lunedì 1 agosto 2022

IN REALTA' CHE VACANZE DESIDERIAMO ?

PENSO ALLE VACANZE CHE VERRANNO.. Quando siamo imprigionati nell’appiccicoso calore della città, l’estate può essere una stagione infernale. Ma è anche l’assaggio di una pausa di due settimane dalla realtà, che contribuisce a rendere i mesi estivi tra i più piacevoli dell’anno. È vero che andare in ferie porta molti benefici dal punto di vista psicologico, ma non esiste una vacanza che sia perfetta per tutti. Il genere di vacanza che ognuno dovrebbe scegliere varia in base alla personalità. Dopo tutto, stare da soli su un’isola sperduta avrà un effetto diverso su chi ha appena avuto un lutto rispetto a chi ha preso un anno sabbatico in cerca di divertimento. Il filosofo Alain de Botton spinge all’estremo quest’idea nel suo libro L’arte di viaggiare. De Botton sostiene che dovremmo avere idealmente delle “agenzie di viaggio psicoterapeutiche” che ci aiutino a capire cosa vogliamo da una vacanza. Come ha spiegato a The Telegraph, questo permetterebbe di evitare quelle vacanze in spiaggia che sembrano così noiose o quei viaggi romantici che non hanno nulla di romantico: insomma, le vacanze che si rivelano psicologicamente sbagliate. “Bisogna far abbassare spesso i livelli cronicamente alti di cortisolo”, spiega. E chi soffre di ansia dovrebbe tornare in posti familiari, poiché “tutti i cambiamenti provocano stress, anche quelli positivi”. Quindi una persona che è appena andata in pensione dovrebbe magari decidere di prendersi una vacanza di svariate settimane. Blair sostiene che servano tre settimane per spezzare una routine e una lunga vacanza potrebbe liberare il pensionato dall’abitudine di alzarsi a un certo orario per andare al lavoro. “Così tornerebbe a casa pronto a cominciare una nuova vita”, aggiunge. Infine, sebbene non esista un’unica vacanza precisa per tutte le persone che si trovano in una condizione del genere, Blair suggerisce che chi ha appena vissuto un lutto dovrebbe andare in vacanza in luoghi dove le interazioni sociali sono limitate. Per esempio, una persona che vive a Londra potrebbe prendersi una pausa a Parigi, passando semplicemente una settimana seduta nei caffè. “Un posto dove poter semplicemente osservare la vita, sorridere e ricevere sorrisi da altre persone”, spiega. “Cominciando a riprendersi senza dover fare troppi sforzi”. Judie Fein, una scrittrice che si è occupata degli aspetti psicologici e trasformativi del viaggio, è una sostenitrice dei viaggi organizzati, come una crociera per le persone stressate, e di una rigida limitazione alla lettura delle email. Le persone depresse, invece, potrebbero decidere di fare una vacanza che preveda un’attività fisica leggera, magari unita a elementi spirituali come lo yoga o la meditazione, oppure fare del volontariato. Sostiene che le vacanze non sono assolutamente tutte uguali e che esistono “modi di viaggiare meglio, in modo più profondo e capace di guarirti”. Dopo tutto, la vacanza non è un lusso ma una necessità, secondo lei. “Le nostre vite sono totalmente prive d’equilibrio, e una vacanza è un modo efficace di cambiare il ritmo della nostra esistenza, di esporre il cuore e la mente a cose nuove, e di dare una nuova prospettiva”. Questo articolo è uscito su Quartz. (Fonte Traduzione di Federico Ferrone)

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