Credo che l'età contribuisca molto.....molto, ma non completamente; mi riferisco al fatto che molti uomini arrivati alla soglia dei 50 anni o poco più, ritornano spesso con il pensiero ai ricordi della loro gioventù.
Tal volta mi capita di trovarmi con amici per una cena o un aperitivo e gira e rigira i discorsi finiscono sempre li, "ti ricordi quando anni fa.." oppure "ai nostri tempi..." e via discorrendo vengono alla luce racconti di vecchi amori, storie mai dimenticate, storie che probabilmente nessuno vuole cancellare e mentre qualcuno le racconta stringendo i pugni per nascondere un emozione,mi chiedo cosa rende in questi casi gli uomini cosi drammaticamente sinceri, è solo il ricordo di un amore del passato, o il rimpianto dei tempi che furono?
Introdusse il tutto parlandomi della sua Reggio Calabria emozionandosi, non credo sia stato soltanto un effetto della nostalgia;quegli anni per lui erano davvero speciali, densi di cose, di eventi, di novità.
Reggio Calabria, anni 70, le radio private (Macondo e Everybody) e i juke box invadevano con la loro musica i bar e le piazze, la cinquecento con i primi ribaltabili, le lambrette, i mini assegni e i gettoni telefonici. Il ritrovo alla moda è il "Roof Garden" ubicato sul lungomare cittadino ma per tanti giovani ragazzi il luogo ideale per cuccare fuori porta era Taormina e Marco, (nome di fantasia) in estate tutte le settimane con un suo amico e la cinquecento partiva in cerca d'avventure, ovviamente con costume da bagno, jeans e camicia per la sera fingendosi turisti in vacanza alloggiati in lussuosi hotel. Durante la giornata in spiaggia broccolavano giovani turiste straniere per poi alla sera invitarle in qualche locale e finire il più delle volte con la tradizionale avventura sessuale.
Marco raccontava dei tempi che furono, della sua giovinezza e delle tante avventure ma non riusci a mascherare quel suo stato d'animo quando gli chiesi di raccontarmi del suo primo fidanzamento importante.
"Era la ragazza più bella di Reggio..me ne innamorai dalla prima volta che la vidi." Mentre parlava i suoi occhi rivivevano quei momenti e fu talmente categorica questa affermazione che rimasi spiazzato e ansioso di sapere il resto del racconto.
"Rimasi con lei per circa tre anni, mia madre l'adorava, lei proveniva da una famiglia borghese, suo padre ingegnere, sua madre insegnante, una sorella e un fratello e io impazzivo per lei, ma la stupidità di un giovane voglioso di vivere la vita a pieni giri fece naufragare la storia più importante della mia vita."
"Ricordo che per il giorno del suo compleanno, la sera prima, mi recai da un amico titolare di un negozio di fiori e acquistai cento rose rosse, le caricammo nel suo pulmino e ci demmo appuntamento alle due di notte. Mi presentai puntuale dal fiorista con un altro amico e tutti tre partimmo verso casa di lei, parcheggiammo il pulmino sotto il suo balcone e salendo sul tetto del mezzo senza fare il minimo rumore iniziammo la realizzazione coreografica del mio regalo di compleanno.
Per ogni ripartitore che sosteneva lo scorrimano legammo con un filo di ferro sottilissimo una rosa, trasformando cosi un balcone in un apoteosi di rose rosse."
"Fu mia madre alla mattina che mi svegliò avvisandomi che lei era nel soggiorno di casa mia. Quando mi vide ci fu uno scambio di sguardi, un lungo abbraccio si trasformò in un' esplosione
di gioia. Ricordo che lei disse a mia madre di essere una ragazza fortunata. Sorrideva ed era bella da morire... mia madre che fu spettatrice indiretta di quella scena si commosse mi chiamò in disparte e mi diede cinquantamila lire pregandomi di acquistare per lei un regalo da parte sua e di mio padre."
Marco proseguì ma mi resi conto che oramai parlava solo con se stesso.
"Il ricordo di lei mi lascia in bocca il sale ed arriva dritto al cuore...e non c'è una ragione quando cerco quel che resta."
Chiesi a Marco se gli era capitato di rivederla pur sapendo che erano trascorsi trentacinque anni e che lui sposato e separato con un figlio vive a Riccione.
"Un anno fa sono tornato a Reggio e ho fatto in modo di rivederla con la complicità di un amico, doveva sembrare un incontro casuale ma lei aveva capito...è sposata, due figli.
Ci siamo salutati come due vecchi amici, le solite frasi che si dicono cercando di nascondere un imbarazzo evidente, un saluto e via".
Marco termina il suo racconto ma capisco chiaramente che lei è ancora nella sua testa, nel suo cuore e nella sua anima come una farfalla di piombo.
Ma prima di perdersi nella notte tra turisti e le boutique del centro girandosi di scatto e fissandomi negli occhi aggiunse "Quella donna mi ha scassato l'anima..ma per me non è finita e forse neanche per lei."
Duro avere rimpianti...
RispondiEliminacaro/a amico/a di questi rimpianti te ne auguro tanti il protagonista della storia Marco
EliminaLe donne del sud lasciano SEMPRE il segno!!!!
RispondiEliminaDany
Mi piace questo racconto che riflette tutti i limiti dell'uomo.La morale rimane una sola,quando una persona decide di andarsene lasciamola andare..se torna è tua per sempre,se non torna non era tua neanche prima.
RispondiEliminaUna sognatrice.