giovedì 1 settembre 2016

SE LA RICONOSCENZA DIVENTA UN OPTIONAL



La riconoscenza per qualcuno è un "optional" da utilizzare solo quando conviene, e se il favore ricevuto è talmente grande e difficile da ricambiare si può persino provare rabbia o invidia nei confronti di chi ci ha teso una mano e allora, piuttosto che provare un sentimento positivo si preferisce capovolgere i fatti. 
In generale le attenzioni degli altri fanno piacere, così come sentirsi  dire "grazie" quando siamo noi ad impegnarci per il nostro prossimo. Se questo non succede capita spesso che le persone restino ferite da una mancata riconoscenza esplicita e che per questo comincino a provare del risentimento sentendosi delusi e umiliati.
Ma un semplice "grazie" fa la differenza nella vita, infatti ci fa sentire apprezzati, amati e benvoluti e  questo non può che aumentare la stima che abbiamo di noi. Peccato che siano in pochi a riconoscerlo.
Come dicevo capita sovente che chi riceve attenzioni e gentilezze scambi tutto per un atto dovuto, quasi fosse una riverenza concessagli come essere superiore dimenticandosi che quasi sempre è l'esatto contrario. La riconoscenza  è una responsabilità che alcuni individui non sanno reggere e che presto trasformeranno in rancore, talvolta in furore.


mercoledì 27 luglio 2016

QUANDO LE STRATEGIE NASCONDONO IL PROBLEMA



Succede spesso che alcune persone per uscire da una situazione imbarazzante e complicata, dove la posta in palio è la base della loro credibilità,  si affidano spesso a  delle strategie studiate da esperti mirate alla riabilitazione del soggetto e al tentativo di ripristinare quella “verità”  più conveniente.  La strategia più comune rimane quella della provocazione pubblica  con  un attacco frontale, metodo utilizzato per spostare e prevenire le critiche attirando completamente l’attenzione sull’altro, magari con rivelazioni  sbalorditive e scandalistiche.  Ma non sempre il risultato è quello sperato.

Personalmente penso che non rispondere alle provocazioni, anche quelle più subdole e diffamatorie  è semplicemente non fare quello che il provocatore auspica. Ovviamente  la provocazione soprattutto se mendace e diffamatoria  ha una sua logica, quella di destabilizzare l’avversario e mettersi al centro. Quando ti senti provocato, colpito duro sulla tua dignità  è la grande opportunità per cambiare. Bisogna trattenersi nel reagire, riflettere senza sentirsi in dovere di dare spiegazioni con la consapevolezza che la calma e la pacatezza sono le virtù dei forti. Non cedere alle provocazioni diffamanti non è per niente facile ma serve per spezzare l’automatismo. Consapevole che  tre cose non possono restare nascoste a lungo: Il sole, la luna e la verità. Me lo auguro con tutto il cuore...

sabato 25 giugno 2016

IL TRIANGOLO DEL POTERE NEL 2017

Riccione "Prince" 1994

“IL TRIANGOLO DEL POTERE “ è il titolo di un mio libro pubblicato nel 2002 edito dalla Thelma Editrice. Tra breve è in arrivo il “TRIANGOLO DEL POTERE NEL 2017” un proseguimento aggiornato  di quello che nel frattempo è successo nel mondo dello spettacolo, sopra tutto cosa nascondono dietro le loro facce da persone perbene alcuni personaggi televisivi e quale è stato il percorso per arrivare al successo, cosa hanno dovuto o voluto fare per arrivarci e fino a che punto si può arrivare per nascondere un passato torbido. Mi auguro che questi racconti possano servire per riflettere e per far sapere, documentandolo con documenti, filmati e fotografie esclusive mai pubblicate prima, che la strada che porta al successo e quello che raccontano in alcuni programmi televisivi, non sempre è come quella che in tanti forse troppi, continuano a farci credere. 

( alcuni scatti pubblicati nel "Triangolo del potere nel 2017"








 Madonna di Campiglio 2014



Riccione 1994

sabato 11 giugno 2016

CRITICA E PETTEGOLEZZO

Rody Mirri 2015 Cascate Nardis Val Genova


Spesso si criticano le persone senza conoscerle o conoscendole poco, il loro modo di parlare, di vestire, i loro atteggiamenti sono quasi sempre determinanti per trarre giudizi il più delle volte sbagliati per due motivi: il primo è che l'apparenza compreso il look e le amicizie strane possono influire sul giudizio delle persone; il secondo è che spesso e sovente si parla per sentito dire e per una spiccata antipatia condita con l'invidia verso l'altro.
Parlare male degli altri significa allontanarsi da se stessi, dalle proprie passioni, come se la stima per la propria persona fosse addirittura insignificante e questo nasconde una scarsa fiducia nelle proprie capacità occultando delle frustrazioni interne con una mancanza di autostima.
Parlare male o criticare qualcuno per tanti diventa un abitudine, quasi fosse un passatempo per favorire la complicità tra due o più persone e creare una forma di gioco per così dire e visto da questo punto di vista, paradossalmente il "parlare male" potrebbe favorire l'integrazione sociale, contribuendo alla formazione di legami di amicizia. Ma sotto sotto, come è stato detto prima, c'è qualcosa che non va e i pettegolezzi per quanto sporchi siano, passano di bocca in bocca.
Prima di "parlare male" bisogna fermarsi a riflettere sul perchè si sta desiderando, come complice, una terza persona scelta per essere raccoglitrice delle nostre debolezze. Resta il fatto che se tutte le persone sapessero cosa gli altri dicono di loro, non ci sarebbero quattro amici al mondo.