Succede spesso che alcune persone per uscire da una
situazione imbarazzante e complicata, dove la posta in palio è la base della loro credibilità,
si affidano spesso a delle strategie studiate da esperti mirate alla riabilitazione del soggetto e al tentativo di ripristinare quella “verità” più conveniente. La strategia più comune rimane quella della
provocazione pubblica con un attacco
frontale, metodo utilizzato per spostare e prevenire le critiche attirando completamente
l’attenzione sull’altro, magari con rivelazioni sbalorditive e scandalistiche. Ma non sempre il risultato è quello sperato.
Personalmente penso che non rispondere alle provocazioni,
anche quelle più subdole e diffamatorie è semplicemente non fare quello che il provocatore
auspica. Ovviamente la provocazione soprattutto
se mendace e diffamatoria ha una sua logica, quella di destabilizzare
l’avversario e mettersi al centro. Quando ti senti provocato, colpito duro
sulla tua dignità è la grande
opportunità per cambiare. Bisogna trattenersi nel reagire, riflettere senza
sentirsi in dovere di dare spiegazioni con la consapevolezza che la calma e la
pacatezza sono le virtù dei forti. Non
cedere alle provocazioni diffamanti non è per niente facile ma serve per spezzare l’automatismo. Consapevole che tre cose non possono restare nascoste a lungo: Il sole, la luna e la verità. Me lo auguro con tutto il cuore...