lunedì 15 maggio 2023
LETTERA DI UN VETERINARIO AL SANTO PADRE
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”. Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo.
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli. L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo. L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare. La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa”
Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario.
lunedì 8 maggio 2023
Santo Versace, "Fratelli" è il mio atto d'amore per Gianni
L'autobiografia a 25 anni dall'omicidio nella villa di Miami
(Reggio Calabria, 16 dicembre 1944) è stato giocatore di basket in gioventù, si è laureato in Economia e Commercio, è stato impiegato di banca e poi commercialista. Nel 1976 si è trasferito a Milano per lavorare al fianco del fratello Gianni. Insieme hanno fondato, avviato e portato al successo la Gianni Versace, una delle più importanti realtà imprenditoriali della moda internazionale.Eletto alle elezioni politiche del 2008, è stato deputato parlamentare per tutta la XVI legislatura. Presidente Fondatore di Altagamma, l’associazione che riunisce i più importanti brand italiani, Versace è stato anche presidente della Camera della Moda. Dopo la cessione, nel 2018, dell’azienda di famiglia, continua a lavorare come imprenditore sempre con uno sguardo al futuro. Tra le diverse attività, oggi è presidente della Fondazione che porta il suo nome e della casa di produzione e distribuzione cinematografica Minerva Pictures.
mercoledì 19 aprile 2023
sabato 11 febbraio 2023
RICORDANDO IL MITICO PASQUALE CASIELLO E SUO FIGLIO "PASTICCA"
Correva l'anno 1979 il Grenn Club a Madonna di Campiglio era diventato un ritrovo mondano di famosi personaggi dell'epoca. Renato Pozzetto, Walter Chiari, Franco Califano, Beppe Grillo, Fred Bongusto, Teo Teocoli, Massimo Boldi e star internazionali come Dee D Jackson e molti altri. Il direttore e maestro di cerimonia l'indimenticabile "Pasquale Casiello" che alternava il suo ruolo tra "La Capannina" di Forte dei Marmi d'estate e il "Green Club" nella stagione invernale.Nella sala del ristorante spiccava però un altro personaggio che attirava l'attenzione dei presenti. Un ragazzino quattordicenne con la faccia da furbetto, accento toscano, battuta veloce e sempre ironica.Faceva lo slalom tra i tavoli dei clienti con il compito di sbarazzarli. Si chiamava Alessandro ma per tutti era "Pasticca" figlio del mitico Casiello. Divenne subito famoso per la battuta che fece ad una cliente quando la stessa chiese "Questo bicchiere di latte è fresco? e Pasticca rispose "Signora tre ore fa era erba". Evidentemente nelle battute aveva preso tutto dal padre che da buon toscano non disdegnava mai e senza alcuna remora dire in modo ironico quello che pensava. Fu Pasquale Casiello alla Capannina di Forte che, stanco di vedere l'avvocato Agnelli andarsene senza mai lasciare la mancia ai camerieri,gli disse con un sorriso beffardo "Avvocato se l'avarizia cantasse lei sarebbe Frank Sinatra".
Certo era che vedere Casiello e suo figlio Pasticca in sala non solo era spassoso ma un vero e proprio spettacolo.
Tutto questo tanti anni fa, quasi cinquanta e nel frattempo tante cose sono cambiate, Pasquale Casiello si è spento nella sua amata Marina di Pietrasanta, suo figlio Pasticca si è sposato diventando padre di due bellissime figlie.I ricordi belli però sono sempre gli stessi che custodiamo nella stanza della mente e che spesso bussano alla porta del cuore per farci ricordare attimi gioiosi della nostra vita.
Pochi giorni fa mi è stata inviata una foto fatta nel 2006 che mi ritrae con Pasticca, sì perche con lui non ci siamo mai persi di vista, e rivedendo lui rivedo suo padre e la mia mente vola via in quelle pazze e incredibili serate al Green Club.
venerdì 27 gennaio 2023
WILLIAM FANTINI - UN REGALO INASPETTATO..
C'è chi sostiene che in tempi frenetici e preoccupanti come questi, regalare un ritratto è un atto rivoluzionario come scrivere una lettera. Può essere, personalmente lo ritengo un onore ricevere in modo inaspettato un mio ritratto, se poi l'autore si chiama William Fantini l'onore è doppio. Questo ritratto dice molto di me perchè il lavoro del pittore non finisce col suo quadro ma finisce negli occhi di chi lo guarda.
Grazie di cuore William..
William Antonio Fantini, nato a Brescia nel 1954, si è diplomato all'Istituto d'Arte “Savoldo” di Brescia ed ha frequentato successivamente l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, completando la sua formazione alla scuola di Domenico Purificato.
Fin da ragazzo, ha allestito mostre personali in varie gallerie e partecipato a numerose rassegne d'arte.
Tra le sue maggiori esposizioni, la personale del 1990, ospitata a Palazzo Ducale di Mantova e presentata dal sovrintendente Aldo Ciccinelli.
ha conseguito una distinta affermazione nella selezione del concorso Carlo della Zorza del 1995 e il primo premio assoluto nella Rassegna Monteclarense del 1996, intitolata al senatore conte Giovanni Treccani Degli Alfieri, con giuria presieduta da Ernesto Treccani.
Ha vinto numerosi altri concorsi, tra i quali i premi nazionali di Monticelli Brusati, Chiari, Sarezzo, Brescia (Premio Moretto), Comunità Montana di Valle Trompia.
Nel 2005 con il titolo Icone della contemporaneità ha realizzato una mostra itinerante centrata sul duplice riconoscimento di Giovanna D'Arco ed Ernesto Guevara.
Ha allestito due mostre personali ad Istanbul: la prima, Orientalisti contemporanei, si è svolta presso l'Art Point Gallery nel 2008; la seconda, Noè nei porti di Istanbul, si è tenuta alla Pera Art Gallery nel 2009.
Nel 2011, con la medesima modalità di ricerca del 2005, ha dipinto per la ricorrenza del 150° anniversario del'Unità nazionale, storie di donne per la mostra Sorelle d'Italia.
Dal 2009 al 2014 è stato assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura per la Città di Gardone Val Trompia, carica utilizzata anche per promuovere la riconoscibilità degli artisti gardonesi del primo e secondo ’900, tra i quali Giuseppe e Tita Mozzoni, Beppi Mino e Massimo Zuppelli, e la peculiare attività artistica incisoria. Durante la sua esperienza come assessore alla Cultura ha creato un circolo virtuoso, invitando numerosi artisti di fama nazionale ed internazionale, come Stefano e Remo Bombardieri, Primo Formenti, Francesco Triglia, Ida Tentolini, Mehmet Arpacık, Fatih Sarmanli, ad esporre a Gardone Val Trompia. Come assessore ha altresì promosso l'allestimento del Museo Gardonese della Stampa “L'Officina del Torcoliere”.
Nel 2014, in occasione della solenne adunanza dell'Ateneo di Brescia, ha presentato due dipinti in qualità di ritrattista ufficiale dell'Ateneo stesso. Ha in programma per il mese di febbraio 2015 una mostra personale all'AAB e per il mese di marzo una collettiva al Castello di Orzinuovi.
WILLIAM FANTINI
Hanno scritto del suo lavoro artistico: Maurizio Bernardelli Curuz, Alberto Chiappani, Mauro Corradini, Fausto Lorenzi, Luciano Spiazzi, Ernesto Treccani, Giannetto Valzelli, Tonino Zana, Massimo Zuppelli, Claudio Cristina, Ettore Marchina, Alberto Zaina.
L'artista vive e lavora a Gardone Val Trompia.
venerdì 23 dicembre 2022
sabato 10 dicembre 2022
CIAO..ANTONIO D'AMICO.
Ieri nella bellissima chiesa di S.Giovanni Battista ti ho salutato per l'ultima volta. Lo sguardo verso l'alto e il cuore pieno di tenerezza..Ero al tuo funerale, tu che solo pochi giorni prima mi scrivesti che “Quando tutto sarà finito torneremo più forti di prima..”.
Non sarà così, il destino, che con te non è mai stato benevolo, ha deciso diversamente. Eppure sei sempre stato un inguaribile ottimista con una lucidità disincantata, una persona speciale, educato e rispettoso. Senza ombra di dubbio penso e credo che sulla tua strada l'incontro con due persone ti abbia ripagato di tutto. Gianni e Alberto.
Amo pensare che sia stato lo zampino di Gianni a farti incontrare Alberto e credimi se ti dico che “Alby” è stato la tua preziosa ancora di salvezza. In tutti i sensi.
Io Antonio sarò sempre lo stesso, esattamente come mi hai conosciuto. Cocciuto e ribelle, amico di pochi e sempre convinto che il meglio deve ancora arrivare. Ma anche tante altre cose che tu conosci bene..
Guarderò spesso il cielo perchè so che da qualche parte lì in alto mi stai guardando. Ciao Antonio, amico mio, accarezza sempre i miei sogni perchè continuerai a vivere nei miei pensieri e nei miei più cari ricordi.
mercoledì 21 settembre 2022
LE MIE LE MIE RUGHE..Le mie rughe sono segni del tempo che passa. Ma un viso senza rughe è un cielo inespressivo, senza storie da raccontare, senza radici..
Quando i social deformano la realtà.
Avevo un bellissimo ricordo di lei..poi dopo parecchi anni, casualmente, nel tardo pomeriggio ad un aperitivo tra amici, noto una donna sola, seduta ad un tavolino del bar che mi fissava sorridendo. Pur trovando in lei qualcosa di famigliare non riuscivo, seppur sforzandomi di inquadrarla. Fu lei che davanti hai miei tentennamenti biascicando gli usci dalla bocca il mio nome. Lo stupore nei suoi occhi mi accese la lampada dei ricordi, conoscevo quello sguardo e per incanto pronunciai quasi con timore il suo nome.
Erano trascorsi 25anni dall'ultima volta che ci siamo visti e come, giustamente sempre succede, tante cose della nostra vita erano cambiate. Solo i suoi occhi erano sempre gli stessi perchè il fatto che si era sposata ed aveva due figli era cosa risaputa visto che avevamo alcuni amici in comune.
Lei di me invece sapeva molte cose e rimasi stupito quando mi rivelò di essere mia amica su facebook, anzi mi rivelò che era stupita per la mia indifferenza nei suoi confronti. Mai un like, un commento, niente di niente. Mentre parlava mi collegai con il cellulare alla mia pagina di facebook, digitai nome e cognome e pue avendo altre amiche dello stesso nome non mi risultava il suo. “Vedi gli dissi “non mi risulta che tu sia mia amica”. Mi spiegò che sui social aveva utilizzato un diminutivo aggiungendo il suo cognome abbreviandolo. Riprovai e apparve immediatamente la sua pagina. Irriconoscibile, fu il mio primo pensiero. Davanti non avevo la stessa persona che appariva sulle foto pubblicate. Una telefonata interruppe il nostro incontro, suo marito l'attendeva al parcheggio. Un abbraccio con la promessa di risentirci. Volli rivedere nuovamente la sua pagina di facebook, tutte foto che la ritraevano in forma splendida, ovviamente tutte ringiovanite con l'utilizzo del photoshop. Peccato, personalmente la trovavo più bella così come l'avevo vista, con le sue rughe e la sua eleganza di sempre.
Ora, chiunque può fare ovviamente quello che gli pare, ma utilizzare il photoshop è una tristezza infinita. Gli anni non scompaiono e le rughe sono la cartina geografica della nostra vita. Postare fotografie “truccate” è un segnale inequivocabile di chi non vuole invecchiare, di chi vorrebbe essere e non sarà mai. Invecchiare è una fortuna poiché l'alternativa è una sola. Morire prima.
Forse questa lettera di Elena Bernabè farà capire meglio il senso della vecchiaia.
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“Nonna, io non voglio invecchiare..”
“Ma come, bambina mia, ci vuole una vita intera per diventare vecchi e ti vuoi perdere la più bella delle trasformazioni? Saerebbe come preparati per anni a diventare la prima ballerina del più importante balletto del mondo e ritirarti poco prima del debutto. Il tuo problema non è la vecchiaia ma la paura di non essere all' altezza di un compito così grande.”
“Non ci vedo nulla di importante e sopratutto di bello nella vecchiaia. Il mio corpo non è più tonico, i miei capelli sempre più bianchi, il mio viso è diverso.”
“Non credere a chi ti dice che la vecchiaia è decadenza. E' invece l'inizio dello spettacolo della tua vita. Fino a quel momento hai fatto le prove. Poi sarai chiamata ad entrare finalmente in scena. Le tue rughe, i tuoi capelli argentati, la tua pelle più morbida, le tue cicatrici, i tuoi fianchi più larghi ed i ricami intorno al tuo sorriso saranno gli splendidi abiti della donna saggia che è nata dentro di te. E che non potrebbe emergere senza tutti questi preziosi ornamenti di vita. Con la tua saggezza danzerai il più meraviglioso dei balletti. Muoverai passi che non avresti potuto muovere prima.”
“Non sono sicura di volere fare questa danza...”
“Spetta a te, bambina mia, decidere se rimanere immobile a rimpiangere la tua giovinezza, nascondendo ogni ricamo della vecchiaia, oppure uscire fiera ballando sul palcoscenico della vita. Nel primo caso morirai vecchia e triste. Ma se sceglierai la seconda via la tua saggia danza farà vibrare la tua anima. Che non morirà mai. E continuerà a ballare ubriaca di vita. Ama tutte le tue trasformazioni...giungono da lì i tuoi più grandi poteri.”
lunedì 1 agosto 2022
IN REALTA' CHE VACANZE DESIDERIAMO ?
PENSO ALLE VACANZE CHE VERRANNO..
Quando siamo imprigionati nell’appiccicoso calore della città, l’estate può essere una stagione infernale. Ma è anche l’assaggio di una pausa di due settimane dalla realtà, che contribuisce a rendere i mesi estivi tra i più piacevoli dell’anno.
È vero che andare in ferie porta molti benefici dal punto di vista psicologico, ma non esiste una vacanza che sia perfetta per tutti. Il genere di vacanza che ognuno dovrebbe scegliere varia in base alla personalità. Dopo tutto, stare da soli su un’isola sperduta avrà un effetto diverso su chi ha appena avuto un lutto rispetto a chi ha preso un anno sabbatico in cerca di divertimento.
Il filosofo Alain de Botton spinge all’estremo quest’idea nel suo libro L’arte di viaggiare. De Botton sostiene che dovremmo avere idealmente delle “agenzie di viaggio psicoterapeutiche” che ci aiutino a capire cosa vogliamo da una vacanza. Come ha spiegato a The Telegraph, questo permetterebbe di evitare quelle vacanze in spiaggia che sembrano così noiose o quei viaggi romantici che non hanno nulla di romantico: insomma, le vacanze che si rivelano psicologicamente sbagliate.
“Bisogna far abbassare spesso i livelli cronicamente alti di cortisolo”, spiega. E chi soffre di ansia dovrebbe tornare in posti familiari, poiché “tutti i cambiamenti provocano stress, anche quelli positivi”.
Quindi una persona che è appena andata in pensione dovrebbe magari decidere di prendersi una vacanza di svariate settimane. Blair sostiene che servano tre settimane per spezzare una routine e una lunga vacanza potrebbe liberare il pensionato dall’abitudine di alzarsi a un certo orario per andare al lavoro. “Così tornerebbe a casa pronto a cominciare una nuova vita”, aggiunge.
Infine, sebbene non esista un’unica vacanza precisa per tutte le persone che si trovano in una condizione del genere, Blair suggerisce che chi ha appena vissuto un lutto dovrebbe andare in vacanza in luoghi dove le interazioni sociali sono limitate. Per esempio, una persona che vive a Londra potrebbe prendersi una pausa a Parigi, passando semplicemente una settimana seduta nei caffè. “Un posto dove poter semplicemente osservare la vita, sorridere e ricevere sorrisi da altre persone”, spiega. “Cominciando a riprendersi senza dover fare troppi sforzi”.
Judie Fein, una scrittrice che si è occupata degli aspetti psicologici e trasformativi del viaggio, è una sostenitrice dei viaggi organizzati, come una crociera per le persone stressate, e di una rigida limitazione alla lettura delle email.
Le persone depresse, invece, potrebbero decidere di fare una vacanza che preveda un’attività fisica leggera, magari unita a elementi spirituali come lo yoga o la meditazione, oppure fare del volontariato. Sostiene che le vacanze non sono assolutamente tutte uguali e che esistono “modi di viaggiare meglio, in modo più profondo e capace di guarirti”.
Dopo tutto, la vacanza non è un lusso ma una necessità, secondo lei. “Le nostre vite sono totalmente prive d’equilibrio, e una vacanza è un modo efficace di cambiare il ritmo della nostra esistenza, di esporre il cuore e la mente a cose nuove, e di dare una nuova prospettiva”.
Questo articolo è uscito su Quartz.
(Fonte Traduzione di Federico Ferrone)
martedì 7 giugno 2022
Lello Liguori, il «re delle notti» di Milano compie 87 anni all’ospizio: «So i segreti di tutti»
Guidò il mitico «Covo di Nord-Est» di Santa Margherita, a Milano gestì in contemporanea undici locali. Una vita senza mai dormire, 4 mogli, 11 figli. I ricordi, da Turatello e Vallanzasca a Beppe Grillo (che lanciò) fino a Bettino Craxi.
«Un po’ mi annoio. Per fortuna non sono in camera da solo, con me c’è un colonnello della Marina, di Taranto». E che fate, di cosa parlate? «Niente, quello dorme sempre». Lui no. Lui mai. Lui è Lello Liguori, l’unico, originale e assoluto «re delle notti», definizione cui non servono aggiunte: guidò il mitico «Covo di Nord-Est» di Santa Margherita dove si esibirono i più grandi (da Sinatra a Stevie Wonder, da Chet Baker a Mina), mentre a Milano gestì «in contemporanea undici locali» e se ne capisce che, «dovendo stare dietro a tutti e dovendo correre attraverso la città, ecco, mi concedevo appena cinque minuti di riposo, ma in piedi, come i cavalli». Adesso siamo sempre a Milano, domenica, afa amazzonica, periferia, una di quelle malate croniche fra degrado e abbandono e dolente umanità; l’ospizio perfino stona col contorno, ordinato e pulito com’è, tacendo della contagiosa gioia di vivere del personale in maggioranza femminile e sudamericano.
Ebbene, Liguori compie gli anni. Sono 87. Elegante e magro, bel portamento. Avevamo chiamato in mattinata domandando se si potesse incontrarlo; nel pretendere da noi l’orario esatto per ragioni di Covid, dalla reception dell’ospizio avevano risposto di no a un secondo interrogativo. Interrogativo fisiologico: non è che avrà altre visite e disturbiamo, insomma è una giornata speciale… «Nessuno in agenda». Liguori arriva da quattro matrimoni che hanno generato undici figli: dunque, senza offendere e premesso che sono affari vostri: ma dove sono tutti e tutte? «In settimana delle figlie mi hanno portato una torta di cioccolato. Stia tranquillo: sì, non mi piace campare in ’sto posto; sì, i figli insistono, vorrebbero andassi a stare da loro, giuro... Però non mi va di pesare, di trasformarli in badanti. Lasciamo perdere. Tanto prima o poi, sicuro, me ne vado. Ho il mio appartamento in piazzale Baracca, mi rifugerò là. Con la mia attuale fidanzata. Quarant’anni, brasiliana. Qualcuno dice che ho avuto mille relazioni sentimentali. Sbagliato: sono state cento. Senza vantarmi, ho praticamente fatto qualsiasi azione si possa fare in un’esistenza».
Dopodiché, di Beppe Grillo, che Liguori lanciò e del quale non condivide l’esperienza politica, il diretto interessato preferisce non parlare. L’annoiano il ricordo di epocali mosse rivoluzionarie tipo quando portò sul palco un gruppo di travestiti e il pubblico bigotto si scandalizzò, pur lasciando durare l’imbarazzo un attimo ché deflagrarono eccitazione e dipendenza, si sfasciarono matrimoni e sorsero appassionate storie di sesso dei travestiti con donne e dei travestiti con uomini. Annoiano Liguori anche le curiosità inerenti la trasversale e infinita rete di relazioni. Per esempio, la mala milanese, che giocoforza (non è i balordi non si divertano, anzi) frequentò i suoi locali. Sicché, signor Lello, fra tutti chi? «Turatello». E com’era? «Retorico discutere delle sue malefatte eccetera eccetera. Era uno intelligente. Altro non c’è da aggiungere. L’intelligenza è il massimo dono. Se ce l’hai, il resto viene di conseguenza, o può benissimo anche non venire». Altri? «Vallanzasca gettò un sacco pieno di bombe dentro una bisca. Momenti difficili, senonché era un avvertimento, le bombe non esplosero». La bisca era sua? «Ma no. Ci stavo giocando a poker».Del pokerista, quello vero, non da tastiera, Lello Liguori esibisce la morbida postura, la gestualità azzerata, il governo dell’attesa e dei tempi morti, la forza della memoria avendo egli in aggiunta la capacità di certi investigatori: immagazzina frammenti della conversazione come se non gli interessassero, per proporli a sorpresa e a distanza sondando la reazione dell’interlocutore. Non ha arie da divo, pur se gli altri ospiti in parte lo venerano e in parte gli saettano contro occhiate invidiose. A proposito di certe mosse da sbirro: per sua ammissione, il signor Lello condivise lunghi momenti col commissario Ettore Filippi, gran poliziotto sottovalutato dai superiori, esperto di terrorismo. Inutile insistere: quali furono gli argomenti delle discussioni, non lo sapremo mai.
Amico di Liguori fu Bettino Craxi, che gli commissionò una mediazione per liberare Aldo Moro. Il signor Lello tentò con i terroristi detenuti nel carcere di Cuneo, senza successo. Eppure rimpianti non ne ha, inteso in senso generale. Dell’odierna Italia nulla gli frega, della Milano contemporanea men che meno. Molteplici editori l’hanno pregato di stendere un’autobiografia, promettendo cifre folli. Invano. «Non è una roba di denaro. Il fatto è il seguente: se davvero, ma proprio davvero, io raccontassi soltanto una minima percentuale, scoppierebbero casini epocali a catena: conosco i segreti di tanti, molti, tutti. Quanto ai soldi, tengo un gruzzoletto, custodito dalla segreteria. Mi piace dare il denaro gratis». Cioè regalarlo? «Non lo regalo: distribuisco senza pretendere restituzioni. I beneficiari si comprano merendine e sigarette, magari della birra, e sono felici. Io non ho bisogno di nulla. Se non di andarmene da ’sto posto».
FONTE - di Andrea Galli https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_giugno_07/lello-liguori-re-notti-milano-compie-87-anni-all-ospizio-so-segreti-tutti-154852ec-e5c6-11ec-906c-66ab0a80
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