SPETT. LE
Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
Alla cortese att. Dott. Enzo Iacopino
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P.C.
SPETT.LE
Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Corso Vittorio Emanuele II- 349 00186 ROMA
Porto alla V/S conoscenza un fatto che ritengo non renda onore e dignità alla categoria dei giornalisti.
Sappiamo che il dovere di cronaca vale per tutti e che, se è vero che ogni giornalista appresa la notizia ha l'obbligo deontologico,civile e morale di verificare i fatti, documentarsi e di conseguenza divulgarli, riservandosi qualche dubbio, sapendo che nessuno è portatore della verità assoluta. Se tutto questo fosse avvenuto non sarei messo nelle condizioni di denunciare quanto segue:
A Marzo 2010 nel programma televisivo "Striscia la notizia" per ben quattro settimane furono trasmessi servizi montati ad arte con filmati, interviste e registrazioni che inizialmente offendevano,umiliavano e denigravano il sottoscritto, facendomi apparire un personaggio, sedicente e per niente affidabile. Ritenuto un personaggio pubblico, trasmisero le immagini ripetutamente con il mio volto riconoscibile. Ma questo era solo un preludio in realtà la sorpresa preparatami era un altra.
Dopo i primi infamanti servizi, la popolare show girl Michelle Hunziker, della quale anni fa fui, suo manager, dichiarava che all'epoca le feci dei veri e propri ricatti sessuali.
La notizia ebbe un ampio e clamoroso risalto e non solo in Italia. Ansa, telegiornali, quotidiani, settimanali, blog e anche qualche programma televisivo, riportarono le rivelazioni della Hunziker senza mai verificare, come dovere di ogni giornalista, se tali fatti corrispondessero alla realtà.
Nessuno scrisse la parola "presunto", nessuno mi interpellò.
All'epoca io ero amministratore delegato e socio della Business Group tv srl, General manager della SC company srl e titolare di una società individuale. Inutile aggiungere che per questa pubblica gogna mediatica dovetti sospendere tutte le mie attività con danni finanziari elevatissimi.
Per tutelarmi da affermazioni diffamanti, feci quello che ritenevo l'unica soluzione plausibile. Denunciai i fatti e chiesi alla Procura di Rimini una indagine, compreso il sequestro dei filmati girati a mia insaputa nei miei uffici.
Visti i tempi della giustizia italiana, tre anni dopo la Procura di Rimini (Aprile 2013) emise l'avviso delle conclusioni delle indagini preliminari (415 bis) che vedeva indagati oltre la signora Hunziker e l'inviato Max Laudadio anche altre cinque persone.
Grazie ad un istanza dei miei legali (Avv. Mariano Rossetti e Avv. Paolo Righi ) la procura di Rimini nel Settembre 2013 annullò il precedente rinvio a giudizio e con una nuova chiusura d'indagine che vedeva indagata la signora Hunziker del "Delitto previsto e punito dagli articoli 110 e 595 comma I II III codice codice penale,per aver e previo concerto tra loro, offeso l'onore di Rodolfo Rody Mirri, pronunciando, nel corso di un intervista di Laudadio, poi trasmessa durante la trasmissione televisiva "Striscia la notizia".
Max Laudadio con altri veniva indagato dei delitti previsti e puniti dagli articoli 81-110- 513-595- 614- 494 comma I II III codice penale.
Nessun giornalista dei quotidiani e settimanali che avevano dato ampio risalto alla dichiarazione della signora Hunziker e alle altre diffamazioni scrissero di come si era evoluto il fatto. Il 6 ottobre 2014 arriva la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati con i capi d'accusa sopra riportati. Ovvio immaginare la mia soddisfazione, ritenendolo il primo passo importante verso la verità. Ma con mia grande sorpresa L'Ansa di Milano e di Rimini a cui venne recapitato immediatamente la documentazione del Tribunale non diffusero la notizia, esattamente l'opposto di quanto fecero nel Marzo 2010. Ancora con stupore, quei pochi quotidiani che pubblicarono la notizia, la diedero in modo completamente errato, manipolandola, scrivendo che la signora Hunziker era stata denunciata, (questo era successo quattro anni fa) oppure scrissero che il rinvio a giudizio si riferiva al fatto che lei aveva semplicemente detto in chiusura del servizio trasmesso all'epoca "che mi dovevo vergognare".
Non me la prendo con i giornalisti che non hanno mai scritto niente sul fatto,ma con quelli (e sono numerosi) che diedero la notizia nel 2010 in pompa magna.
Ora pur capendone i motivi evidenti di tutto questo muro omertoso della stampa italiana nei confronti della signora Hunziker, che tra l'altro presiede una fondazione in difesa delle donne, mi chiedo se tutto ciò rende onore alla categoria dei giornalisti. Se non provano vergogna per la disparità dell'informazione e per non ottemperare ai principi base del proprio statuto. I primi ad arrabbiarsi dovrebbero essere quei giornalisti onesti, che non ho dubbi, esistano ancora.
"Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile.
Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici.
La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra categoria. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell'editore, del governo o di altri organismi dello Stato.
Il giornalista ha il dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza e non discrimina mai nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche.
Il giornalista corregge tempestivamente e accuratamente i suoi errori o le inesattezze, in conformità con il dovere di rettifica nei modi stabiliti dalla legge, e favorisce la possibilità di replica,.non violando così, le regole basilari del codice di comportamento".
Mi chiedo a cosa servono i codici di comportamento se la realtà, nella maggioranza dei casi è disattesa.
Distinti saluti
Rodolfo Rody Mirri
Lettera aperta e resa pubblica
Segue raccomandata R.R