lunedì 28 luglio 2025

GUIDO ELMI - UN RAFFINATO INTELETTUALE E PRODUTTORE DISCOGRAFICO..

L'improvvisa morte di Celso Valli mi ha fatto fare un salto a ritroso nel tempo...

Era il 1995, abitavo a Villa Odescalchi in Brianza e fu proprio lì che ebbi modo di conoscere e frequentare Guido Elmi. Produttore discografico, arrangiatore e direttore artistico ma, sopra tutto, collaboratore di Vasco Rossi.

                                                             

                                                                 

                                                                      Guido Elmi


Vasco con il suo gruppo avevano scelto una struttura ad Alzate Brianza per le prove della loro imminente tournèe che sarebbe poi partita il  7 e 8 luglio con due concerti a S. Siro e Villa Odescalchi, poco distante, divenne per un lungo periodo casa loro. Ovviamente in quel periodo la conoscenza con Vasco mi permise di conoscere un artista, ma principalmente, un uomo raro e lungimirante. Ma fu la conoscenza del suo produttore Guido Elmi che mi fece capire quanto fosse importante circondarsi di persone speciali. Guido Elmi aveva una capacità di saggezza analitica fuori dal comune. Era una persona riservata forse introversa ma con una profonda capacità di stabilire connessioni emotive con le persone di cui si fidava.

Tra le tante serate trascorse insieme capitava spesso di parlare ovviamente  di musica e fu proprio in una di quelle sere che mi parlò di Celso Valli e del loro rapporto di amicizia e collaborazione con Vasco Rossi ma stranamente ne parlò più del solito con accenni di grande affetto nei confronti di Celso.  

Comunque sia le serate terminavano quasi sempre tutti insieme, Vasco, Massimo Riva, Cucchia, Roccia.. Momenti indimenticabili  e divertenti tra aneddoti, scherzi e tante risate. Alla fine S. Siro, ricordo che  assistetti  al concerto dalla consolle di regia  con Guido Elmi. 

Di quel gruppo, Guido Elmi e Massimo Riva non ci sono più..ma se è vero che le persone normali lasciano un segno, quelle speciali lasciano un sogno.. 






lunedì 14 luglio 2025

NON TOCCARE CHI HA PIU DI SESSANT'ANNI E DINTORNI...

  Non toccare chi ha più di sessant'anni, sessant'anni e dintorni..





Non siamo solo un'altra generazione: siamo veri sopravvissuti. Duri come pane raffermo, rapidi come la ciabatta di una nonna arrabbiata. Quella che volava con precisione chirurgica.

A cinque anni capivamo l'umore del genitore dal rumore del coperchio sulla pentola. A sette, avevamo già le chiavi di casa e le istruzioni. "C'è da mangiare in frigo. Scaldalo, ma non rovesciare niente."

A nove preparavamo il pranzo. stavamo fuori tutto il giorno, senza cellulare, con un programma preciso: bicicletta e rientro a casa prima che facesse buio. Le ginocchia, coperte di croste e cicatrici, erano una mappa vivente delle nostre avventure e siamo sopravvissuti. Le sbucciature si curavano con la saliva o con una foglia di piantaggine. E quando ci lamentavamo, la risposta era " Se non c'è sangue, non è niente". A merenda mangiavamo pane e olio. Bevevamo dal tubo dell'acqua del giardino, un sistema immunitario che oggi farebbe scuola e se avevamo qualche allergia, nessuno ci badava.

Sappiamo come togliere le macchie di erba, di sugo, di biro o di ruggine, perchè "Non si usciva di casa vestiti male", neanche per andare a giocare. E poi...abbiamo visto e vissuto cose che oggi sembrano preistoria: - La radio col manopolone, La TV in bianco e nero, Il giradischi con i vinili, il mangianastri, le cassette, il walkman e i CD e oggi ascoltiamo migliaia di canzoni dallo smartphone ma a volte rimpiangiamo il suono della cassetta che frusciava e si riavvolgeva con una penna.

 Con la patente appena presa attraversavamo l'Italia con la 126, senza aria condizionata, senza hotel, senza navigatore. Solo una cartina stradale dell'ACI e un panino avvolto nella stagnola. Eppure arrivavamo sempre a destinazione senza Google Translate. Con un sorriso e due parole in dialetto. Siamo l'ultima generazione cresciuti con adolescenza senza internet, senza powerbank, senza ansia da "Batteria al 2%". Ci ricordiamo il telefono a disco nel corridoio, i quaderni di ricette scritte a mano e i compleanni sul calendario della cucina. 

Nella nostra infanzia e adolescenza: si aggiustava tutto con lo scotch, una graffetta o una molletta. Avevamo un solo canale Tv (poi due) e non ci annoiavamo. Sfogliavamo l'elenco telefonico, non le notifiche e una chiamata persa voleva dire "Ti ho pensato". Siamo diversi. Abbiamo una specie di "amianto emotivo", un sistema immunitario forgiato tra freddo, strada e poco zucchero e riflessi da ninja metropolitano. 

Non stuzzicare un settantenne..

Ha visto più cose di te, ha vissuto più in profondità e in tasca ha ancora una caramella Rossana rimasta lì "per ogni evenienza" ed è sopravvissuto a un infanzia senza seggiolino, senza casco, senza crema solare. Alla scuola senza LIM, senza computer, con il sussidiario in cartella. Alla giovinezza senza social, senza filtri, senza selfie. Non cerca risposte su Google: si fida del suo istinto e ha più ricordi di quanti tu abbia foto nel cloud.