Da tempo nei vari programmi televisivi,
per far lievitare gli ascolti,vengono dedicati ampi spazi alla cronaca nera,
associandosi di fatto a quelli già esistenti, che della cronaca nera ne hanno
fatto un "format".
Parlare di cronaca nera e utilizzare un
linguaggio consono per il pubblico televisivo non deve essere tanto facile
anche per esperti e navigati conduttori. Figurarsi se questi argomenti vengono
trattati da conduttrici o conduttori televisivi (qualcuno novello giornalista)
che per adeguarsi ad un linguaggio attuale e coerente con i tempi, farciscono i
loro commenti con astrusità e termini inopportuni. Il pubblico televisivo è
ampio e variegato, non è detto che un linguaggio adatto ad una fascia di spettatori
giovani valga anche per un pubblico adulto. Soprattutto quando le
argomentazioni, che la cronaca nera impone, entrano in dettagli macabri o
delicati dove basta esprimersi con un termine crudo e volgare per far sì che un
fatto di cronaca diventi immediatamente sudicio e pruriginoso.
Giovedì sera 21 Gennaio 2016 a “Storie
maledette” Rai Tre, Franca Leosini si occupava del giallo di Perugia. L’intervista
a Rudy Guede colpevole in concorso con ignoti, dell’omicidio della studentessa
Meredith Kercker è stata una lezione di giornalismo e di rara educazione
narrativa. Franca Leosini come sempre, riesce dove altri sbordano, dove altri
enfatizzano, dove altri accentuano. Rispettosa della sentenza ma pari rispetto
verso il condannato, Franca Leosini conduce con abilità e conoscenza certosina del
caso l’imputato Rudy Guede, verso le “sue” verità senza forzargli la mano
permettendogli di dire la sua comunque la si pensi e quando i fatti entrano in
particolari scabrosi, ma necessari per la completezza delle argomentazioni la
giornalista usa per la descrizione dei fatti, termini garbati utilizzando gentili metafore. Severa e
autorevole ma anche compassionevole e discreta Franca Leosini con le sue
interviste naviga in una direzione che il giornalismo attuale dista miglia e
miglia di lontananza.