al potere delle tenebre con un ragazzo paralizzato ed un levriero affamato, senza ignorare che la compassione è uno strano fiore. Un fiore che cresce solo su pendii ripidi e in profonde solitudini, dove le preghiere fremono di paura al pensiero di risuonare in una cantina vuota.
Certe mattine mi alzo presto ed i cani sono già sulla spianata che chiamano piazza, con la sua triste chiesa dalla facciata imbiancata a calce nascondendo la pietra, e un albero dal tronco nodoso.
Raggruppati per lunghe catene, tutti sono giovani e non sanno cosa li aspetta. Non sanno che quel giorno diversi di loro resteranno sul campo, sopraffatti dalla crudeltà umana. Potrei avvertirli, ma gli uomini che preparano la loro morte vanno in giro con fucili da caccia e lunghe corde, ed i loro occhi sembrano braci ardenti di un odio antico. Gli occhi dei galgos svolazzano come colorate farfalle. Blu, marrone,viola, forse un debole bagliore d'oro.
Alcuni sono seduti, altri sdraiati, assopiti. Alcuni sono in piedi, altri scomposti. Alcuni sono così sottili che sembrano quasi levitare. Alcuni sembrano d'argilla, altri d'argento, altri sono bianchi come l'alba. Come l'alba che avanza nella piazza e li fa sembrare in movimento.
Si sentono le catene, le grida, le risa. Via tutti insieme, aggiogati a un destino ingiusto. Mi sento come Don Chisciotte alla vista dei galeotti, condannati a spingere un enorme corazzata con un remo: "Perché fare schiavi coloro che Dio e la natura hanno creato liberi?" Mi sono seduto su una panchina di pietra e li ho guardati andarsene.
Un levriero bianco, dall'andatura rassegnata, si voltò e mi guardò con umanità, con gli occhi stanchi e vagamente speranzosi.
Sapevamo entrambi che le nostre vite sono una scintilla, un momento di chiarezza in un buio infinito, ma ci siamo sforzati di pensare che ci saremmo rincontrati sotto un altro cielo, vagando per una sconfinata pianura, distanti da quel mattino omicida che si sarebbe preso le vite dei più goffi e di quelli rimasti indietro.
Ci rincontreremo in una mattina di pienezza e splendore, senza tristezza o negligenza, una mattinata perfetta, libera da paure e lavoro. Guarderemo indietro, come due vecchi amici che hanno scoperto la gioia di essere altrove. I suoi occhi nei miei occhi, i suoi sogni nei miei sogni e i nostri battiti all'unisono nel vento.

                                                                                                   Rafael Narbona

giovedì 7 novembre 2013

PARMA- Conferenza stampa libro "PECCATO - Khatarina Miroslawa- Palazzo Dalla Rosa Prati

Katharina Miroslawa e Rody Mirri



Martedì 5 Novembre 2013 al TCAFE' punto d'incontro letterario nel centro di Parma Palazzo Dalla Rosa Prati, ai piedi del Battistero si è svolta la conferenza stampa di presentazione del libro "PECCATO-Katharina Miroslawa". Vannini Editrice. Presenti l'autore Rody Mirri e la protagonista del racconto Katharina Miroslawa.

GUARDA IL VIDEO

http://www.youtube.com/watch?v=u3YI-GWxMBc

giovedì 22 agosto 2013

COSA VA DI MODA OGGI......

"Cosa va di moda oggi?
Avere la sigaretta in mano, i pantaloni sotto al culo o, meglio ancora, non averli proprio i vestiti. Se ascolti il rap sei figo e se bestemmi, cazzo fratello sei il migliore. Cambiare fidanzato come le mutande è l'azione migliore che una ragazza possa fare. Oggi va di moda tutto quello che è apparente. La sostanza, nella maggior parte dei casi non conta. Se in mano hai un libro sei una secchiona, ma se impugni una sigaretta o un pisello sei fantastica!!"
Ho rubato questo post da Facebook, scritto da Ceci Greggio, in poche righe è riassunto un pensiero che è facilmente condivisibile. Si vive quasi esclusivamente di apparenza, dimenticandosi che si può mentire a tutti ma non a se stessi.

martedì 20 agosto 2013

LA BUONA MUSICA DI ANDREA PORCEDDU

Andrea Porceddu - Green Rose


Non sempre la buona musica è fatta da musicisti famosi o da pop star osannati e non sempre la buona  musica ti viene a trovare a casa ma la devi andare a cercare.
A Milano in alcuni locali sui navigli c'è quasi sempre dell'ottima musica se si va alle "Scimmie" difficilmente si sbaglia, si può ascoltare della buona musica dal vivo magari cenando sul barcone adibito a ristorante, oppure per rivivere l'atmosfera degli anni 50 della Havana, alla "Casa de la musica"  si esibiscono gruppi veramente forti e promotori di ottima  musica cubana. Ma questo vale anche per altre città italiane, a Bologna esiste il "Rockaffè" oppure la "Cantina Bentivoglio", a Roma "l'Alexanderplatz" o il "Conte Staccio". Ma la buona musica si può trovare in altri mille posti.
Si racconta che la vera musica non contaminata la si può trovare solo per strada e New York ne è la capitale con i suoi artisti di strada che suonano in piazze, nelle stazioni o nei treni e sanno regalare sempre qualche minuto di suoni fuori dal comune.
Ma a volte non serve scappare lontano, anche nella sonnolenta Pinzolo in Trentino si può ascoltare della buona musica. Al "Blu bar" poche settimane fa ho avuto modo di ascoltare un giovane musicista che si esibiva davanti ad un pubblico attento. Non conosco il suo percorso professionale ma se, il mio fiuto non mi inganna e la sua tenacia persisterà,  il futuro gli riserverà gradevoli sorprese. Si chiama Andrea Porceddu in arte Green Rose.
Comunque sia dovunque andiate, dove c'è buona musica non può esserci nulla di cattivo.