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RODY MIRRI |
Per introdurre questa intervista potrei
andare su Wikipedia e scaricare, oltre alla biografia di quest'uomo, che è
stato manager, produttore televisivo ed è uno scrittore, anche tutti i lavori
in ambito televisivo e non, nazionale e internazionale. Ma non posso e non
voglio introdurre Rody Mirri così. Potrei farlo se non lo conoscessi, se non lo
avessi mai guardato negli occhi o se le nostre vite non si fossero mai
incrociate prima di questa intervista. Per fortuna non è così, conosco
quest'uomo da ormai 5 anni ed è la prima persona che, potendo scegliere, desideravo
intervistare. Non perché le nostre chiacchierate non mi bastassero, ma perché
sono orgogliosa di poter condividere questa straordinaria avventura che è la
sua vita, dandogli la possibilità di esprimersi come solo lui sa fare. Questa
intervista è quindi un vero "a tu per tu" con un uomo che ho
riscoperto essere parte della mia famiglia troppo tardi, ma al quale voglio
davvero tanto bene. È un uomo che è sostanza, molto prima che apparenza: di lui
non restano le parole, ma le emozioni che riesce a trasmetterti con esse. Di
lui non puoi parlare, ma devi raccontare, narrare. Perché la sua storia non è
una storia qualsiasi. Tutto quello che ha fatto nella vita non si può
riassumere, per questo lascio la parola a lui e chi vuole intendere intenda.
Cominciamo dall'inizio, dalla sua
infanzia. Se potesse definirla con una parola quale userebbe?
Serena.
Lei è entrato nel mondo del lavoro
praticamente subito, se tornasse indietro studierebbe di più?
Sicuramente, è una delle tante cose che
non mi perdono.
Il mondo dello spettacolo è, come
sappiamo, uno dei più ambiti..Lei lo ha scelto per ambizione o crede che sia
stato portato in quel mondo senza sceglierlo realmente?
Ambizione e casualità sono state
componenti imprescindibili per ritrovarmi in un mondo che mi piaceva e
stuzzicava i miei desideri.
Dopo aver vissuto nel mondo dello
spettacolo per molti anni ha scritto un libro molto bello, forse il più bello
di tutti, intitolato "Il triangolo del potere". Perchè scrivere un
libro così? Si è mai pentito di essersi esposto così chiaramente?
Avevo un conto aperto con me stesso. Dopo
aver vissuto per anni da protagonista in quel mondo mi apprestavo a lasciarlo
per sempre, avevo 50anni con ancora qualche sogno nel cassetto. Uno su tutti,
aprire un agriturismo su un isola che frequentavo da anni: Ibiza. E tutto
questo coincise con due fatti..la fine di un rapporto sentimentale e l’ennesima
delusione da parte di quel mondo, quello dello spettacolo, che viveva e vive
tuttora di taciti accordi, dove le conoscenze e gli intrallazzi valgono molto
di più del merito.
Quel libro lo scrissi con rabbia e per
togliermi qualche sassolino dalla scarpa contro un mondo che mi aveva dato
enormi soddisfazioni, ma che contemporaneamente detestavo per quella sua parte
ambigua dove tutti sanno, tutti fanno ma nessuno ne parla. Un sistema, ma forse
meglio chiamarlo con il suo nome, una lobby, che si fa forte proprio per il
fatto che sia la televisione che il giornalismo sono parte dominante e
integrante del sistema, anzi sono l'utilizzatore finale per raccontarla come si
vuole. In sostanza e in parole povere quello che si vede in tv e si legge
quasi mai è conforme alla realtà.
Abbiamo parlato del primo libro ma
lei ne ha scritti altri 5 e tiene anche un blog. Da dove nasce l'amore per la
scrittura, se di amore si tratta...?
Indipendente da tutto amo scrivere e ogni
libro scritto equivale ad una lunga e intensa terapia psicologica con me
stesso. Per cui scrivo solamente se sono incazzato, deluso o curioso. Mai
quando sono felice.
Lei è un bell'uomo, molto ambizioso,
ha avuto fama e denaro ed è stato amato e circondato da bellissime donne dello
spettacolo. Insomma, nella vita non sembra aver rinunciato mai a nulla. E'
così? Si è mai posto dei limiti?
Mi sono sempre lasciato guidare dall'istinto.
Ho sempre vissuto a modo mio, dove la parola "rinuncia" l’ho quasi
sempre ignorata . Ho sempre pensato che un “voglio” suoni meglio che un “devo”.
Qualche limite me lo sono posto, anzi, ho dovuto pormelo...ed è stato un bene.
La vita le ha regalato tanti amori, ma
non si è mai sposato. Nonostante questo lei oggi ha una figlia. che rapporto ha
con lei? Pensa che manchi qualcosa?
Non è esatto. Avevo 20anni quando mi
sposai, era il 1972 e da quel matrimonio che durò 13anni, nacque l’errore più
giusto della mia vita, mia figlia Monica. Errore, perché concepita troppo
giovane, ma giusto perché non la cambierei con nessun altra al mondo. Verso la
fine degli anni ottanta andava di moda sposarsi all’estero, (Las Vegas o
Scozia) matrimoni senza nessun valore anagrafico e legale e
anch’io, stupidamente per non essere da meno ne feci alcuni, due, per la
precisione
.
Nella vita ha conosciuto tantissime
persone, tanti amici, ma anche tanti falsi amici. Arrivato ad oggi come vive il
problema dell'invidia spesso mascherata da amicizia? meglio non fidarsi di
nessuno o, in ogni caso, non fare di tutta l'erba un fascio?
Avevo letto da qualche parte che "a
volte la fiducia è come un libro che abbandoni...poi ci riprovi e scopri che il
segnalibro era fermo una pagina prima della parte più bella". Amo pensarla
così, anche se la realtà è ben diversa.
Veniamo alla storia recente. Cinque anni
fa un servizio di "Striscia la notizia" le stravolge la vita. Come è
cambiata? Cos'ha perso e cosa vorrebbe riprendersi di ciò che le hanno tolto?
Ci vuole molto coraggio, falsità e tanta
ipocrisia per aver “confezionato” e posto in essere una delle più vergognose
pagine della storia televisiva italiana. Ora le risposte (dopo quasi sei anni)
le attendo dal Tribunale, visto che gli artefici sono stati tutti rinviati a
giudizio.
In questi anni ho scoperto di aver perso
molte cose futili e di essermi ripreso altre, molto ma molto fondamentali per
il proseguo del mio cammino.
Lei ha criticato fortemente i
giornalisti. Tutti con le mani legate? Dopo tutte queste lotte crede ancora
nella verità e nella giustizia?
Oggi le grandi testate giornalistiche,
l’editoria, le televisioni e i network radiofonici fanno parte di grandi
multinazionali con interessi enormi. Anche per un giornalista serio e corretto
è difficile non sottostare alle direttive che provengono dall'alto e, anche se
non ci fossero, risulta difficile ammettere il fatto che per chi scrive è
maledettamente difficile non esserne condizionato. L’obbiettività e il diritto
di cronaca è un alchimia molto difficile.
Soprattutto un cronista serio dovrebbe
attenersi alla carta dei doveri, scritta dall'Ordine dei giornalisti l' 8
Luglio del 1993. Basterebbe questo, basterebbe.. ma non è così.
Ecco, purtroppo la mia stima é poca verso questa professione e trovare un
giornalista, degno di tale nome, libero e indipendente da tutto e tutti,
risulta quasi impossibile. I più mentono sapendo di mentire e questo fatto mi
lascia basito, alla faccia dell’informazione, dove si dimentica che un articolo
fazioso può essere un arma micidiale che può annientare vite di persone, nuclei
famigliari e condizionare per sempre la storia di un essere umano. Perché se
una notizia è riportata dalla televisione o dai giornali per la
maggioranza della persone è reputata “veritiera ".La professione del giornalista è una lotta costante tra il sogno e la volontà di essere del tutto indipendenti e le situazioni reali in cui si trovano, che li costringono, invece ad essere dipendenti da interessi, punti di vista, aspettative dei
loro editori…in generale si tratta di una professione che richiede una continua
lotta e un costante stato di allerta..." Questo lo scriveva il giornalista
Ryszard Kapuscinski e non il sottoscritto. Nella causa che ho in corso, dove mi
vede parte lesa, i miei avvocati sostengono che la controparte è potente.
Ebbene per rispondere alla sua domanda, evidentemente credo ancora, fino a
prova contraria, alla giustizia, rispondendo ai miei avvocati che dovrebbe
essere la verità più potente della controparte, o almeno questo è quello che mi
auguro...
In questi ultimi anni è mai mancato il
coraggio? ha mai avuto paura e se si, di cosa?
Desidero sia fatta giustizia per quello
che ho subito. Questa è l’unica ansia che mi attanaglia la mente. La paura
invece mi assale quando penso a fatti ben più gravi come una malattia o la
perdita di persone a me care.
La vita le ha riservato anche belle
sorprese. Ha scoperto di avere un fratello. Com'è stato? Suo padre si è portato
nella tomba qualcosa che nessuno immaginava. Cosa pensa dei segreti non detti?
ha provato rabbia verso suo padre?
Vero, ho scoperto poco tempo fa di avere
un altro fratello..troppo tardi, ma questo non modifica minimamente l’affetto
che provo per lui. Comunque sia questa notizia non scalfisce
l’amore e la stima che provo e provavo per mio padre. Non posso giudicare
nessuno, figurarsi mio padre, da lui ho avuto la prova vivente di come sia
fondamentale l’esempio e non le parole. Questo suo segreto che si è portato
nella tomba, probabilmente era struggente, perché a volte lo vedevo isolarsi
nei suoi pensieri con lo sguardo perso nell'infinito. Mi piace pensare che il
suo pensiero andasse a quel figlio lontano da lui, e penso che il suo dolore
mentale forse fosse più angosciante e drammatico del dolore fisico che la sua
malattia gli imponeva. Riconosco che le circostanze della vita possono
modificare radicalmente il nostro agire, sono certo però che mio padre, ora,
riposi in pace sapendo che i suoi figli si sono riabbracciati e gli farà
piacere sapere che il suo figlio segreto é esattamente come lui avrebbe
desiderato.
Se potesse scegliere una cosa per il suo
futuro sceglierebbe tranquillità e pace o verità e riscatto?
Con la verità ci sarebbe il riscatto e conseguentemente
pace e tranquillità.
Se potesse scegliere una cosa o un
aggettivo con il quale essere ricordato quale sceglierebbe?
Curiosa domanda che mi porta a fare tutti
gli scongiuri inimmaginabili….
Ho commesso tutti gli errori che in una
vita si possono commettere con una nota dolente, quella di non essere
stato un padre presente, ma a parte questo, non cambierei la mia vita con
nessun altra. E per chi gioirà della mia morte ( ovviamente più tardi
possibile) gli voglio solo ricordare che non l’ho lasciato ma solo preceduto.
Scherzi a parte, non avendo un aggettivo da scegliere penso che chi mi ama o mi
ha amato sa perfettamente che uomo sono e vorrei essere ricordato da loro per
avergli rubato (mi auguro) almeno un sorriso.
Ha qualche rimorso o qualche rimpianto?
Quale dei due per lei è peggio?
Sarò lapidario. Meglio i rimorsi che i
rimpianti.
Marianna Guazzi