Era seduto da solo sotto
la pensilina d’attesa per la fermata
degli autobus e aveva tra le mani un trancio di pizza enorme. La calura estiva non
dava tregua neanche in quello spazio angusto che costeggiava la strada. Lui giovane ragazzo
incurante di tutto, divorava con ingordigia
estasiata questa pizza e ad ogni morso non riusciva a mascherare una sana
soddisfazione. L’osservavo mentre attendevo il lascia passare del semaforo e mi
venne spontaneo pensare simpaticamente che
doveva aver “una fame della madonna”. Mi stavo recando dal tabaccaio per
acquistare le mie maledette sigarette dimenticandomi che quel giorno c’era il
turno di chiusura e per poter usufruire del distributore automatico bisognava
infilare la tessera sanitaria che ovviamente non avevo con me. Chi ha questo schifoso vizio sa
quante maledizioni e imprechi ti passano per la mente in casi del genere, l’unica
soluzione immediata era quella di chiedere al giovane e insaziabile divoratore
di pizza se caso mai avesse una tessera sanitaria con se. Mi rispose
cortesemente accompagnandomi presso il distributore distante poche decine di
metri e senza smettere di divorare il suo trancio di pizza estraeva velocemente
la sua tessera permettendomi di prelevare il mio maledetto pacchetto. Lo
ringraziai preoccupandomi che per causa mia non perdesse l’autobus “Non si
preoccupi, arriva tra dieci minuti” rispose regalandomi un sorriso. Tra le mani aveva ancora un pezzo di pizza “Vedo
che l’appetito non ti manca” e lui con
un sorriso “è da stamattina che non mangio
per cui la fame si sente”. Mi disse che lavorava tutto il giorno in una stamperia ma che tra due ore riprendeva a lavorare come guardia
giurata. “Ma come fai due lavori?” chiesi sbalordito, e lui pacatamente mi
raccontò che se uno vuol guadagnare due
euro e mantenerti non ci sono alternative. Aveva 20anni era originario della Basilicata
e qui al nord viveva da solo, da due anni faceva questi due lavori, otto ore da
operaio in stamperia e otto da guardia giurata. I soldi guadagnati gli
servivano per pagarsi l’affitto e mantenersi, quelli che gli restavano li
spediva a sua madre. Notò il mio stupore. Disse che i suoi coetanei non dovrebbero farsi tante menate e che se si vuole e c’è la volontà
il lavoro si trova, certo che se chiedi ad un datore di lavoro prima di tutto
quanto mi paghi e che non sei disponibile per lavori che impegnano la sera o il
fine settimana diventa difficile trovare un lavoro. Restai senza parole mentre
ammirato lo fissavo negli occhi, ed io, che credo agli occhi di pochi e non
alle bocche di tutti, leggevo nel suo sguardo fierezza e cocciutaggine. I veri eroi moderni sono come questo ragazzo
che non vive di apparenza ma di concretezza e se la nostra società avesse giovani con queste prerogative forse lo
sguardo verso il futuro sarebbe meno angosciante.
Questo incontro casuale mi ha fatto bene perche la vita è una lezione di umiltà e le lezioni non si danno ma si prendono anche in un pomeriggio afoso da un giovane ventenne di nome Roberto Cozza operaio stampista e guardia giurata.