mercoledì 16 dicembre 2015

IL MIO AMICO ITALO MAFFEI DEI LUSTRI




 Sergio maffei ( Fritaia ) con Italo Maffei ( Lustru )

Ciao Italo..non sorridere, probabilmente diresti "Chi munada set dre a far".

Ci conosciamo da sempre , avevo dieci anni quando, con la tua seicento bianca, mi portavi al campo sportivo pineta e mi consegnavi una rosa. Dovevo attraversare il Sarca per darla  alla signorina che stava al banco bar dell’Hotel che s’affacciava sul fiume. Quella signorina sarebbe poi diventata tua moglie. Le mie prime lezioni di sci le ho prese da te. Poi la nostra frequentazione si è consolidata nel tempo, anzi, nel tempo si è rafforzata trasformandosi in una vera e sincera amicizia. Pur vivendo lontani, nessuno sa che ogni settimana, quasi sempre il lunedì, mi fai uno squillo aggiornandomi sulle novità del paese. Esattamente come due giorni fa. “Dobbiamo parlare con l’amico Roberto Failoni, ”poi ti spiego..” mi hai detto. Ci siamo dati un appuntamento a Pinzolo per venerdì prossimo.

Oggi pomeriggio una telefonata mi ha gelato il sangue annunciando la tua improvvisa scomparsa.

Riavvolgo come una pellicola tutto quello che insieme abbiamo fatto, comprese le nostre irrinunciabili bevute. Mi mancheranno le nostre interminabili discussioni,  il nostro  chiacchierare insieme riannodando  i fili dei ricordi comuni e sorridendo in maniera beffarda del mondo intorno a noi. Incontri i nostri che finivano  quasi sempre bevendo l’ultimo “Teroldego” nell’unico bar che trovavamo aperto la sera  tarda in paese. In trent’anni, mai una volta sono ritornato a Pinzolo senza salutarti, senza incontrarti. Mi  mancherai perché  a dispetto di tanti eri una costante fonte  di genuino sapere. Ogni volta che avevo un dubbio, sapevo che Italo probabilmente a modo suo mi avrebbe dato la risposta. E se non la sapeva la trovava. Parlavamo di tutto e tu, uomo estremamente colto, mi affascinavi con i tuoi racconti. Eri per me la memoria storica del mio paese, eri per me, ma forse lo hai sempre saputo, un vero amico. Un amico diverso da quelli che solitamente frequento, ma non per questo meno importante e non è stato un caso averti chiesto di scrivermi la prefazione del mio ultimo libro.  

Ciao amico mio, venerdì sarò puntuale come promesso, ma, per un tragico gioco del destino ti accompagnerò per l’ultima volta su quella strada fatta tante volte insieme.

giovedì 3 dicembre 2015

FABIO VOLO...SEMPLICEMENTE COSI'



Fabio Volo ancora una volta ha fatto centro. Il suo ultimo libro”E’ tutta vita” (Mondadori pagg.240 Euro 19) è in testa alle classifiche dei libri più venduti.
Fior di critici e giornalisti vari argomentano dal loro punto di vista  le motivazioni  e il perché i suoi libri riscontrano un successo tale. C’è chi lo accusa di essere banale e di usare un linguaggio elementare. Chi lo vede qualunquista e opportunista, altri  lo definiscono un romanziere da “Baci Perugina”. Pochi di questi “dotti” lo ammira.
I fatti però smentiscono tanti denigratori, perche indipendentemente da come la si pensi, Fabio Volo piace alla grande e le vendite eccezionali dei suoi libri (oltre 5 milioni solo in Italia) sono lì a dimostrarlo e questo vale anche per l’estero, visto che i suoi libri vengono tradotti in molti paesi nel mondo. Come scrittore è sempre stato snobbato dalle giurie di concorsi letterari, infatti non ha mai vinto nessun premio,in compenso lui fattura più di tutti e scusate se è poco.
Ha fatto molti lavori saltuari prima di iniziare la sua carriera, iniziando da panettiere nel negozio di famiglia,  pr nelle discoteche bresciane, batterista e una rapida carriera da cantante. Ma la risposta alle tante critiche sta unicamente nel fatto che Fabio Volo è rimasto semplicemente se stesso. Famiglia, amicizia e modestia. Non sono semplici caratteristiche ma pilastri su cui Fabio Volo, penso, abbia edificato il suo cammino. Detta così sembra una prefazione di un catechista, ma non credo di essere lontano dalla realtà.
Nella sua nuova famiglia, Fabio è padre di due figli, vede finalmente la realizzazione di un desiderio da sempre ambito, voluto e cocciutamente cercato, averlo raggiunto penso sia la vittoria più grande.
Amicizia...i suoi veri amici sono sempre gli stessi, quelli con cui divideva giornate e avventure sin da ragazzo. Ne manca uno, Nicola ( the rebel ) l'amico del cuore, anni fa un brutto incidente con la moto se l'è portato via. Quando il tempo glielo concede Fabio raggiunge i suoi vecchi amici e con loro, mogli e figli compresi, si ritrovano ospiti del padre di Nicola in un antico borgo sulle alture del lago di Garda. E proprio in quei momenti che Fabio Volo dimostra la sua vera natura, basta vederlo scherzare con i suoi vecchi compagni, osservare come guarda e gioca con i suoi figli e i figli dei suoi amici, gli sguardi d'intesa con la compagna Johanna, le dolci attenzioni verso sua madre. Fabio è così, uno che pur avendone motivo non se la tira e la modestia gli rimane appiccicata addosso come un chewingum sotto la scarpa.
Fabio è così, incredibilmente e semplicemente così. Questo suo modo di essere e la sua visione della vita non è casuale. Ha vissuto la sua giovinezza in una famiglia dove probabilmente alcuni valori erano il companatico del giorno e lui è uno che non dimentica.

Ho la presunzione di pensare che nei suoi libri ci sia molto, ma molto del suo vissuto, ecco perche piace alla gente, con buona pace per chi non lo ama.
 Fabio Volo è così….semplicemente così.

martedì 1 dicembre 2015

A MIA FIGLIA



Quando eri piccola eri bella come il sole ed io, orgoglioso, ti fotografavo in continuazione.
Ora quelle vecchie foto sono custodite come un dono prezioso in un album che sfoglio quando il passato bussa alla mia porta.
Poi crescendo le distanze tra noi aumentarono, tu ragazza ribelle, io giovane padre incapace ed immaturo per esercitare quel ruolo. Le nostre prime discussioni, i primi paletti. Quell'uomo che quando tornavi troppo tardi ti sgridava ma in realtà dentro ti voleva solo abbracciare  perchè gli assomigliavi troppo.
Poi la separazione con tua madre e il nostro stare insieme divenne sempre più sporadico. Il tentativo di convivenza tra noi, causa lo studio, non funzionò e così lasciasti Milano. Ricordo distintamente il tuo sguardo quando ti accompagnai in Piazza Castello per salutarti, avevi gli occhi vividi e desiderosi di capire questo tuo padre sempre più assente e sempre più di corsa. Uniti dal cuore ma distanti fisicamente non bastava, troppo poco per noi due, troppe le aspettative andate deluse da ambo le parti.
Passò inesorabilmente del tempo finche arrivò il tuo matrimonio e con esso il regalo più bello, Jacopo.
Ora sei diventata una dolcissima donna e madre.. ma quegli occhi neri continuano a splendere nel tuo dolce viso che rispecchia tutto il tuo mondo interiore colmo di intense emozioni e di amore che non sempre riesci a dimostrare.
Oggi giorno del tuo compleanno, ti auguro figlia mia di vivere i sogni più grandi e desiderosi, quelli che porti custoditi in fondo al cuore. Ti auguro di accarezzare le bellezze della vita e di farle diventare una dolce musica dell'anima. Ti auguro di amare intensamente la vita e di trasmettere lo stesso entusiasmo a Jacopo e alle persone che ti circondano e che ami.
Ora il mio album di fotografie che ricordano tempi lontani quando eri bambina ai primi passi, la scuola di danza e di karatè, la tua adolescenza, capisco che in realtà non contano poi così tanto. Perchè tu sei tutte loro e ogni volta che ti vedo penso..."Questo è il tempo migliore".

Buon compleanno Monica....

















lunedì 23 novembre 2015

L'INVIDIA CONDITA CON LA STUPIDITA'





Ritorno su un tema che spesso  coinvolge tutti noi. “L’invidia condita con la stupidità”. Scrissi qualcosa al riguardo su questo blog tempo fa e ora ho mille motivi per riparlarne.
Premettendo che esistono due diversi tipi di invidia.Quella sana e obbiettiva che stimola e aguzza l’ingegno, poi c’è quella malata e radicata geneticamente nella mente dell’individuo. Alcuni fatti recenti mi hanno portato a soffermarmi mentalmente sulla seconda tipologia..
Mai fidarsi delle persone che  raccontano cattiverie e maldicenze perché c’è sempre uno scopo nella loro testa e non è mai casuale. Il fine è sempre lo stesso, danneggiare qualcuno e quasi sempre proprio voi stessi.
L’invidia e la maldicenza partono da alcuni motivi ben radicati nella testa bacata di questi spregevoli individui, in primis, il rancore e il fottuto desiderio di far soffrire il soggetto individuato come il colpevole della sua sfortuna,qualunque essa sia.L'invidia di solito appartiene alla persona priva di obbiettività e in lotta perenne con se stesso, sopratutto incapace di realizzarsi. Ovviamente è più facile incolpare altri piuttosto che guardarsi allo specchio e ammettere i propri limiti. Solitamente la persona invidiosa prende di mira chi nel lavoro e nella vita quotidiana lo supera in tutti i sensi, partendo proprio dalla considerazione benevola che gli altri hanno della persona invidiata, per questo cercherà di diminuirne il valore e il merito. Solitamente  partono con una strategia diffamatoria costruita nei minimi particolari, iniziando con la maldicenza insinueranno poco a poco perplessità e dubbi su ciò che avete fatto.

L’invidioso vi confida intrallazzi e cospirazioni di qualcuno per trascinarvi e rendervi complici nella sua personale campagna di diffamazione contro l’ignaro bersaglio e chi lo segue in questa ignobile impresa  dimostra poca nobiltà e scarsa intelligenza. Solo chi cova un rancore radicato nel suo animo cerca di coinvolgere e spingere altre persone a fare qualcosa che possa danneggiare altre persone e l’invidioso si compiace di questo, auto convincendosi di non essere l’unico a pensarla in quel modo, pur sapendo, quanto sia subdolo e malvagio questo suo proselitismo. Chi per abitudine parla male degli altri è solitamente una persona psicologicamente controversa e usa la maldicenza quasi sempre per uno scopo personale adottando come dicevo una strategia non casuale. Utilizza qualunque infido mezzo, ascolta tutte le voci, tutti i pettegolezzi e poi li usa aggiungendo qualcosa di suo cercando in questo modo di coinvolgere l'interlocutore. 
Un passa parola tra amici e conoscenti che a loro volta divulgheranno, quasi sempre modificandole in peggio, queste pseudo  informazioni. In questo modo manipolando a suo piacere, mette in moto il “tutti contro tutti”. Una tecnica ben nota del “divide et impera”.
L’invidioso è per sua natura un bugiardo, spudoratamente bugiardo. Mente sapendo di mentire anche in un aula di Tribunale magari citato come testimone. Dirà che lo fa spinto dal desiderio di giustizia mentre in realtà lo fa solo per ferire, per vedere  in difficoltà e per la sua sete di vendetta contro chi, da sempre gli è superiore. Ogni menzogna è composta da due bugie, la bugia che raccontiamo agli altri e la bugia che raccontiamo a noi stessi per giustificarla.
L’invidia malata, comunque sia, va di pari passo con la stupidità e ognuno di noi sottovaluta il numero degli individui stupidi e invidiosi che ci sono in circolazione e la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona. Basterebbe ricordarsi che una persona invidiosa e stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Purtroppo le persone “non stupide” sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide e invidiose, dimenticandosi che in qualsiasi momento e luogo, trattare o associarsi con individui stupidi che covano una recondita invidia si dimostrerà infallibilmente un costosissimo errore perché, la persona invidiosa e stupida, è il tipo di persona più pericolosa che esista.

domenica 8 novembre 2015

INTERVISTA DI MARIANA GUAZZI A RODY MIRRI

RODY  MIRRI

Per introdurre questa intervista potrei andare su Wikipedia e scaricare, oltre alla biografia di quest'uomo, che è stato manager, produttore televisivo ed è uno scrittore, anche tutti i lavori in ambito televisivo e non, nazionale e internazionale. Ma non posso e non voglio introdurre Rody Mirri così. Potrei farlo se non lo conoscessi, se non lo avessi mai guardato negli occhi o se le nostre vite non si fossero mai incrociate prima di questa intervista. Per fortuna non è così, conosco quest'uomo da ormai 5 anni ed è la prima persona che, potendo scegliere, desideravo intervistare. Non perché le nostre chiacchierate non mi bastassero, ma perché sono orgogliosa di poter condividere questa straordinaria avventura che è la sua vita, dandogli la possibilità di esprimersi come solo lui sa fare. Questa intervista è quindi un vero "a tu per tu" con un uomo che ho riscoperto essere parte della mia famiglia troppo tardi, ma al quale voglio davvero tanto bene. È un uomo che è sostanza, molto prima che apparenza: di lui non restano le parole, ma le emozioni che riesce a trasmetterti con esse. Di lui non puoi parlare, ma devi raccontare, narrare. Perché la sua storia non è una storia qualsiasi. Tutto quello che ha fatto nella vita non si può riassumere, per questo lascio la parola a lui e chi vuole intendere intenda.


Cominciamo dall'inizio, dalla sua infanzia. Se potesse definirla con una parola quale userebbe?

Serena.

Lei è entrato nel mondo del lavoro praticamente subito, se tornasse indietro studierebbe di più?

Sicuramente, è una delle tante cose che non mi perdono.  

Il mondo dello spettacolo è, come sappiamo, uno dei più ambiti..Lei lo ha scelto per ambizione o crede che sia stato portato in quel mondo senza sceglierlo realmente?

Ambizione e casualità sono state componenti imprescindibili per ritrovarmi in un mondo che mi piaceva e stuzzicava i miei desideri.

Dopo aver vissuto nel mondo dello spettacolo per molti anni ha scritto un libro molto bello, forse il più bello di tutti, intitolato "Il triangolo del potere". Perchè scrivere un libro così? Si è mai pentito di essersi esposto così chiaramente?

Avevo un conto aperto con me stesso. Dopo aver vissuto per anni da protagonista in quel mondo mi apprestavo a lasciarlo per sempre, avevo 50anni con ancora qualche sogno nel cassetto. Uno su tutti, aprire un agriturismo su un isola che frequentavo da anni: Ibiza. E tutto questo coincise con due fatti..la fine di un rapporto sentimentale e l’ennesima delusione da parte di quel mondo, quello dello spettacolo, che viveva e vive tuttora di taciti accordi, dove le conoscenze e gli intrallazzi valgono molto di più del merito.
Quel libro lo scrissi con rabbia e per togliermi qualche sassolino dalla scarpa contro un mondo che mi aveva dato enormi soddisfazioni, ma che contemporaneamente detestavo per quella sua parte ambigua dove tutti sanno, tutti fanno ma nessuno ne parla. Un sistema, ma forse meglio chiamarlo con il suo nome, una lobby, che si fa forte proprio per il fatto che sia la televisione che il giornalismo sono parte dominante e integrante del sistema, anzi sono l'utilizzatore finale per raccontarla come si vuole. In sostanza  e in parole povere quello che si vede in tv e si legge quasi mai è conforme alla realtà.

Abbiamo parlato del primo libro ma lei ne ha scritti altri 5 e tiene anche un blog. Da dove nasce l'amore per la scrittura, se di amore si tratta...?

Indipendente da tutto amo scrivere e ogni libro scritto equivale ad una lunga e intensa terapia psicologica con me stesso. Per cui scrivo solamente se sono incazzato, deluso o curioso. Mai quando sono felice.

Lei è  un bell'uomo, molto ambizioso, ha avuto fama e denaro ed è stato amato e circondato da bellissime donne dello spettacolo. Insomma, nella vita non sembra aver rinunciato mai a nulla. E' così? Si è mai posto dei limiti?

Mi sono sempre lasciato guidare dall'istinto. Ho sempre vissuto a modo mio, dove la parola "rinuncia" l’ho quasi sempre ignorata . Ho sempre pensato che un “voglio” suoni meglio che un “devo”. Qualche limite me lo sono posto, anzi, ho dovuto pormelo...ed è stato un bene.

La vita le ha regalato tanti amori, ma non si è mai sposato. Nonostante questo lei oggi ha una figlia. che rapporto ha con lei? Pensa che manchi qualcosa?

Non è esatto. Avevo 20anni quando mi sposai, era il 1972 e da quel matrimonio che durò 13anni, nacque l’errore più giusto della mia vita, mia figlia Monica. Errore, perché concepita troppo giovane, ma giusto perché non la cambierei con nessun altra al mondo. Verso la fine degli anni ottanta andava di moda sposarsi all’estero, (Las Vegas o Scozia) matrimoni   senza nessun valore anagrafico e legale e anch’io, stupidamente per non essere da meno ne feci alcuni, due, per la precisione
.
Nella vita ha conosciuto tantissime persone, tanti amici, ma anche tanti falsi amici. Arrivato ad oggi come vive il problema dell'invidia spesso mascherata da amicizia? meglio non fidarsi di nessuno o, in ogni caso, non fare di tutta l'erba un fascio?

Avevo letto da qualche parte che "a volte la fiducia è come un libro che abbandoni...poi ci riprovi e scopri che il segnalibro era fermo una pagina prima della parte più bella". Amo pensarla così, anche se la realtà è ben diversa.

Veniamo alla storia recente. Cinque anni fa un servizio di "Striscia la notizia" le stravolge la vita. Come è cambiata? Cos'ha perso e cosa vorrebbe riprendersi di ciò che le hanno tolto?

Ci vuole molto coraggio, falsità e tanta ipocrisia per aver “confezionato” e posto in essere una delle più vergognose pagine della storia televisiva italiana. Ora le risposte (dopo quasi sei anni) le attendo dal Tribunale, visto che gli artefici sono stati tutti rinviati a giudizio.
In questi anni ho scoperto di aver perso molte cose futili e di essermi ripreso altre, molto ma molto fondamentali per il proseguo del mio cammino.

Lei ha criticato fortemente i giornalisti. Tutti con le mani legate? Dopo tutte queste lotte crede ancora nella verità e nella giustizia? 

Oggi le grandi testate giornalistiche, l’editoria, le televisioni e i network radiofonici fanno parte di grandi multinazionali con interessi enormi. Anche per un giornalista serio e corretto è difficile non sottostare alle direttive che provengono dall'alto e, anche se non ci fossero, risulta difficile ammettere il fatto che per chi scrive è maledettamente difficile non esserne condizionato. L’obbiettività e il diritto di cronaca è un alchimia molto difficile.
Soprattutto un cronista serio dovrebbe attenersi alla carta dei doveri, scritta dall'Ordine dei giornalisti l' 8 Luglio del 1993. Basterebbe questo, basterebbe..  ma non è così.
Ecco, purtroppo la mia stima é poca verso questa professione e trovare un giornalista, degno di tale nome, libero e indipendente da tutto e tutti, risulta quasi impossibile. I più mentono sapendo di mentire e questo fatto mi lascia basito, alla faccia dell’informazione, dove si dimentica che un articolo fazioso può essere un arma micidiale che può annientare vite di persone, nuclei famigliari e condizionare per sempre la storia di un essere umano. Perché se una notizia è riportata dalla televisione o dai giornali  per la maggioranza della persone è reputata “veritiera ".La professione del giornalista è una lotta costante tra il sogno e la volontà di essere del tutto indipendenti e le situazioni reali in cui si trovano, che li costringono, invece ad essere dipendenti da interessi, punti di vista, aspettative dei loro editori…in generale si tratta di una professione che richiede una continua lotta e un costante stato di allerta..." Questo lo scriveva il giornalista Ryszard Kapuscinski e non il sottoscritto. Nella causa che ho in corso, dove mi vede parte lesa, i miei avvocati sostengono che la controparte è potente. Ebbene per rispondere alla sua domanda, evidentemente credo ancora, fino a prova contraria, alla giustizia, rispondendo ai miei avvocati che dovrebbe essere la verità più potente della controparte, o almeno questo è quello che mi auguro...

In questi ultimi anni è mai mancato il coraggio? ha mai avuto paura e se si, di cosa?

Desidero sia fatta giustizia per quello che ho subito. Questa è l’unica ansia che mi attanaglia la mente. La paura invece mi assale quando penso a fatti ben più gravi come una malattia o la perdita di persone a me care.

La vita le ha riservato anche belle sorprese. Ha scoperto di avere un fratello. Com'è stato? Suo padre si è portato nella tomba qualcosa che nessuno immaginava. Cosa pensa dei segreti non detti? ha provato rabbia verso suo padre?

Vero, ho scoperto poco tempo fa di avere un altro fratello..troppo tardi, ma questo non modifica minimamente l’affetto che provo per lui. Comunque sia questa notizia  non  scalfisce l’amore e la stima che provo e provavo per mio padre. Non posso giudicare nessuno, figurarsi mio padre, da lui ho avuto la prova vivente di come sia fondamentale l’esempio e non le parole. Questo suo segreto che si è portato nella tomba, probabilmente era struggente, perché a volte lo vedevo isolarsi nei suoi pensieri con lo sguardo perso nell'infinito. Mi piace pensare che il suo pensiero andasse a quel figlio lontano da lui, e penso che il suo dolore mentale forse fosse più angosciante e drammatico del dolore fisico che la sua malattia gli imponeva. Riconosco che le circostanze della vita possono modificare radicalmente il nostro agire, sono certo però che mio padre, ora, riposi in pace sapendo che i suoi figli si sono riabbracciati e gli farà piacere sapere che il suo figlio segreto é esattamente come lui avrebbe desiderato.

Se potesse scegliere una cosa per il suo futuro sceglierebbe tranquillità e pace o verità e riscatto? 

Con la verità ci sarebbe il riscatto e conseguentemente pace e tranquillità.

 Se potesse scegliere una cosa o un aggettivo con il quale essere ricordato quale sceglierebbe?

Curiosa domanda che mi porta a fare tutti gli scongiuri inimmaginabili….
Ho commesso tutti gli errori che in una vita si possono commettere con una nota dolente, quella di non  essere stato un padre presente, ma a parte questo, non cambierei la mia vita con nessun altra. E per chi gioirà della mia morte ( ovviamente più tardi possibile) gli voglio solo ricordare che non l’ho lasciato ma solo preceduto. Scherzi a parte, non avendo un aggettivo da scegliere penso che chi mi ama o mi ha amato sa perfettamente che uomo sono e vorrei essere ricordato da loro per avergli rubato (mi auguro) almeno un sorriso.

Ha qualche rimorso o qualche rimpianto? Quale dei due per lei è peggio? 
  
Sarò lapidario. Meglio i rimorsi che i rimpianti.

                                                                                 Marianna Guazzi
                                                                                 


                                                                                           
                                                                                                 




lunedì 19 ottobre 2015

SAMANTHA CRISTOFORETTI TRENTINA DOP



SAMANTHA CRISTOFORETTI
Domenica sera ho seguito con interesse l'intervista a Samantha Cristoforetti ospite di Fabio Fazio nel programma "Che tempo che fa" Raitre.
Di Samantha colpisce immediatamente il rendere ordinario quello che risulta essere straordinario.
Un percorso il suo dove si evince che niente è stato lasciato al caso, ma non solo, è l'esempio pratico di come la determinazione e la passione siano alleati indispensabili per riuscire ad ottenere traguardi impensabili. E il fatto, doppiamente straordinario, sta proprio nel suo raccontare con semplicità e naturalezza quello che per qualsiasi essere umano sarebbe un sogno irrealizzabile, impraticabile e ineseguibile e che l'umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza.
Per raggiungere questi risultati è togliersi ogni dubbio basta dare una sbirciata al suo percorso professionale, roba da far impallidire anche un bagnino di Rimini.
Trovo stupefacente quella gioia che traspare dal suo viso, prova evidente che la serenità acquisita è la consapevolezza di quello che straordinariamente una donna determinata ottiene con il raggiungimento dei suoi desideri, caratteristica di persone forti e profonde. 
Non nascondo che la sua origine trentina, come la mia, sia motivo di orgoglio personale e riconosco nella sua caparbietà quella benevole testardaggine montanara.
Samantha è anche un simbolo di ciò che si può ottenere con l'impegno e la sua intervista a Fazio scardina lo stereotipo della donna che spesso vediamo in numerosi talk show dove l'apparire risulta più importante che l'essere. Se in questi salotti televisivi ci fossero più donne alla Cristoforetti, probabilmente ne gioveremmo tutti quanti e gli esempi, quelli sì, valgono molto di più delle tante parole che riempiono la bocca dei vari ospiti gossipari.
A Samantha, astronauta e ingegnere "trentina",  un grazie per avermi fatto capire che la sua vita è una lunga lezione d'umiltà.






lunedì 21 settembre 2015

IL FASCINO E LE SUE DIVERSE SFACETTATURE





Una persona ha fascino quando attrae, quando si fa desiderare, quando si fa amare.
Fascino viene da affascinare, quindi legare a sè. Molti sono i componenti del fascino, l'aspetto corredato dai gesti, sguardi  parole e abbigliamento.
Nella donna la bellezza ha la sua priorità perche, oltre che rara, mette in moto emozioni, passioni e i desideri ardenti degli uomini ma anche l'invidia delle altre donne. Chi è bella lo sa e si sente superiore. Lo scopri da come cammina, da come ti guarda.
Anche l'uomo affascinante condivide queste prerogative ma al contrario della donna deve avere altre due doti se così si possono chiamare, ricchezza e potere, ma non guasterebbe aggiungerne una terza pur essa assai ambita, la fama. Tutti ambiscono alla fama, tutti vogliono diventare un personaggio. 
Ovviamente  si diventa personaggio per svariati meriti. Nello sport, nella politica, nella ricerca o nel campo della moda e via di questo passo. Ma anche le cattive notizie a volte ti rendono famoso, commetti un delitto o compi una strage diventi famosissimo e il brutto in questo caso avvince più del bello. Una fama da scartare a priori.
Poi c'è la fama passeggera, quella che dura il tempo di una trasmissione televisiva, di una foto su qualche rivista in compagnia di un personaggio famoso o peggio ancora chi è convinto che basta avere tanti "like" e un sacco di amici su Facebook sia sinonimo di fama non sapendo che equivale ad essere milionari con il monopoli.
Ritornando al fascino le donne sono attratte dall'uomo che emerge, che tutti ammirano temono o amano come i miliardari e i potenti, ma anche sportivi, cantanti famosi, divi del cinema e del piccolo schermo. Nelle loro gestualità dal loro sguardo esprimono a volte in modo sprezzante la loro consapevolezza di tale posizione e del loro potere e tutto questo fa parte integrante del loro fascino.
Vero è anche che se una donna affascinante dice che "il sesso non è tutto", è possibile che, grazie al sesso, il tutto che voleva l'abbia già ottenuto.

Poi esiste il fascino della visione dove alcuni rappresentano ed interpretano speranze e sogni che occupano la mente e il desiderio di tante persone. Sono i capi carismatici. Questi personaggi indicano una meta, uno stile di vita e raccolgono spesso rapidamente migliaia di persone che condividono i loro pensieri.
Comunque sia il fascino è un sorta di chiave che apre porte segrete.









mercoledì 19 agosto 2015

LA COMMEDIA DELLA VITA...


Rody Mirri



L'estate sta finendo e un anno se ne va sto diventando grande...
Buffa la vita, ti giri un attimo e ti accorgi che la vita è una commedia che non prevede prove iniziali e allora rifletto e penso che aver vissuto intensamente ogni istante della mia vita è stata probabilmente la cosa più giusta che io abbia fatto prima che cali il sipario e la commedia finisca, forse, senza applausi.
Decidere di recitare da protagonista o da comparsa nella commedia della vita dipende da noi, anche se ambedue i ruoli sono determinanti e insostituibili.
Nel frattempo il  tempo fugge ed è irrecuperabile. Negli Stati Uniti qualcuno si è divertito a stilare una classifica dei dieci desideri più importanti o più desiderati dell'uomo. Ebbene, dei cinque desideri più importanti tre riguardano il tempo. Al primo posto c'è il desiderio di restare per sempre giovani, al terzo il desiderio di diventare immortali, al quarto di tornare indietro nel tempo. 
Il tempo non costa nulla, non puoi possederlo ma puoi usarlo, non puoi conservarlo ma puoi spenderlo basta ricordarsi che una volta perso non puoi più riaverlo indietro.
Solo i ricordi piacevoli possono scaldare l'anima e farci compagnia nel precorso che si fa inevitabilmente sempre più corto. Quelli spiacevoli sono il sale indispensabile per ogni portata, come i protagonisti e le comparse che calpestano la pedana sul palcoscenico della vita.






















domenica 28 giugno 2015

AMICIZIA E INVIDIA




Sarà capitato a parecchi di avere un amico invidioso. Non uno dei tanti, ma un amico che vi frequenta da sempre e che con voi ha condiviso momenti importanti della vostra vita e col quale avete stabilito un rapporto fraterno ma che è roso dall'invidia nei vostri riguardi.

Non è facile combinare l'amicizia e l'invidia.
L'amico vuole il bene dell'amico, vuole che tutti ne parlino bene, lo difende e rimane al suo fianco nei momenti difficili.
L'invidioso invece ammira, quasi sempre esageratamente colui che invidia. Ma in realtà vorrebbe essere al suo posto, avere la sua fama, le sue qualità ma sa di non possederle. Allora cerca di sminuirne il valore, di svalutarlo, di ridimensionarlo. Parlando con gli altri mette in evidenza i limiti, i difetti le mancanze e fa tutto quello che può purchè non ottenga ulteriori successi e stando così le cose non è facile la vita per un amico invidioso.
Da un lato è orgoglioso di stare con voi perche a modo suo vi ammira e gli fa piacere essere associato alle vostre imprese. Nei momenti di successo fa di tutto per partecipare ed affiancarvi, ma quando siete lontani svaluta il vostro contributo. Il guaio viene quando vi trovate in difficoltà. Perche allora esplode la sua gioia di vedervi in difficoltà. Non corre in vostro aiuto e, se qualcuno vuol farlo, gli dice che non serve, che non è il caso, mentre è sempre un pò timoroso nell'attaccarvi personalmente e ne approfitta solo quando può colpire di nascosto.
Morale: L'invidia è un sentimento che nasce nella mente di chi è consapevolmente un fallito. Quando avete la disgrazia di dover frequentare o magari lavorare con un amico invidioso, ricordate che non lo troverete mai dalla vostra parte nei momenti di difficoltà. Anzi vi dovete aspettare un attacco, una pugnalata alla schiena. Per questo non conviene mai fidarsi di un amico invidioso e come dice il saggio, quando non si hanno più capelli si trovano ridicoli i capelli lunghi.





lunedì 22 giugno 2015

MAURIZIO TOTTI UN PRODUTTORE NATO DJ A MADONNA DI CAMPIGLIO



Maurizio Totti Presidente del Gruppo Iven, holding di cui fa parte la Colorado Film e possiede un agenzia di management con oltre 150 artisti tra i più affermati è uno dei più grandi produttori cinematografici italiani che nel 1986 fondò con Gabriele Salvatores e Diego Abatantuono la "Colorado Film".
Tra i suoi film Kamikaze, Puerto Escondido, Sud, Nirvana, Amnesia, Io non ho paura, Quo vadis baby?, Come Dio comanda, Fuga di cervelli.
Ma tutto iniziò da Madonna di Campiglio...
Maurizio allora (1977) era il dj della discoteca "L'orso" a Madonna di Campiglio, uno dei ritrovi alla moda dell'epoca ed io, ero un dei tanti assidui clienti. Proveniva da Lugo di Romagna e scorrazzava per "Madonna"con la sua Citroen DS Pallas e se in tanti frequentavano la discoteca, oltre che per la simpatia del titolare Piero Antonelli e il suo staff, era anche per la buona musica che propinava Maurizio.
Poi un giorno decise di partire per Milano per intraprendere una nuova strada come road manager al seguito di Marcella Bella, conosciuta proprio a Madonna di Campiglio.
A Milano, quando ormai la sua fama di produttore era consolidata, lo incrociavo di tanto in tanto al ristorante da "Aimo e Nadia", oppure alle "Langhe"in compagnia di Roman Polanski un saluto e via. Ci si vide l'ultima volta nel suo ufficio di Milano per un appuntamento di lavoro e non potemmo far a meno di ricordare i vecchi tempi e quando ti viene la nostalgia dei tempi andati  non è mancanza. E' presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti.

















sabato 30 maggio 2015

GUAI PER MICHELLE HUNZIKER E STRISCIA: MAXI RICHIESTA DI RISARCIMENTO....

Guai per Michelle Hunziker e 'Striscia': maxi richiesta di risarcimento da Rimini

1 milione e 500 mila euro per danno di immagine. Li ha chiesti Rody Mirri a Michelle Hunziker e a Max Laudadio per i servizi su Striscia la Notizia

rody mirri hunziker 1
Come riportato dal Corriere di Romagna, l'ex agente di Michelle Hunziker Rody Mirri, ha chiesto un maxi risarcimento di 1 milione e 500.000 euro per il danno di immagine subito come conseguenza della trasmissione di alcuni servizi all'interno di "Striscia La Notizia", il noto tg satirico in onda su Canale5.
Il processo, in corso di svolgimento a Rimini, vede tra gli imputati la nota showgirl e Max Laudadio, uno degli inviati del programma. L'ex agente della Hunziker, titolare di un'agenzia di spettacolo, aveva presentato denuncia contro "Striscia" nel 2010 per la realizzazione di un servizio registrato nel suo ufficio di Riccione, a sua insaputa e con telecamere nascoste.
In seguito "Striscia" aveva poi dedicato alla vicenda altri approfondimenti.

martedì 5 maggio 2015

RENZO ROSSO UN GIOVANE CHE GUARDAVA LONTANO....

RENZO ROSSO f

Ieri, 4 maggio 2015 sul inserto Corriere Economia, appare un interessante articolo riguardante Renzo Rosso il fondatore della Diesel.
" Nel 2014 Otb, holding del gruppo veneto, ha sfiorato 1,5 miliardi di ricavi, in leggera diminuzione. Benefici per Staff dalla cessione di cavalli. Renzo Rosso: Più di 300 milioni a disposizione per lo shopping".
L'articolo prosegue elencando dati positivi dell'azienda vicentina. 

Seduto al tavolino di un bar di Corso Buenos Aires, leggo con attenzione l'articolo e non posso fare a meno di tornare con il pensiero all'estate del 1987. All'epoca ero produttore con Elio Palumbo del programma  "Premio La Navicella" condotto da Enrica Bonaccorti in onda su Raiuno da La Maddalena Sardegna.

Fu in quella occasione che conobbi Renzo Rosso.  Ricordo l'appuntamento con lui nella sede della sua azienda a Breganze nel Vicentino, dovevamo accordarci per un inserimento promozionale della Diesel  all'interno del programma. Il marchio non era ancora famoso ma alcuni conoscenti mi avevano parlato con ammirazione di questa nuova azienda che si caratterizzava per i capi jeans lavati. Renzo mi accolse con la simpatia tipica dei veneti, mi mostrò con orgoglio la sua azienda, due capannoni prefabbricati grigi in cemento armato, la lavorazione dei suoi capi, la sua nuova auto, una fiammante mercedes coupè nera.
Mi impressionò la sua passione e umiltà nel vederlo descrivere, con solerzia di particolari di come aveva impostato la sua azienda, ma sopratutto mi colpì il suo modo di concepire una nuova e immaginabile per l'epoca, "filosofia aziendale". Dava come priorità assoluta il rapporto con i suoi collaboratori, per lui non esistevano dipendenti ma, collaboratori. Vedeva lontano Renzo Rosso allora trentaduenne e i fatti gli hanno dato spudoratamente ragione.
Me ne tornai a Milano con un buon contratto. Cinquanta milioni per inserire il marchio Diesel nei titoli di coda del programma e vestendo i ballerini,  che accompagnavano l'esibizione canora di Canelle, (la modella degli spot televisivi Morositas) con i capi Diesel.
Se ben ricordo fu la prima promozione televisiva della Diesel e Renzo Rosso negli anni è diventato un imprenditore di successo e di fama mondiale.
Evidentemente chi semina bene e con saggezza raccoglie sempre i frutti che merita.