martedì 15 agosto 2023
mercoledì 5 luglio 2023
Non si può piacere a tutti..
Vinco al Superenalotto tutte le mattine quando mi sveglio e mi accorgo che è l'inizio di un altro giorno. Un giorno in più che la vita mi regala e visto l'età, scusate se è poco.
La vita è una costante menzogna che raccontiamo a noi stessi e cambia spesso di volta in volta a seconda delle convenienze quando l'età avanza inesorabilmente. Si cresce fisicamente, si cambiano interessi, passioni, stili di vita e ambizioni. Tutto il percorso della nostra vita è un perpetuo inevitabile cambiamento e non fare tesoro delle esperienze, non mutare in base ad esse sarebbe ipocrita.
A vent'anni si è un po' ribelli ma compiacere sopratutto ai genitori è un dovere.
A trent'anni speranze e progetti per il futuro si mescolano con l'arrivo del grande amore, quello che aspetti da sempre, ma quasi mai è quello giusto.
A quarant'anni ti ritrovi sposato magari separato e con figli a carico. Problemi e angosce, gioie e dolori, forse la vita non era quello credevi.
A cinquant'anni i doveri diventano prioritari. Padre e marito o spesso ex marito, un connubbio difficile da esercitare e il desiderio di riprenderti la vita tra le mani diventa un miraggio.
A sessant'anni non ne puoi più. Vorresti semplicemente essere libero di fare quello che hai sempre desiderato, che poi , forse, è esattamente quello che hai sempre fatto.
A settant'anni arrivano i tempi supplementari della vita, e qui arriva il bello. Ti accorgi che la cosa più importante che avevi era il “tempo” che inevitabilmente hai perduto. Non si può più tornare indietro, quello che hai fatto è fatto, ora devi dare un senso alla tua esistenza e non è facile. Puoi però fare liberamente alcune cose.. Mandare a fanculo chi ti sta sulle palle, condividere poche amicizie che ti sei scelto, dire quello che pensi senza scrupoli e pudori, ma sopra tutto ridere a volte anche di te stesso perche la giornata più sprecata è quella che non lascia tracce nelle mani, nella testa e nel cuore.
Non si può piacere a tutti, anzi non si deve..
lunedì 29 maggio 2023
LETTERA AL MIO CANE "CARO AMORE MIO"
Desidero condividere questa bellissima lettera scritta da Maria Laura, sapendo che solo chi ama e rispetta gli animali, tutti gli animali, la capirà.
Lettera al mio cane
Caro amore mio,
ti scrivo questa lettera con un forte dolore nel cuore. Te ne sei andato. Fa male ammetterlo, perché dentro di me ho sempre sperato che questo giorno arrivasse il più tardi possibile. L’ultimo periodo mi sembra soltanto un brutto sogno nel quale sono intrappolata, in cui non so cosa fare e come agire.
Stamattina ho ripensato ai nostri risvegli insieme: ogni mattina sentivo il tuo scalpiccio nel corridoio, quando mi alzavo ti trovavo steso sul divano, mentre agitavi la coda con occhi languidi. Allora ti davo un bacio sul pancino, ringraziavo il cielo per un’altra giornata insieme, e facevamo colazione. Tu raccoglievi le briciole che lasciavo cadere a terra. Adesso, invece, più nessuno lo fa, e rimangono lì. Poi ti prendevo in braccio, sulla tua sedia preferita, e ti costringevo a lavare i denti. Avevi sempre lo sguardo infastidito, ma il più delle volte riuscivo a compiere la mia missione senza farmi azzannare (o quasi).
Era bello tenerti tra le mie braccia, stringere il tuo corpicino morbido e profumato. Spesso uscivamo insieme, anche se ultimamente ti eri impigrito, ma zampettavi sempre tutto contento, con quel tuo modo imponente di oscillare la coda, pronto a captare tutti gli odori possibili nascosti nel terreno.
Nel giro di tre giorni te ne sei andato.
Non so some. Ho fatto di tutto per tenerti con me ancora a lungo, ho fatto del mio meglio per farti invecchiare serenamente ed in salute. Anzi, abbiamo. Perché tutti noi, in famiglia, ti abbiamo amato IMMENSAMENTE.
Sei stato un dono del cielo. Uno di quelli che ti cambiano la vita.
Per me, sei stato la vita stessa, l’essenza delle mie giornate. Eri speciale, unico: un alieno mandato dal cielo per renderci felici, disse una volta mio fratello, tanti anni fa. Anche a lui manchi tantissimo, non accetta che te ne sei andato via così silenziosamente.
Quando hai iniziato ad avere gli acciacchi per l’età, ti abbiamo comprato il cibo migliore, fatto l’aerosol, portato dagli specialisti e curato, ogni volta che era necessario. E tu stavi bene, eri diventato grande senza troppi problemi, riuscivi sempre a riprenderti. Fino agli ultimi giorni, sei stato vispo a casa con noi.
Ricordo l’ultimo sabato sera, eri sul divano mentre io passavo l’aspirapolvere, ti ho guardato negli occhi e mi sono sentita felice.
Quegli occhi. Gli stessi che mi hanno conquistata dal primo istante in cui ti ho visto. Non ho avuto il minimo dubbio, eri tu il mio cucciolo. E ho fatto di tutto per portarti con me, con l’aiuto di nonna. Poi nonna ci ha lasciati e sei rimasto tu con noi, pronto ad accompagnarci in questa lunga tappa della vita.
Avevo quasi 13 anni e ora ne devo compiere 27. Sei stato con me più della metà della mia vita. Non ho ricordi senza di te.
Non c’è stato un solo istante in cui io non ti abbia amato. Anche quando ero lontana, ti pensavo e mi mancavi.
Ecco, ora voglio immaginare che tu sia in un bel posto, anche se lontano da me.
La casa è vuota senza la tua presenza, rimangono solo i ricordi del tuo passaggio. E rimane il vuoto. Il vuoto di chi ti ha amato come un figlio, come hanno fatto anche mamma e papà.
Fino all’ultimo abbiamo sperato che ti riprendessi, ma tu sapevi che era giunto il momento, che Dio ti stava chiamando a sé. Perciò te ne sei andato così in fretta, per non far sì che la sofferenza fisica oscurasse la bellissima vita che hai avuto e che ci hai regalato.
Eri il piccolo di casa, le nostre attenzioni erano tutte per te. Chi non ama gli animali non può lontanamente immaginare quanta gioia e quanto amore possa dare un piccolo essere, seppure non dotato di parola. Loro vivono per il nostro amore e danno loro stessi per noi, senza pretendere niente. Mi bastava guardarti per sentirmi in pace.
Fino all’ultimo ti ho tenuto con me, sei stato tra le mie braccia.
In questi giorni ho letto tante storie di chi ha perso il proprio cane o gatto e ha provato lo stesso dolore. Farlo mi ha aiutato a capire che non sono sola e che questo lutto, a volte sottovalutato e ridicolizzato da chi non lo capisce, è molto personale.
Perdere te è stato perdere una persona cara, un membro importantissimo della famiglia, una parte di me e delle nostre vite.
Mi piace credere che ci siamo dati tutto, e spero tu questo lo abbia sentito fino alla fine.
Abbiamo cercato di fare le scelte migliori per te, per farti stare meglio. Tu dipendevi da noi, ma io dipendevo da te. Ero più io ad aver bisogno di te, più di quanto volessi ammettere. Sei stato un rifugio da tutte le cose che andavano male, sei stato la cura ad ogni dispiacere.
È come se questo non fosse realmente accaduto.
Hai combattuto fino alla fine, come sempre nella tua vita, e di questo sono fiera. Eri bello come un angelo mentre dormivi. Ora sei un angelo.
Sei stato il cane migliore che potessi desiderare. Per me sei stato tutto: un figlio, un fratello, un genitore, un nonno, un amico. Sei stato tutto ciò che di puro e spontaneo potessi desiderare. So che hai vissuto la tua vita fino all’ultimo respiro, ma vorrei portarti indietro e tenerti con me per sempre. Non so che farò senza di te, nulla ha lo stesso senso di prima. Dovrò inventarmi una nuova quotidianità accettando la tua assenza terrena.
Sto faticando a dare voce a queste parole perché sto male. So che mi riprenderò, ma adesso sto male ed è necessario ammetterlo.
Otto giorni fa c’è stato il nostro ultimo incontro. Sapevo che sarebbe stato l’ultimo, la situazione era precipitata. Da un lato lo temevo, dall’altro sapevo di non poter fare niente per evitarlo. In quel momento, vedendoti così, ho desiderato solo che smettessi di soffrire. Vederti stare male e non poter fare nulla per aiutarti è stato un dolore più grande dell’idea di perderti.
Non ci accorgiamo di quanto il tempo che abbiamo a disposizione con le persone che amiamo sia limitato. Crediamo sempre che non succederà a noi. E invece, prima o poi, accade.
La morte è un processo naturale per gli animali, ma non per gli uomini. Noi non siamo pronti al distacco, ad ammettere che è difficile curare la ferita che ci rimane addosso.
Non concepiamo come chi amiamo possa sparire così, da un giorno all’altro. Sparisce anche il corpo, che abbiamo conservato gelosamente e curato in ogni momento.
Ho un brivido lungo la schiena. Non voglio affrontare tutto questo, ma so che devo andare avanti, per te e per tutte le persone che mi stanno vicino.
L’ultima volta che ti ho visto, eri in una cuccetta con l’ossigeno. Muovevi solo gli occhietti che, pur essendo sofferenti, conservavano intatta la loro scintilla, la loro luce vitale. Tenevi la linguetta tra i denti, com’eri solito fare anche a casa mentre dormivi sui tuoi cuscini e le tue copertine.
Quel giorno ti ho ringraziato l’ultima volta. Ogni giorno speravo che tu capissi l’importanza che avevi per me.
Ti ho sussurrato che, se era arrivato il tuo momento, dovevi volare in cielo. Poi ti ho dato gli ultimi baci sulla testolina che mi piaceva tanto. Ti ho detto addio, consapevole che non avrei potuto fare altro.
Ma è solo un arrivederci.
La disperazione non può bloccare gli eventi. Non potevo impedire tutto questo. Nessuno di noi può farlo. Adesso devo fermarmi.
Vorrei solo che tu sapessi, come avevo scritto nelle mie poesie, che la tua presenza ha dato senso a questi anni e che ho avuto la grande gioia del tuo amore per nobilitare la mia presenza su questa terra.
Ti amerò per sempre.
lunedì 15 maggio 2023
LETTERA DI UN VETERINARIO AL SANTO PADRE
Mi presento, ho 62 anni, sono un Veterinario ed ho 2 figli di cui uno autistico, sono padre e proprietario di animali, genitore coscienzioso ed a contatto quotidianamente col mondo dell’animalismo e col mondo della disabilità, padre e veterinario contemporaneamente.
Una frase che i miei clienti mi ripetono costantemente è “chi non ha mai avuto un cane/gatto non riesce minimamente ad immaginare il mondo di amore che queste creature sanno donare.
Ecco, lei non ha mai avuto un cane o un gatto, lo si capisce dal modo in cui sottovaluta la questione, non è colpa sua, me ne rendo conto, se avesse provato quel tipo di affetto che il suo predecessore conosceva bene (Papa Ratzinger amava la compagnia dei gatti) non avrebbe detto cose tanto superficiali e fuorvianti.
La cosa grave che, mi permetta, non le fa onore è il creare la contrapposizione “chi ama gli animali non ama i bambini”, è un concetto errato e divisivo, chi ama la vita riconosce il dolore, negli occhi di un bambino o di un animale, amare vuol dire immedesimarsi, capire, ascoltare, quella dell’amore è una ginnastica quotidiana e non è mai divisiva, l’amore per la vita, sotto qualsiasi forma, arricchisce e non impoverisce.
Ma davvero lei crede che quello di Francesco di Assisi, il santo povero, l’uomo che camminava a piedi scalzi e coperto di umili panni, fosse tempo perso?, che non avrebbe dovuto parlare agli uccellini, scrivere il cantico delle creature, ammansire il lupo di Gubbio?
Ma lo sa che il santo d’Assisi diceva: “Se avete uomini che escluderanno una qualsiasi delle creature di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrete uomini che trattano nello stesso modo i simili”. Ma ha mai visto la benedizione degli animali che si tiene in molte chiese il 17 gennaio nella tradizionale festa di S. Antonio Abate? E’ un tripudio di gioia, vecchietti e bambini ognuno col proprio animaletto domestico, tutti uniti dalla fede e dalla speranza, io stesso ci andai portando Tommasino un gatto reso diversamente abile dall’aggressione di un branco di cani nella speranza di un miracolo.
Ma davvero lei crede che la fame nel mondo sia dovuta allo spreco di risorse per acquistare le crocchette? E no, qui divento cattivo io!, ma non è che forse dovrebbe preoccuparsi della ristrutturazioni degli immobili da 700 mq del cardinale Bertone finanziate coi soldi delle elemosine?, non dovrebbe preoccuparsi degli spot a pioggia per l’8 per mille? (nel 2004 sono costati 4.650.000,00 euro, non oso pensare adesso) per accaparrarsi la gestione di fondi che normalmente andrebbero comunque alla beneficenza ma che passando per voi vengono ridotti da spese folli?
Ma lo sa quanti bambini avreste saziato coi 4 milioni dati a Mediaset e Rai?
Gesù diceva “quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” e allora tutti questi spot autocelebrativi per l’8 per mille? Il vangelo lo citate solo quando vi conviene?
Per giudicare bisogna conoscere la gente, non il lusso. Lei non ha la minima idea di quante vite hanno salvato gli animali, di quanto un gatto possa curare la depressione di un anziana vedova e col nido svuotato, di quanto un cane possa essere di aiuto all’autostima di un ragazzo disabile, di quanto un cucciolo possa aiutare un bambino abbandonato dal padre fuggito con un’altra donna, di quanto un cagnolino possa attenuare il dolore di una coppia di anziani che hanno perso il loro unico figlio, tutte storie di vita che non potrebbero sfociare nell’adozione di un bambino, tutte storie di vita che lei dal suo trono dorato non vede.
Le persone, caro Papa, non fanno più figli perché non se lo possono permettere, perché in Italia un fitto costa quanto uno stipendio e quindi si deve lavorare fulltime in due, perché a Milano un asilo nido costa più dello stipendio di un call center, perché ti offrono solo lavoro precario ed orari impossibili… con quale presupposto una persona coscienziosa e non ricca può fare un figlio?
Vuole più accudimento per i bambini? Faccia la guerra al precariato, al lavoro nero, allo sfruttamento e si troverà circondato da persone felici di fare figli ma, la prego, la smetta di far guerra agli animali, sono creature di Dio, sono un dono per l’anima, sono una palestra per imparare la tolleranza, il rispetto, sono una manna dal cielo nell’universo di solitudine ed alienazione che sempre di più attanagliano le nostre metropoli. L’amore, quello vero, non divide ma aggrega, in ogni cuore ogni sentimento crea lo spazio per uno nuovo. L’amore per la vita, qualunque vita, è un valore totalizzante e mai riduttivo.
Amare insegna ad amare. La donna che lei ha pubblicamente scacciato e deriso è una credente ed ha 50 anni, non è propriamente l’età per fare o adottare figli, certamente avrà sbagliato dicendo “mi benedice mio figlio?” ma lei che ha benedetto finanche una lussuosa Lamborghini bianca forse avrebbe potuto perdonarla, in ogni caso quel cagnolino sarà importante per quella donna e lei era venuta fiduciosa ad incontrarla.
Una occasione persa”
Dottor Vincenzo Minuto, Medico Veterinario.
lunedì 8 maggio 2023
Santo Versace, "Fratelli" è il mio atto d'amore per Gianni
L'autobiografia a 25 anni dall'omicidio nella villa di Miami
(Reggio Calabria, 16 dicembre 1944) è stato giocatore di basket in gioventù, si è laureato in Economia e Commercio, è stato impiegato di banca e poi commercialista. Nel 1976 si è trasferito a Milano per lavorare al fianco del fratello Gianni. Insieme hanno fondato, avviato e portato al successo la Gianni Versace, una delle più importanti realtà imprenditoriali della moda internazionale.Eletto alle elezioni politiche del 2008, è stato deputato parlamentare per tutta la XVI legislatura. Presidente Fondatore di Altagamma, l’associazione che riunisce i più importanti brand italiani, Versace è stato anche presidente della Camera della Moda. Dopo la cessione, nel 2018, dell’azienda di famiglia, continua a lavorare come imprenditore sempre con uno sguardo al futuro. Tra le diverse attività, oggi è presidente della Fondazione che porta il suo nome e della casa di produzione e distribuzione cinematografica Minerva Pictures.
mercoledì 19 aprile 2023
sabato 11 febbraio 2023
RICORDANDO IL MITICO PASQUALE CASIELLO E SUO FIGLIO "PASTICCA"
Correva l'anno 1979 il Grenn Club a Madonna di Campiglio era diventato un ritrovo mondano di famosi personaggi dell'epoca. Renato Pozzetto, Walter Chiari, Franco Califano, Beppe Grillo, Fred Bongusto, Teo Teocoli, Massimo Boldi e star internazionali come Dee D Jackson e molti altri. Il direttore e maestro di cerimonia l'indimenticabile "Pasquale Casiello" che alternava il suo ruolo tra "La Capannina" di Forte dei Marmi d'estate e il "Green Club" nella stagione invernale.Nella sala del ristorante spiccava però un altro personaggio che attirava l'attenzione dei presenti. Un ragazzino quattordicenne con la faccia da furbetto, accento toscano, battuta veloce e sempre ironica.Faceva lo slalom tra i tavoli dei clienti con il compito di sbarazzarli. Si chiamava Alessandro ma per tutti era "Pasticca" figlio del mitico Casiello. Divenne subito famoso per la battuta che fece ad una cliente quando la stessa chiese "Questo bicchiere di latte è fresco? e Pasticca rispose "Signora tre ore fa era erba". Evidentemente nelle battute aveva preso tutto dal padre che da buon toscano non disdegnava mai e senza alcuna remora dire in modo ironico quello che pensava. Fu Pasquale Casiello alla Capannina di Forte che, stanco di vedere l'avvocato Agnelli andarsene senza mai lasciare la mancia ai camerieri,gli disse con un sorriso beffardo "Avvocato se l'avarizia cantasse lei sarebbe Frank Sinatra".
Certo era che vedere Casiello e suo figlio Pasticca in sala non solo era spassoso ma un vero e proprio spettacolo.
Tutto questo tanti anni fa, quasi cinquanta e nel frattempo tante cose sono cambiate, Pasquale Casiello si è spento nella sua amata Marina di Pietrasanta, suo figlio Pasticca si è sposato diventando padre di due bellissime figlie.I ricordi belli però sono sempre gli stessi che custodiamo nella stanza della mente e che spesso bussano alla porta del cuore per farci ricordare attimi gioiosi della nostra vita.
Pochi giorni fa mi è stata inviata una foto fatta nel 2006 che mi ritrae con Pasticca, sì perche con lui non ci siamo mai persi di vista, e rivedendo lui rivedo suo padre e la mia mente vola via in quelle pazze e incredibili serate al Green Club.
venerdì 27 gennaio 2023
WILLIAM FANTINI - UN REGALO INASPETTATO..
C'è chi sostiene che in tempi frenetici e preoccupanti come questi, regalare un ritratto è un atto rivoluzionario come scrivere una lettera. Può essere, personalmente lo ritengo un onore ricevere in modo inaspettato un mio ritratto, se poi l'autore si chiama William Fantini l'onore è doppio. Questo ritratto dice molto di me perchè il lavoro del pittore non finisce col suo quadro ma finisce negli occhi di chi lo guarda.
Grazie di cuore William..
William Antonio Fantini, nato a Brescia nel 1954, si è diplomato all'Istituto d'Arte “Savoldo” di Brescia ed ha frequentato successivamente l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, completando la sua formazione alla scuola di Domenico Purificato.
Fin da ragazzo, ha allestito mostre personali in varie gallerie e partecipato a numerose rassegne d'arte.
Tra le sue maggiori esposizioni, la personale del 1990, ospitata a Palazzo Ducale di Mantova e presentata dal sovrintendente Aldo Ciccinelli.
ha conseguito una distinta affermazione nella selezione del concorso Carlo della Zorza del 1995 e il primo premio assoluto nella Rassegna Monteclarense del 1996, intitolata al senatore conte Giovanni Treccani Degli Alfieri, con giuria presieduta da Ernesto Treccani.
Ha vinto numerosi altri concorsi, tra i quali i premi nazionali di Monticelli Brusati, Chiari, Sarezzo, Brescia (Premio Moretto), Comunità Montana di Valle Trompia.
Nel 2005 con il titolo Icone della contemporaneità ha realizzato una mostra itinerante centrata sul duplice riconoscimento di Giovanna D'Arco ed Ernesto Guevara.
Ha allestito due mostre personali ad Istanbul: la prima, Orientalisti contemporanei, si è svolta presso l'Art Point Gallery nel 2008; la seconda, Noè nei porti di Istanbul, si è tenuta alla Pera Art Gallery nel 2009.
Nel 2011, con la medesima modalità di ricerca del 2005, ha dipinto per la ricorrenza del 150° anniversario del'Unità nazionale, storie di donne per la mostra Sorelle d'Italia.
Dal 2009 al 2014 è stato assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura per la Città di Gardone Val Trompia, carica utilizzata anche per promuovere la riconoscibilità degli artisti gardonesi del primo e secondo ’900, tra i quali Giuseppe e Tita Mozzoni, Beppi Mino e Massimo Zuppelli, e la peculiare attività artistica incisoria. Durante la sua esperienza come assessore alla Cultura ha creato un circolo virtuoso, invitando numerosi artisti di fama nazionale ed internazionale, come Stefano e Remo Bombardieri, Primo Formenti, Francesco Triglia, Ida Tentolini, Mehmet Arpacık, Fatih Sarmanli, ad esporre a Gardone Val Trompia. Come assessore ha altresì promosso l'allestimento del Museo Gardonese della Stampa “L'Officina del Torcoliere”.
Nel 2014, in occasione della solenne adunanza dell'Ateneo di Brescia, ha presentato due dipinti in qualità di ritrattista ufficiale dell'Ateneo stesso. Ha in programma per il mese di febbraio 2015 una mostra personale all'AAB e per il mese di marzo una collettiva al Castello di Orzinuovi.
WILLIAM FANTINI
Hanno scritto del suo lavoro artistico: Maurizio Bernardelli Curuz, Alberto Chiappani, Mauro Corradini, Fausto Lorenzi, Luciano Spiazzi, Ernesto Treccani, Giannetto Valzelli, Tonino Zana, Massimo Zuppelli, Claudio Cristina, Ettore Marchina, Alberto Zaina.
L'artista vive e lavora a Gardone Val Trompia.
venerdì 23 dicembre 2022
sabato 10 dicembre 2022
CIAO..ANTONIO D'AMICO.
Ieri nella bellissima chiesa di S.Giovanni Battista ti ho salutato per l'ultima volta. Lo sguardo verso l'alto e il cuore pieno di tenerezza..Ero al tuo funerale, tu che solo pochi giorni prima mi scrivesti che “Quando tutto sarà finito torneremo più forti di prima..”.
Non sarà così, il destino, che con te non è mai stato benevolo, ha deciso diversamente. Eppure sei sempre stato un inguaribile ottimista con una lucidità disincantata, una persona speciale, educato e rispettoso. Senza ombra di dubbio penso e credo che sulla tua strada l'incontro con due persone ti abbia ripagato di tutto. Gianni e Alberto.
Amo pensare che sia stato lo zampino di Gianni a farti incontrare Alberto e credimi se ti dico che “Alby” è stato la tua preziosa ancora di salvezza. In tutti i sensi.
Io Antonio sarò sempre lo stesso, esattamente come mi hai conosciuto. Cocciuto e ribelle, amico di pochi e sempre convinto che il meglio deve ancora arrivare. Ma anche tante altre cose che tu conosci bene..
Guarderò spesso il cielo perchè so che da qualche parte lì in alto mi stai guardando. Ciao Antonio, amico mio, accarezza sempre i miei sogni perchè continuerai a vivere nei miei pensieri e nei miei più cari ricordi.
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