mercoledì 26 dicembre 2018

IL MITICO PUB "DA GIORGIO" IN VAL RENDENA



"PUB da GIORGIO" Iavrè

Per i giovani della Val Rendena negli anni 70 il tempo dedicato al divertimento seguiva dei riti consolidati.
A Pinzolo, Il cinema “Dolomiti”  l’unico della valle, ( l’alternativa era quello di Tione) si riempiva il sabato sera, mentre nel giorno di martedì le proiezioni erano solo per chi aveva compiuto i 18anni così si potevano vedere  le prime immagini di donne nude, quelle per intenderci che oggi si vedono in tv.  I minorenni invece frequentavano la sala cinematografica della parrocchia il “Laurentianum” alla domenica pomeriggio. Crescendo, rigorosamente al sabato sera  in pizzeria al “Mildas” ma sul tardi solo dopo aver trascorso la serata al “Ciclamino”  dove si cercava di emulare “La febbre del sabato sera” oppure al “Rio” di Caderzone  o al “Nutsy”  di Vigo Rendena, ma molte di queste discoteche aprivano anche la domenica  pomeriggio. Chi aveva la fortuna di possedere un motorino ( la miscela costava 150 lire al litro) o una mitica “500” Fiat, poteva frequentare la taverna dell’hotel “Milano” a Tione o  in alternativa una minuscola discoteca a Bolbeno.
Le amicizie all’epoca non erano fittizie ma tutte reali. Apparivano i primi jeans a zampa di elefante una moda apprezzata dai giovani e non potevano mancare i veri Ray-ban.  Era un periodo poverissimo di gadgets tecnologici, ma ricco di contatti umani visto che non esistevano ancora quelli virtuali. Nessuno veniva scaricato via sms o whatsapp e il bullismo lo affrontavi con i pugni. Si viveva  di pallone, bicicletta o motorino e ci si arrampicava ancora sugli alberi,  a seguire qualche disco in vinile dei nostri cantanti preferiti . Non si andava al mare con tutta la famiglia, visti i tempi era quasi impossibile, qualcuno al mare ci andava si ma, in colonia. Bisognava andare alla messa tassativamente, pena le sgridate pazzesche dei genitori. Per comunicare al posto dei cellulari le cabine del telefono con i mitici gettoni, poi le lettere e tante cartoline.


Interno Pub da Giorgio
E proprio in quegli anni un giovane ragazzo, dopo aver frequentato la scuola alberghiera di Stresa e lavorato come barman  in alcuni famosi locali in giro per l’Italia, apriva un bar a Iavrè. Divenne immediatamente un ritrovo anomalo per come era concepito un bar in Val Rendena, e Giorgio Valentini, estroso ma lungimirante barman, portò in quel locale una ventata di novità che lasciò inorriditi i benpensanti. Fu così che piano piano trasformò quel luogo in un esclusivo pub con annessa sala di ristorazione e qualche camera per ospiti, non solo, raccogliendo cimeli di antiche e locali professioni, reperti  della prima prima guerra mondiale e altre bizzarrie varie divenne un piccolo e apprezzato museo. Ma l’eccentricità di Giorgio non fu solo quella, abituò la propria clientela ad un altro e diverso approccio con il bere. Lui, abile barman insegnò il piacere di sorseggiare i primi cocktail quando, in tanti manco sapevano cosa erano, oppure provocatore nato, utilizzava per il “caffè alla vodostana” delle grolle in terracotta con un particolare, il cliente o meglio le clienti, per poter bere quella prelibatezza dovevano  necessariamente deglutire tramite una protuberanza  posta sul lato della grolla. Tutto nella norma se non fosse che  quella protuberanza era  una forma fallica. La toilette del locale era una sala lettura, nel senso che trovavi appesi alle pareti diciture trasgressive e ironiche. Ma il carattere di Giorgio  mal sopportava la maleducazione e l’incapacità da parte di alcuni clienti  di accettare un altro modo di stare in un locale pubblico, così dotò i suoi clienti della chiave del suo pub, gli altri, dovevano suonare  un campanello posto all’ingresso del locale. Quando apriva la porta a Giorgio bastava uno sguardo per capire chi far entrare. Nacque così il primo pub privè dalla valle dove oltre la professionalità il tutto si accompagnava con il gusto della sana trasgressione,  la ricerca dell’ironia e il piacere della compagnia e dell’avventura,  si perché di avventure in quel locale ne sono capitate tante ma alcune impossibili da raccontare. Ora dopo parecchi anni quel locale famoso, ritrovo di tantissime persone, è chiuso da tempo e Giorgio trascorre la meritata pensione in famiglia. Ogni tanto ci si sente al telefono  e quando torno nella verde valle mi fermo da lui per un saluto. Lo trovo quasi sempre nel giardino di casa sua che sta  dando  da mangiare a tanti uccellini che si adagiano sulla sua mano. Insieme ricordiamo  gli amici di un tempo e le tante avventure vissute in quel periodo senza per questo rimanere intrappolati nel passato e senza dimenticare che il tutto è stato condito con il profumo inebriante della gioventù. Ma  di una cosa sono certo ed è quella che Giorgio  l’avventura più bella la vissuta e la vive ora, con la sua famiglia, una moglie e un figlio di cui andarne fieri, lo capisco dalla dolcezza infinita con cui guarda loro, lo capisco perché lo conosco da una vita…
RODY MIRRI _ GIORGIO VALENTINI - LIGNANO SABBIADORO 1977

domenica 23 dicembre 2018

L'IPOCRISIA INVADENTE DELLE FESTE NATALIZIE,CAPODANNO COMPRESO.



Non ho particolarmente a cuore le feste comandate, anche se riconosco nel Natale una strana e mistica atmosfera che alleggia nell’aria , questo  probabilmente  centra poco o niente  con il vero significato che il Natale  rappresenta per un non credente.
Così anche quest’anno  arriva  puntualmente  il Natale e tutti festeggiano. Tutti sorridenti e felici, gentili e altruisti ma sotto sotto, quanti di quei sorrisi sono veri? Quanto sono veri gli auguri che riceviamo? Oppure è tutta una finzione, pura e stramaledetta finzione.   L’ipocrisia di chi non ti fila per tutto l’anno nemmeno di striscio e poi a Natale, quando l’incontri, ti dice “Buon Natale” con un sorriso beffardo che più che un augurio sincero sembra una grande presa per il culo. Ovviamente ci sono persone che ci tengono realmente a te e sono tante  ma quelle le vedi e le senti vicine sempre e comunque tutto l’anno anche se vivono  chilometri distanti da te.  
Mi sa che  la nascita di Gesù è secondaria per molti e che invece contano di più i riti mondani  e le strumentalizzazioni commerciali che ci vogliono come dicevo tutti felici e contenti trasformando così  il Natale  in una grande trovata commerciale utilizzando il termine  “tradizione” solo per giustificarla.  L’ipocrisia  delle feste non è data da ciò che queste rappresentano, ma da come le persone o per lo meno la maggior parte di esse la vivono.
Trasformare il  Natale in un film dove tutti si fingono più buoni e sorridenti è semplicemente il teatro della vita.
Poi si passa ad un altro rito che da sempre detesto, il capodanno. Con questa festa arriveranno puntuali gli pseudo auguri copia/incolla, quasi tutti di persone che non senti e non frequenti quasi mai.
 Ma personalmente il capodanno lo detesto principalmente  per alcuni motivi;  il primo di questi è quello che ti devi divertire per forza e io, che da sempre mi diverto indipendentemente dal capodanno, trovo questa usanza comune, poco comune alle mie abitudini. Secondo motivo; rispondere alla domanda detestabile “Che fai a capodanno?” Non capisci mai se è un invito o una curiosità e se poi è detta da persone che non frequenti abitualmente diventa fastidiosa, quasi fossi costretto a giustificare la mia opzione. Terzo motivo; non amo i cenoni ne tantomeno mangiare in ristoranti strapieni di gente dove spendi normalmente il doppio, non mangi quasi mai bene e l’attesa tra un piatto e l’altro diventa una gara a tappe.  Quarto motivo; Non sopporto i buoni propositi che inevitabilmente tutti hanno per l’anno nuovo e che, guarda caso, non si mantengono quasi mai. Quinto motivo;  Alla mia età che motivo ho di festeggiare visto che seppur, per grazia ricevuta, ho un anno in più...






lunedì 3 dicembre 2018

UN GIORNO QUALSIASI...

LA CANTINA DELLA MUSICA


A volte e casualmente ti accorgi che c’è ancora gente che si sa divertire con le proprie passioni…
Giorni fa,durante un week end trascorso sul lago di Garda, mi sono ritrovato  con delle amiche per un aperitivo a Salò, in P.zza Cavour al Winebar  “Camillo”.
La serata trascorreva piacevolmente tra calici di buon vino e stuzzichini invitanti quando Valeria, amica di vecchia data propose di seguirla in una cantina poco distante, “Sarà una sorpresa..” disse con una malcelata ironia.  Fu così che ci trovammo, dopo una breve camminata, davanti ad un portone senza insegne in un vicolo appena illuminato e senza sbocchi. Tutto tranne che un locale pubblico ed io, che pregustavo altri calici di vino, mi ritrovai con Valeria e Alessia in una vera cantina tutta in mattoni con una antica  volta a botte mentre le pareti erano tappezzate con  plateau in cartone, quelli per capirci, utilizzati per le uova e in questo caso utili   per  l’insonorizzazione della stanza. Al centro microfoni e chitarre,batteria e tastiere sui lati, davanti a questo palchetto alcune sedie che precedevano un tavolino dove si trovava posizionato un piccolo mixer per le luci psichedeliche.
Mi spiegano che questo luogo suggestivo da anni ospita un gruppo di vecchi amici appassionati di musica che ogni sabato si ritrovano per divertirsi e per far divertire i loro amici. La band è composta da quattro persone, tra loro alle tastiere anche una donna. Sono più o meno sessantenni dai capelli un po’ ingrigiti e dagli sguardi ancora curiosi, penso che  forse sono vecchi membri di un gruppo rock ormai adulti e, senza dubbio, nostalgici. Valeria mi informa che gli amici  spettatori  arrivano, portando a loro discrezione qualcosa da bere o da mangiare tutto usufruibile durante la pausa musicale  tra battute e vecchi ricordi e non solo, perché poi  ci sarà pure, mi dicono,  un breve intrattenimento con un amico che si esibirà  con dei  giochi di magia.  Dopo i convenevoli della presentazione ci fanno accomodare su alcune sedie utilizzate nei vecchi cinema  e parte la musica.
Da Vasco a Joe Kocker  da Ruggeri ai New Trolls , prevalentemente musica pop anni 70 dove la signora alle tastiere si trasforma  in una rock star con una stupenda voce graffiante, mentre dalla stanza dei ricordi che tutti noi custodiamo gelosamente nella nostra testa si apre l’uscio per fare uscire pian piano  le nostalgie dei tempi andati perche se  le storie sono fatte di immagini, di luci, di colori ,di  dettagli, e non solo della storia in sé,  tutto è  poca cosa se manca la musica, un ingrediente  che rende tutto indelebile. E così quasi per magia questo luogo mi  trascina mentalmente in un film  dove mi  ritrovo protagonista, perche ogni canzone eseguita da questa band mi porta lontano nel tempo quando certe canzoni erano e rimangono la colonna sonora dei ricordi passati e contribuisce a questo anche l’età rivendicando le sue esigenze. Questo gruppo di amici musicisti forse messi insieme dal caso, riescono con diritto a ringiovanire il passato togliendoci, almeno per un po’ dallo stress quotidiano e perché no, anche dalla dipendenza dell’ iPhone e dai social .
Questa band  di sessantenni che si portano dietro, non solo il loro strumento, ma un bagaglio pieno di gongolanti emozioni  compiono, magari senza saperlo, un risultato insperato  perché quando la musica è finita mentre saluti e te ne vai ti accorgi che, in una serata di dicembre  di un giorno qualsiasi sorridi e sei stramaledettamente felice…

venerdì 10 agosto 2018

CIAO JIMMY....


Jimmy il Fenomeno

Ho appreso con dispiacere la dipartita di “Jimmy il fenomeno” e inevitabilmente la stanza mentale dei ricordi si riapre facendomi rivivere momenti colmi di risate e gag condivisi con lui. Attore caratterista, ricordato per il viso dall’espressione inconfondibile con lo sguardo strabico, la parlata dialettale e la sua sconclusionata risata.
Nell’ambiente dello spettacolo era risaputo che Jimmy  veniva  considerato un portafortuna e lui conscio di questo si presentava direttamente sui set dando la sua disponibilità. Questo accadeva soprattutto durante il periodo estivo quando  Jimmy soggiornava in vacanza come ogni estate a Riccione, alloggiando quasi esclusivamente all’hotel Mediterraneo dall’amico Romeo Corazza e   la riviera romagnola era la location preferita per programmi televisivi e pellicole cinematografiche. Ragion per cui  quando si presentava era impossibile rifiutargli una comparsata e lui felice ti ringraziava con la sua solita risata abbracciandoti ripetutamente. Ogni tanto capitava che  mi chiedesse un passaggio per rientrare a Milano e questo mi permetteva di sentirlo raccontare un sacco di aneddoti riguardanti l’inizio della sua carriera quando recitava   con i grandi dell’epoca come Totò, Walter Chiari, Aldo Fabrizi per proseguire poi con Celentano, Villaggio e Renato Pozzetto. Nel corso dei 40 anni di carriera Jimmy aveva recitato come comparsa in oltre 150 film di commedia all’italiana ma  anche in programmi televisivi come Drive In.
Negli ultimi anni sapevo che aveva avuto problemi di salute e quando, tempo fa, transitai davanti all'Hotel Cervo sua fissa dimora milanese chiesi di lui, ma mi fu detto che da tempo viveva in una casa di cura. Persi così l'occasione di salutarlo e questo fatto ora mi rattrista perchè ancora una volta preso da altri impegni, tanti sicuramente inutili, ho perso una buona occasione per rivedere un amico di vecchia data sapendo che lui ne sarebbe stato felice, ma sopratutto gli avrebbe fatto piacere sapere che non era stato dimenticato.


martedì 31 luglio 2018

RODY MIRRI - YACHT CLUB MANERBA DEL GARDA (BS) KLEYNOT CREMA (CR)


Pochi sanno che tra le mie grandi passioni  quella che più mi stimola è il design. Ho firmato occhiali, orologi da tavolo, le famose iniziali in oro “ Personality” . Ho aperto e curato personalmente l’arredo di molti locali sparsi tra varie località d’Italia, alcuni mi sono rimasti nel cuore come lo “YACHT CLUB di Manerba del Garda e il “KLEYNOT” di Crema.



2007 - YACHT CLUB  MANERBA DEL GARDA (BS) 






2005 - KLEYNOT  CREMA (CR)








venerdì 22 giugno 2018

IL CATTIVO ESEMPIO TELEVISIVO....



Vittorio Sgarbi

Talk Show, Reality, Dibattiti politici stanno esagerando…

Negli ultimi mesi si è vista una preoccupante escalation del cosidetto bullismo, protagonisti ragazzini più o meno giovani che aggrediscono pesantemente senza particolari motivazioni coetanei senza distinzione di sesso. Alcuni trovano motivazioni stupide se i malcapitati sono gay o lesbiche, profughi o barboni. La violenza è sempre esistita ma fa un certo effetto vedere anziani ospiti di qualche ospizio venire malmenati, oppure, vedere bambini schiaffeggiati negli asilo nido da maestre d’asilo, le stesse, che  dovrebbero usare solo sorrisi e rispetto.



Karina Cascella

Ma torniamo alla “moda” del momento il bullismo. Ognuno ha le proprie opinioni in merito, intellettuali, psichiatri, giornalisti  e professori ci spiegano le varie motivazioni che spingono tanti giovani nel praticare queste assurde e vergognose aggressioni. Pochi però parlano degli esempi televisivi che spesso si vedono nei vari programmi. Se autorevoli personaggi ospitati nei vari talk show  si esprimono con violenza verbale e con un linguaggio volgare dove “cazzo, stronzo, fanculo, figa e coglione sono semplicemente una prassi ordinaria e accettata che rende simpatico e  “figo” chi la esercita, allora non dobbiamo stupirci se tanti, forse troppi giovani ne prendono esempio. Si pretende dai giovani  educazione e rispetto ma l’arma migliore per ottenere questo è l’esempio. Chi ospita in tv personaggi che niente hanno a che vedere con educazione e rispetto  è complice di quella degenerazione collettiva che riguarda ognuno di noi. Forse caleranno gli ascolti ma aumenterebbero gli esempi positivi e scusate se è poco.

giovedì 3 maggio 2018

I ROM ADESSO RUBANO PURE I CANI .....








L'Italia ultimamente è diventata il refugium peccatorum di delinquenza straniera, sapendo di farla franca, grazie alle nostre leggi, al buonismo di certi giudici e ai tagli fatti alle forze dell' ordine, che per pochi soldi spesso ci rimettono pure la pelle. I furti nelle case sono quintuplicati, e come non bastasse la feccia che ci ha invaso si è specializzata in un altro reato, a dir poco odioso: il furto di cani.

I dati resi noti da Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) sono allarmanti: solo nel 2017 i furti di cani denunciati e segnalati sono stati oltre 36.000, circa 3.000 al mese, 100 al dì, ogni 15 minuti viene rapito un cane in Italia. Il 2017 ha registrato un aumento del 12% in più di rapimenti rispetto al 2016 (32.000) e 2015 (30.000).

CANI
Un giro economico secondo le stime che vale dai 5/7 milioni di euro all' anno. Un quadro agghiacciante, un fenomeno denunciato anche in Tv da Quinta colonna: «Ladri di cani: il nuovo business dei nomadi. Secondo le segnalazioni sono in aumento i furti degli animali domestici riconducibili a bande di rom organizzate». I cani più presi di mira dai ladri (58%) sono quelli di razze pregiate di piccola taglia: Chihuahua, Maltesi Pinscher, bulledog francesi e inglesi, ma anche quelli di grossa taglia, sempre di razza, specie pastori tedeschi e pregiati cani da caccia.

PRELEVATI DA CASA
Gli animali vengono prelevati nelle loro case e giardini, in auto, legati fuori dai negozi e durante le passeggiate nei parchi e in aree apposite. Perfino rubati ai proprietari da rom strappandogli di mano il guinzaglio, prendendo l' animale e fuggendo in auto, dove il complice aspetta con la vettura accesa.


Le regioni più colpite sono: Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Puglia; per i cani da caccia Umbria, Toscana e Sicilia. Si ipotizza siano sequestri su commissione, le inchieste di Aidaa hanno rivelato una vera organizzazione criminale, mirata a smistare i cani rubati in allevamenti lagher abusivi nei paesi dell' Est Europa, specie in Romania, dove i maschi sono usati come riproduttori e le femmine come fattrici, mentre i cani anziani o sterilizzati vengono spesso rivenduti nei paesi del nord Europa dove i costi di un cane di razza è proibitivo.

DESTINI CRUDELI
combattimenti di caniCOMBATTIMENTI DI CANI
Ci sono casi in cui il destino degli animali è più atroce, usati per la vivisezione clandestina, combattimenti, uso di carni e pelli, trasporto della droga e sfruttamento sessuale, confermati da recenti fatti di cronaca, come quello a Briatico (ViboValentia, Calabria) di un cane fatto arrosto (per essere mangiato) da un nigeriano di 29 anni ospite del centro di accoglienza per richiedenti asilo; ai Carabinieri intervenuti subito l' uomo ha detto di non sapere che in Italia è reato cibarsi con cani e gatti dopo averli uccisi.

CAMPO NOMADICAMPO NOMADI
Lorenzo Croce, presidente Aidaa ha scritto al ministro dell' Interno Minniti chiedendo «immediata espulsione del responsabile del reato barbaro e criminale e dei suoi eventuali complici». Aggiunge Stefania Sanzani, responsabile di vigilanza ambientale zoofila di Legambiente: «A Ravenna come in altre parte d' Italia abbiamo avuto notizia di carne di cane o gatto conservata nei freezer di ristoranti etnici. Sembra assurdo ma succede.
Poco lontano da qui sono stati trovati microchip tra la carne nei piatti di un ristorante».

Per farsi idea della disperazione in Italia basta visitare la pagina Fb Cani Rapiti. L' appello di Croce: «La situazione dei cani rubati è sottovalutata, chiediamo maggiori controlli a partire dall' obbligo di lettura del microchip dei veterinari che 
 può aiutare a ritrovare i cani rubati almeno in parte».
val d ala parco delle valli campo nomadi romaVAL D ALA PARCO DELLE VALLI CAMPO NOMADI ROMA

Per il furto di animali non esiste una banca dati nazionale delle Forze di Polizia e le denunce restano lettera morta nei commissariati. Da anni la Lega nazionale per la difesa del cane invoca le istituzioni di un database dei furti. Si consiglia ai proprietari di cani e gatti di munirli di microchip, non lasciarli in giardino, in auto, legati fuori da negozi (con la nuova legge si può portare Fido ovunque), mai farli passeggiare senza guinzaglio e tenerli sempre d' occhio. E i cani da caccia mai lasciarli in capanni soli. Utili i gps sul collare di cane o gatto che tracciano la loro posizione all' istante, alcuni sono dotati di allarme per il superamento della "zona protetta".


 Marinella Meroni per ''Libero Quotidiano''
AMAM

lunedì 23 aprile 2018

L'INDIMENTICABILE MARCO GAROFALO

Con Marco Garofalo, Pierluigi Perra, Laura Bianca, Monica, Paola Citterio. Rody Mirri a Bellezze sulla Neve - Canale 5 - Madonna di Campiglio A pochi giorni dalla scomparsa di Isabella Biagini una brutta malattia si è portata via anche Marco Garofalo, 62 anni, coreografo e professore di danza moderna al talent di AMICI di Maria De Filippi. Il suo esordio in televisione risale al 1978 nell’ambito del programma MA CHE SERA con l’intramontabile Raffaella Carrà. Poi moltissime altre trasmissioni lo hanno visto protagonista come coreografo; LASCIA O RADOPPIA? BUONA DAMENICA, BELLEZZE SULLA NEVE, OCCHIO ALLO SPECCHIO, CIAO DARWIN, LUNA PARK, RE PER UNA NOTTE. Con lui ho un sacco di ricordi bellissimi, sopratutto i tre mesi trascorsi insieme mentre eravamo ambedue impegnati con il programma BELLEZZE SULLA NEVE in prima serata su CANALE 5 a Madonna di Campiglio. Marco oltre che essere stato un serio professionista era di una simpatia esagerata, le sue battute nel tipico accento romanesco, non solo erano spassose, ma servivano per sdrammatizzare quei momenti di tensione che spesso accadono durante le registrazioni di un programma.Durante la sua malattia ho saputo che ha lottato fino alla fine esattamente come era solito fare anche nella vita.Ciao grande, grandissimo Marco…

domenica 15 aprile 2018

ISABELLA BIAGINI IRONICA E SFORTUNATA...


La scomparsa di Isabella Biagini mi riporta al passato..
BIAGINI E RODY MIRRI 

Passano gli anni e con loro aumentano i ricordi e questo succede soprattutto quando viene a mancare una persona che hai conosciuto come Isabella Biagini. Una donna intelligente, ironica e sfortunata. Una donna fuori luogo nel mondo dello spettacolo perche usava sempre la testa il  cuore e l'anima anche quando non gli conveniva, dando sempre  priorità agli affetti.   
Succede raramente che i sogni di un ragazzino possano nel tempo realizzarsi e rimangono quasi sempre sogni o desideri custoditi nel baule dei ricordi che di volta in volta ripeschiamo quando un fatto o una notizia ci riporta indietro nel tempo.
Nel 1968 esplodeva la beat mania, Beatles, Rolling Stone, Nomadi, Equipe 84 ed io, come tanti giovani di allora,  cercavo di imitarli indossando i primi jeans scampanati e facendo, genitori permettendo, crescere i capelli di qualche centimetro.  La televisione in bianco e nero trasmetteva i primi varietà del sabato sera con Mina e Celentano, le sfide canore come “Canzonissima” davano lo spunto per capire le distanze incolmabili dei gusti, non solo musicali, tra  genitori, nonni e figli. Claudio Villa e Orietta Berti contro  Patty Pravo, Formula tre, Bobby Solo e Little Tony. Le prime uscite in discoteca, quasi sempre nel pomeriggio, le prime feste in casa con amici e un “mangiadischi” o nei pochi bar dove nella saletta attigua con 100 lire infilate nel juke-box si ascoltavano tre canzoni. Quasi sempre si optava per due pezzi  scatenati e un lento, già il “lento” la prima forma di seduzione tra maschi e femmine  dove avevi tre minuti di tempo per giocarti la possibilità di capire se la ragazza ci stava. “Stava” era un eufemismo, voleva semplicemente e ingenuamente dire  che la tua compagna di ballo ti permetteva di stringerla a se e se poi ci scappava un bacio, era cosa fatta ma solo metaforicamente perche, quasi sempre, il tutto si fermava lì, oppure, anche se succedeva di rado,  era l’inizio di un approccio verso l’universo sessuale. 
Furono gli anni 70/80 che portarono la rivoluzione sessuale accompagnati dagli slogan “Fate l’amore non la guerra” oppure “Free Love”. Furono anche gli “Anni di piombo” di “Brigate rosse” mentre un perbenismo tacente e conformista dominava l’Italia di fronte a stragi, ipocrisie e intrallazzi.
Arrivò il secondo, poi il terzo canale e con essi la televisione a colori, i capelli lunghi non erano più tabù e i motorini dei giovani  avevano lasciato il posto alle prime Fiat 500, nelle classifiche più gettonate Alan Sorrenti, Battiato, Battisti e De Gregori. Mi piaceva e mi attirava quel mondo di musica, lustrini paillettes che mi permettevano di sognare orizzonti lontanissimi dalla mia realtà. 
Oggi con un capitombolo all’indietro rivedo quegli anni  e me stesso ventenne che scalpitava per trovare risposte alla sua smania di andare oltre lo steccato dove tutto gli andava stretto. Oggi quando ripenso  che gioivo nel vedere in tv i  miei  idoli  televisivi e canori sorrido… sono le stesse persone con cui, nel tempo, ho condiviso amicizie, lavori e divertimento e per uno strano gioco del destino tanti di questi personaggi sono stati da me, non tanto inconsapevolmente, ospitati per motivi di amicizia o di lavoro proprio nello stesso luogo, nello stesso paese dove sono nate le mie aspirazioni,  proprio loro i protagonisti  metaforici della mia gioventù sono arrivati lì da dove sono partito,  dove sono nato, dove da ragazzo sognavo nel vederli in tv. Isabella Biagini era una di queste persone che con Walter Chiari, Franco Califano e altri ancora hanno contribuito senza saperlo alla realizzazione di un sogno maturato tanti anni fa nella testa di un giovane ragazzo.
Sogno e gioia due fattori fondamentali, è il  sogno e la gioia a far partire i nostri piedi. Dubbi e timori li fanno rallentare.  


Rody Mirri con Isabella Biagini alla Discoteca "Ciclamino" di Pinzolo (TN)

giovedì 1 marzo 2018

A MIA MADRE...




Mamma, 
questa lettera è per te, te lo dovevo e poi voglio farti sapere alcune cose.


Anche se non te l'ho mai detto sei sempre stata con me, in ogni momento della mia vita e per questo, senza che tu lo sapessi hai condiviso passo dopo passo la mia esistenza e ora, queste parole voglio scriverle perchè mi manchi.
Ti scrivo anche perchè ho un grande bisogno di dirti grazie, non ci sei più, però è come se fossi sempre presente. La tua testardaggine, che è poi la mia, e il mascherare le tue delusioni, la tua forza d'animo e la tua innegabile disponibilità sono rimasti in questo paese ed ora, ogni volta che ritorno, mi regala sempre tante sorprese ma che spesso mi rattrista e mi turba. Quì in questo paese e in quella casa che  tanto amavi, ho capito troppo tardi che  non avresti mai voluto lasciare. Sono questi tuoi valori ad essere rimasti nel mio cuore. Si mamma, mi manchi anche se per me non sei andata via, sei ancora quì con Antonello e Lapo e anche adesso come tutte le sere quando alla solita ora ti telefonavo, ti penso e scambio alcune parole con te. Quando si perde una persona cara la vita cambia improvvisamente, se poi questa persona è tua madre tutto diventa tortuoso e complicato. Inevitabilmente affiorano i ricordi come un forte schiaffo che ti rinsavisce. Nella mente immagini che mi riportano indietro nel tempo quando bambino camminando con la mia mano stretta alla tua andavamo in piazza per un gelato, i primi giorni della scuola e la buonanotte dopo il carosello in tv, poi diventando giovane ragazzo le nostre prime discussioni e le ribellioni incoscienti e scriteriate tipiche dei giovani che, in un piccolo paese di provincia, scalpitano per scelte non sempre condivise e quasi mai sagge. Poi il tempo passa e ci si ritrova uomini, ed ecco che cambiano le prospettive e le percezioni dei fatti e dei luoghi comuni, magari ci si ostina nella convinzione di essere tutto sommato ancora in grado di gestire da soli la propria vita, ma ogni qualvolta che mi trovavo in difficoltà, per qualsiasi motivo, tornavo inconsapevolmente da te che, per uno strano gioco delle parti, diventavi metaforicamente un prete a cui confessare il mio dilemma o disagio. Non sempre condividevo i tuoi suggerimenti e quasi mai concordavo sulle tue considerazioni ma avevo sempre un disperato bisogno di confrontarmi con te sapendo perfettamente che, testardi  come eravamo, non ci saremmo mai capiti. Così è stato fino a quando, dopo vicessitudini che ti hanno spezzato il cuore, ti sei volutamente arresa alla vita. Nonostante tu fossi stata da sempre  una  "roccia" alla fine hai ceduto. Ti sei arresa dopo aver affrontato tragedie che avevano minato la tua esistenza come la morte del proprio marito, quella di un figlio ed altre delusioni famigliari tristissime, alla fine hai pensato bene di togliere il disturbo e sei volata via. Probabilmente delusa da aspettative che pensavi, giustamente, ti fossero dovute. Desideravi andartene, con la certezza che l'unico posto dove tu potessi trovare un pò di serenità era quella di raggiungere, in quel olimpo chiamato paradiso, tuo marito e tuo figlio. " La gente mi vuole bene" eri solita dire e avevi ragione. La dimostrazione al tuo commiato, erano in tanti mamma, persone che a vario titolo sono venuti per darti un ultimo saluto e questo è stato sicuramente  una tua  grande soddisfazione, quasi una rivincita e ambedue sappiamo di chi parlo. Nelle numerosissime lettere e biglietti di condoglianze in molti hanno scritto belle e dolcissime parole per te, alcune delle quali spezzavano il cuore, e questo rimane un tangibile segno d'affetto nei tuoi confronti, nei confronti di una donna semplice e mai arrendevole con una sua inderogabile convinzione, l'affetto per i suoi figli, tutti, nessuno escluso. Ecco perchè mamma voglio dirti grazie, anche se spesso  sento un vuoto dentro che mi riporta alle nostre discussioni, alle tue avventate e irremovibili decisioni, e alle tue spiritose battute di quando raccontavi di come te e il papà ballavate bene insieme. Ma sono proprio questi ricordi a colmare questo vuoto ed è proprio la tua figura a darmi forza e infondermi coraggio anche se inevitabilmente niente sarà più come prima. Senza di te cara mamma tutto sarà maledettamente difficile e triste ma ricordati che non sei mai, mai  stata per nessuno di noi un disturbo, ma un collante che teneva unita una famiglia. Un giorno stanne certa ci incontreremo in un grande abbraccio, nel mezzo di una festa che non avrà mai fine. Ciao mamma..