giovedì 16 maggio 2013

MILANO DA BERE...UNA FAVOLA AMARA.


Nel 1984 Milano era la città delle speranze e dei sogni, la moda era la regina e la ragione per cui tantissime giovani arrivate dalla provincia italiana sognavano passerelle e successo.
La televisione commerciale apriva le porte alle aspiranti show girl e i ritrovi notturni erano i luoghi preferiti per avere o sperare di avere i contatti giusti,oggi le chiamano "public relations".
La "Milano da bere"era agli albori e gli "yuppies"erano giovani rampanti con il mito dell'avvocato Agnelli e di Silvio Berlusconi, la colonna sonora di quei tempi era "People from Ibiza" di Sandy Marton.
Nella città meneghina si respirava un aria elettrizzante, tutto sembrava possibile e le speranze di un futuro capace di realizzare i propri sogni era pronto, bastava solo osare. Tutti avevano idee e proposte per fare "business", a nessuno erano precluse  gloria e fama.
Ma dietro tutto questo c'erano ombre scure che piano piano inondavano e intaccavano quella magia forse irreale di raggiungere senza pagare pegno la strada che portava al successo.
La cocaina era al tempo un vizio da ricchi, nei salotti giusti e nei locali alla moda era un accessorio obbligato e rifiutare un "tiro"poteva essere considerato da persona non affidabile con la certezza di venire escluso successivamente da inviti o feste che potevano servire per conoscere e avere agganci con persone influenti nel campo della televisione o della moda.
Nel giugno del 1984 in corso Magenta una modella americana Terry Broome ammazzava Francesco D'Alessio, play boy figlio di un avvocato romano. Terry era arrivata a Milano sperando di cavalcare le orme della sorella Donna Broome e finisce in uno di quei vortici fatti di feste e divertimenti a cui tanti aspiravano di frequentare, solo che alla fine ci scappa il morto.
Poco tempo dopo un altra modella si suicidò lasciando su di un foglio la scritta, "Sono stanca di essere considerata solo un attaccapanni".
Notizie di cronaca che venivano risucchiate dalla "Milano da bere"come incidenti di percorso, nulla e niente sembrava potesse fermare quella folle corsa verso la strada del successo, dove tutti erano protagonisti.
Ora dopo 30 anni Milano è mutata solo apparentemente, sotto le ceneri continua in modo più subdolo quella folle corsa anche se è cambiata la posta in gioco.
Non esistono più regole e quelle poche sono univoche.
Ora la formula delle tre "C" culo, capacità e conoscenze non regge più. Valgono solo le conoscenze e le capacità non sono più quelle professionali ma altre, prime tra tutte quelle della seduzione e del sesso, il fine è, l'apparire. Non importa più la televisione le passerelle, un lavoro, ma, "apparire", frequentare uomini famosi e potenti dal politico al calciatore, dal artista al imprenditore. La concorrenza è spietata e Milano spopola di ragazze venute dall'Est e dal sud America e ora anche qualche magrebina. La cocaina è alla portata di tutti e le feste più interessanti sono quelle private. Ora ognuno ha la propria morale e questo giustifica il tutto, del resto gli esempi che abbiamo da chi dovrebbe, per il ruolo che ricoprono indicarci la strada giusta, sono deleteri.
Per fortuna esistono ancora ragazze e ragazzi e, sono parecchi, che in nome della propria indipendenza guardano il futuro con la consapevolezza che niente ti venga regalato. Ragazzi che credono in quello che fanno e  fanno quello in cui credono,ragazze che pretendono di avere un ruolo dignitoso in una città dove si continua a  mascherare spudoratamente il senso della vita.

Rody Mirri - Raduno Ferrari













2 commenti:

  1. Caro Rody ricordati che nella Milano da bere tu ne facevi parte....ricordatelo.Matteo Colombo

    RispondiElimina
  2. Me lo ricordo bene Matteo e proprio per questo ne parlo.....

    RispondiElimina